“Finché ci sarà un parrocchiano resterò in città: Tu Signore toglimi la paura”


In occasione del Ritiro del Clero Diocesano, svoltosi nella Cattedrale di san Ciriaco, a cui ha partecipato l’Arcivescovo Angelo, Padre Franco Azzali, Postulatore generale dei Servi di Maria, ha parlato di: “Mons. Bernardino Piccinelli, un pastore “con l’odore delle pecore”. Padre Bernardino che potrebbe essere proclamato beato tra non molto è stato parroco della storica parrocchia del Sacro Cuore ad Ancona durante la seconda guerra mondiale. Anche sotto i bombardamenti non abbandonò mai la città. Così pregava in quei mesi: “Signore, finché ci sarà un parrocchiano resterò in città; Tu toglimi la paura”. Tra il bombardamento del 1° novembre del 1943 e la liberazione del ’44 chiese indifferentemente ai tedeschi ed agli alleati aiuti per le famiglie alla fame: “Io non ho nemici, ma solo fratelli da aiutare”. Allevava conigli e maiali nel cortile della parrocchia e scavava tra le macerie delle chiese bombardate per portare in salvo il tabernacolo col SS. mo Sacramento. Avvisò in tempo l’allora rabbino di Ancona Elio Toaff (poi rabbino capo di Roma) che i tedeschi stavano perquisendo la sua casa e lo salvò da deportazione certa. Per tutto questo nel primo Consiglio comunale di Ancona del dopoguerra il Comando di liberazione nazionale lo nominò Assessore all’assistenza. Nel ’66 divenne vescovo ausiliare di Ancona, accanto a Mons. Maccari, mantenendo l’incarico di parroco del Sacro cuore; nel ’72 di nuovo fu un riferimento in città nei mesi del terremoto.

Definito il “vescovo-bambino” perché metteva insieme semplicità, saggezza e intuito nel comprendere lo stato d’animo delle persone; severo nella dottrina e infinitamente comprensivo con le persone: “Sentire non è peccato, è acconsentire che diventa peccato!”; “ Il demonio è come un cane alla catena, morde solo chi gli si avvicina”.
La sua causa di beatificazione è stata già depositata alla Congregazione dei Santi: entro quest’anno o il prossimo al massimo il Papa lo dichiarerà Venerabile: a quel punto mancherà solo il riconoscimento di un miracolo per proclamarlo beato. Anche per questo dobbiamo conoscere e pregare quest’uomo che ha impreziosito il cammino della nostra Chiesa anconetana.