2017/04/15: In Cristo risorto rientriamo nell’amicizia con Dio

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


VEGLIA PASQUALE
(At 10,34.37-43; Sal 117; Col3,1-4; Gv 20,1-9)
CATTEDRALE SAN CIRIACO – Ancona
Carissimi, vorrei aiutare me stesso e voi ad entrare nella meditazione e nell’adorazione di quanto stiamo vivendo.
Prima la liturgia ci ha fatto cantare che questa è la «notte beata», la notte della meraviglia, la notte di ciò che non si attendeva; la tomba di Cristo è vuota, questa è la notizia strabiliante, impensabile dalla ragione dell’uomo e questa è la notte del grande avvenimento, è l’avvenimento che ha divelto una porta: la porta della morte è stata sfondata.
In questi giorni la liturgia ci ha abituato a celebrare questi giorni finali della morte di Gesù e della sua Resurrezione come un grande duello, questa notte il duello ha sancito la vittoria della vita.
Certo, voi direte che queste sono parole, lo so, ma queste parole nascono da un fatto  non creduto subito: Cristo morto è risorto!
Un fatto che ha cambiato la storia!
Noi siamo coloro che fanno parte di quel popolo, non di illusi, non di celesti, ma di discepoli che raccontano ciò che hanno visto e avendo ricevuto dagli apostoli che quel sepolcro è vuoto,  di lì è cominciata la storia della Chiesa, la nostra storia.
Noi oggi siamo chiamati: a continuare quella testimonianza e a darle visibilità, una storicità contemporanea; i nostri occhi non vedono Cristo, ma Lui c’è!
Al centro di questa notte, carissimi, non c’è la nostra preghiera, al centro di questa notte c’è Lui vivo, risorto, vittorioso che ha immesso nella storia dell’uomo la forza, la potenza perché anche noi, a nostra volta, si sia capaci di orientare il duello, che portiamo nel cuore, verso la vittoria.
Questa è la grande contemplazione, qui carissimi, non ci sono parole che la spiegano, qui c’è solo un atteggiamento sereno e coraggioso, tanto coraggioso che quei dodici che non credevano poi sono stati tutti uccisi per la fede in Cristo risorto e, come loro, una grande teoria di discepoli, fino ad oggi, vengono eliminati perché credono che un morto sia vivo!
Questo carissimi è lo scandalo più grande della storia, ma questo è anche, contemporaneamente, motivo della speranza della storia, questo è l’unico grande motivo perché io e voi, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, come abbiamo sentito in una delle letture proclamate, possiamo rientrare nell’amicizia con il Padre nella sua misericordia e nella sua casa.
Posso confessarvi che io non ho altro titolo di vanteria nella mia vita se non questo e vorrei che ognuno di voi possa percepire tutto ciò.
La liturgia di questa sera ci ha dato dei segni sui quali dobbiamo posare lo sguardo.
Il primo – il segno del fuoco, che cosa fa il fuoco? Almeno due cose: il fuoco brucia ed è il segno che nell’amore di Dio ogni nostra nefandezza è bruciata e il fuoco riscalda, il fuoco è il segno che nell’amore di Dio ogni nostra vita può essere la mano che consola, il volto che sorride, l’abbraccio che dà speranza.
C’è stato dato un altro segno: la luce.
In giro per i paesi, secondo la tradizione, ci sono delle statue di Cristo risorto che sarebbe bene si bruciassero tutte, perché noi di Cristo non abbiamo l’immagine fisica, noi di Cristo abbiamo solo questo segno, (indica il cero acceso) Lui l’ha detto: io sono la luce, io sono la vita.
La luce che ci immette sulla strada della Verità, la domanda inquietante di Pilato: «Che cos’è la verità?», e Gesù di fronte a Pilato, il potente di questo mondo, non ha risposto.
La nostra Verità è Cristo che fa luce sulle nostre menzogne, sulle nostre pochezze, su questo dare spiegazioni di tutto, sulle grandi incognite del nostro esistere, sul grande mistero che ci portiamo addosso.
Poi c’è un altro segno l’acqua.
Abbiamo sentito: l’acqua del mar Rosso, l’acqua che ha aperto la strada verso la libertà e l’acqua porta in sé due elementi fondamentali, dove passa violenta distrugge, distrugge ciò che impedisce il cammino della libertà ma dopo che ha distrutto apre una strada nuova, cresce la fecondità.
Giorgia ed Aurora, le due bimbe che fra poco battezzerò, passeranno per l’acqua stasera e vorrei figlioli che voi vi ricordaste cosa significa tutto questo; in loro quest’acqua battesimale, per la potenza della morte e resurrezione di Cristo, distrugge qualcosa, perché anche queste due figliole appartengono alla famiglia di noi peccatori e per ritrovare la figura del Padre hanno bisogno di avere la stessa vita del Padre, cioè la vita di Dio.
L’acqua distrugge l’impedimento interiore spirituale e per questo ci vuole la fede cari figlioli!
Voi vi riportate a casa stasera due figlie risorte, due figlie rinate!
Questo perché c’è stata questa notte, e anche questo passa attraverso la dimensione del credere, metteremo attorno a loro una piccola veste bianca, un simbolo.
Una veste bianca che è simbolo della vita di Dio, è simbolo di questa novità che le ha abbracciate, le ha cambiate.
Naturalmente la veste bianca è simbolica, e qui l’invito innanzitutto è per me, per voi genitori, per voi padrini, per voi che siete qui è quello di vivere da risorti.
Lo sappiamo tutti, carissimi, che l’esperienza di quel famoso duello qualche volta dentro di noi si decide per il negativo, a me piacerebbe, lo dico spesso ai miei nipoti che hanno a loro volta dei figli, che questa veste bianca la possiate mettere nella camera delle vostre figliole e man mano che crescono possiate dire loro: «Guarda che questo è un segno che tu devi essere buona, brava, santa» invece oggi, e spero che non sia il caso di Aurora e Giorgia, si predilige dire:  bella, estetica, piacevole, no! Buona, brava, santa!
Vorrei che tutto questo rimanesse e vorrei anche, carissimi che siete qui, che stasera noi rivivessimo il nostro Battesimo che forse ancora non abbiamo compreso come per loro due stasera, infatti siamo dentro la dimensione del dono e quanto vorrei che la Pasqua entrasse nella coscienza di tante persone oggi che pensano i figli a come dei giocattoli.
Quando è che la Pasqua entrerà nella storia vera degli uomini?
Per ciò che è avvenuto in questa notte c’è solo una dimensione da far crescere dentro di noi, lo dico semplicemente cari figlioli: o ci crediamo o non ci crediamo.
Una cosa però coloro che non credono devono sapere e cioè che Lui è morto ed è risorto per tutti!
Noi spesso agiamo come gli apostoli: Tommaso voleva toccare, gli altri dicevano che era un fantasma … quando però lo Spirito ha cambiato le loro menti e il loro cuore,  hanno cambiato anche orientamento di vita.
Personalmente ritengo che noi capiremo tanto di più se aprissimo mente e cuore al dono dello Spirito.
Quanto vorrei che voi queste figliole le educaste ad una frase che dico spesso ai ragazzi: «Signore fammi capire che cosa vuoi da me!»  e quanto vorrei che tutti voi genitori qui presenti diceste ai vostri figli: «Chi vuoi essere da grande?», «Questa vita che ti è stata donata a chi la vuoi dare?» Questa è la Pasqua figlioli!
Voglio terminare con una cosa curiosa, avete sentito nel Vangelo che all’alba queste donne vanno al sepolcro, in Terrasanta albeggia molto presto ed in genere è molto luminoso, ebbene queste donne vanno di corsa perché dovevano sistemare il corpo di Gesù che era stato sepolto senza la cura che veniva data ai morti e cominciava il sabato.
Maria di Magdala e l’altra Maria corrono: chi manca?
Com’è che la Madre non è andata?
Maria non ci va, perché era la vera credente e lei sapeva che il Figlio lì non poteva restare.
Lei è diventata la prima testimone del credente e non credeva perché aveva visto, credeva perché…credeva, nonostante avesse visto il Figlio morire.
Mi piacerebbe che facessimo risorgere in noi questa fede di Maria, la dolorosa prima, la gaudiosa dopo; in Maria c’è l’intreccio della nostra vita.
Carissimi figlioli, la nostra vita è fatta di croce e di morte, di gioia e di resurrezione.
Questa umanità vuole smembrare tutto ciò, si vuole una vita facile e felice ma non è possibile!
Preparate i vostri figlioli ad affrontare la vita che é fatica; e per tutti sia riferimento la testimonianza di Maria che mette nella croce il dolore e il gaudio.
Questo è l’augurio pasquale che il vostro Vescovo vi fa.   Amen!
(Il testo dell’ omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore )