2017/12/25 – Chiunque accoglie la luce diventa figlio di Dio

NATALE DEL SIGNORE – S. MESSA DELLA NOTTE
(Is 9,1-6; Sal 95;Tt 2,11-14;Lc 2,1-14)
Cattedrale S. Ciriaco – ANCONA
Natale 25 dicembre 2017
 
Cari fratelli e sorelle, in questa notte santa noi abbiamo ricevuto un annuncio, un annuncio di gioia, la Parola di Dio ci ha condotto a raccogliere questo grande annuncio: “ Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano in una terra tenebrosa una luce rifulse.“ (Is 9,1)
Si è moltiplicato la gioia, è aumentata l’esultanza, perché un Bambino ci è stato dato, questi tre momenti che la Parola di Dio sottolinea sono cammino.
Il popolo che camminava è il popolo di Israele, il popolo antico che viveva l’esperienza il buio dell’esilio in terra straniera, ma è anche il cammino di tutta l’umanità che, dopo il peccato di origine, è sfigurata e tenebrosa.
La prima esperienza che fanno i due fratelli è un’esperienza di gelosia e di morte, Caino uccide il fratello Abele e c’è sempre invidia e gelosia, ci sono guerre, corruzioni, ricatti: una storia segnata da un buio di esistenza umana che noi sperimentiamo anche oggi.
Se allora era il popolo che camminava nelle tenebre, questo popolo siamo anche noi, perché vorremmo un mondo diverso, ma questo mondo, per tanti aspetti, a noi non è gradito, non ci piace: perché la nostra madre terra protesta per le violenze che le facciamo per l’inquinamento, perché i popoli versano sangue dalle tante guerre che si stanno combattendo.
Il grido dei poveri nei confronti dei ricchi e di chi non ha il cibo per soddisfare la fame, anche noi stiamo camminando nel buio, nelle tenebre.
Ma qui c’è la novità di una storia salvifica antica e recente.
Il popolo che camminava nelle tenebre vide, che cosa?
Una grande luce, allora non è un cammino di girovagare, ma è un cammino verso una direzione e questa direzione è una luce che ti illumina e non ti abbaglia, ti orienta e ti mette dentro la gioia della speranza e questa luce è un Bambino.
Ma chi è questo Bambino?
La seconda lettura (Tt 2, 11-14) ce l’ha detto con molta forza: “E’ apparsa la grazia apportatrice di salvezza” (Tt 2,11).
Chi è la grazia? E’ la gratuità di Dio, è Dio stesso che ‘gratis’ si dà all’uomo; Lui, infinito ed eterno, si fa Bambino ed entra nella storia, entra nell’umanità.
Questa grazia che porta salvezza è cantata dagli angeli che ai pastori nella buia notte porta un annuncio: la buona notizia. A questa gente umile, semplice viene detto: “ Oggi nella città di Davide vi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete il Bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia.” (Lc 2, 12-13), cioè in un presepe.
I pastori andarono e restarono colmi di meraviglia nel vedere che quel Bambino è l’umiltà e la tenerezza di Dio, è Dio che si svuota di sé per farsi umano, è Dio che ci viene incontro con la sua semplicità ed umiltà, per dire: “Sono tuo fratello, ti sono venuto a portare luce, salvezza, tenerezza, perdono, misericordia.”
Quel Bambino che gli occhi di Maria hanno visto dare alla luce e che lei la santa madre di Dio ha adorato, magnificando Dio per le grandi opere.
Noi questa notte siamo qui, un popolo di speranza, un popolo che cammina, ognuno con la sua esistenza personale, con le sue difficoltà, con le ferite che porta nella vita, con tanti momenti bui, ma Dio viene a portarti la luce dell’amore!
Ciò che gli uomini si son tolto, Dio come grazia e con gratuità l’ha portato con l’amore, quell’amore che solo Dio può dare.
Allora in questa notte santa io e voi ci poniamo come gli umili pastori, come la santa madre di Dio di fronte a quel Bambino, come i Magi in cammino guidati da una stella, cercatori della verità, ci mettiamo davanti a quel Bambino e diciamo: “Grazie Signore Gesù! Grazie perché anche quest’anno tu vieni, fa che io apra la porta del cuore, la porta della fede, perché tu possa dire tu mi conosci, tu sai come sono fatto, tu sai quante tenebre mi porto dentro, tu sai quanti peccati e li conosci tutti, ma tu vieni, perché se vieni tu, la tristezza si allontana, si moltiplica l’esultanza e la gioia.
Caro Gesù Bambino davanti a te mi inginocchio e ti adoro, tu sei il mio Signore, il mio Salvatore, il mio Dio, vero Dio e vero uomo, nell’umiltà di quella natività a Betlemme e di questa notte nel mio cuore qui in Ancona, in questa Cattedrale.
Davanti a Gesù non si può essere neutri: o lo si accoglie, o lo si rifiuta.
Le tenebre possono restare tenebre e non accogliere la luce, ma chiunque accoglie la luce diventa figlio di Dio.
Allora è Natale perché non solo nasce Gesù, ma lui ci da la forza e la potenza di rinascere dentro con una umanità nuova, accogliendo l’amore di Dio e questo amore distribuendolo alle persone dicendo: “Buon Natale!”, anche tu comincia ad amare, vinci le tenebre del male con la luce e la forza dell’amore e su di te sia pace e benedizione oggi e sempre. Amen!
 
† Angelo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore)