Punti e Spunti Sinodali

dal “Documento finale del Sinodo dei Vescovi sui Giovani, la Fede ed il Discernimento Vocazionale”
I GIOVANI E LA CHIESA

  1. Il Sinodo è consapevole che un numero consistente di giovani, per le ragioni più diverse, non chiedono nulla alla Chiesa perché non la ritengono significativa per la loro esistenza. Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, poiché sentono la sua presenza come fastidiosa e perfino irritante. Tale richiesta spesso non nasce da un disprezzo acritico e impulsivo, ma affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili: gli scandali sessuali ed economici; l’impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; la scarsa cura nella preparazione dell’omelia e nella presentazione della Parola di Dio; il ruolo passivo assegnato ai giovani all’interno della comunità cristiana; la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società contemporanea”.

Un quadro finalmente realistico della odierna situazione, e il realismo è la condizione pratica per cercare di avviare un nuovo rapporto tra giovani e Chiesa, un rapporto che deve essere reciprocamente fecondo.

LA TEOLOGIA E I GIOVANI

  1. “Crediamo infatti che anche oggi Dio parla alla Chiesa e al mondo attraverso i giovani, la loro creatività e il loro impegno, come pure le loro sofferenze e le loro richieste di aiuto. Con loro possiamo leggere più profeticamente la nostra epoca e riconoscere i segni dei tempi; per questo i giovani sono uno dei “luoghi teologici” in cui il Signore ci fa conoscere alcune delle sue attese e sfide per costruire il domani”.

Una consapevolezza inedita, che è la condizione teoretica per avviare una riflessione e cercare di tradurla concretamente in termini strutturali e non semplicemente congiunturali.
 
UFFICI E PROGETTI PER I GIOVANI

  1. “Pur riconoscendo che la progettazione per settori pastorali è necessaria per evitare l’improvvisazione, in varie occasioni i Padri sinodali hanno comunicato il loro disagio per una certa frammentazione della pastorale della Chiesa. In particolare si sono riferiti alle varie pastorali che riguardano i giovani: pastorale giovanile, familiare, vocazionale, scolastica e universitaria, sociale, culturale, caritativa, del tempo libero, ecc. La moltiplicazione di uffici molto specializzati, ma a volte separati, non giova alla significatività della proposta cristiana. In un mondo frammentato che produce dispersione e moltiplica le appartenenze, i giovani hanno bisogno di essere aiutati a unificare la vita, leggendo in profondità le esperienze quotidiane e facendo discernimento. Se questa è la priorità, è necessario sviluppare maggiore coordinamento e integrazione tra i diversi ambiti, passando da un lavoro per “uffici” a un lavoro per “progetti”.

Indicazione opportuna, che forse potrebbe essere meglio attuata facendo lavorare più “uffici” intorno a “progetti” condivisi sui giovani (ma vale anche per altri settori).

INVESTIRE NEI GIOVANI

  1. “Le fatiche e fragilità dei giovani ci aiutano a essere migliori, le loro domande ci sfidano, i loro dubbi ci interpellano sulla qualità della nostra fede. Anche le loro critiche ci sono necessarie, perché non di rado attraverso di esse ascoltiamo la voce del Signore che ci chiede conversione del cuore e rinnovamento delle strutture”.
  2. Molte volte è risuonato nell’aula sinodale un accorato appello a investire con generosità per i giovani passione educativa, tempo prolungato e anche risorse economiche”.

Un duplice imperativo: all’insegna dell’umiltà il primo e della generosità il secondo; i giovani sapranno apprezzare entrambe; non irrilevante il richiamo all’impegno economico.
 
GIOVANI E PARROCCHIA

  1. Pur rimanendo la prima e principale forma dell’essere Chiesa nel territorio, diverse voci hanno indicato come la parrocchia fatichi a essere un luogo rilevante per i giovani e come sia necessario ripensarne la vocazione missionaria. La sua bassa significatività negli spazi urbani, la poca dinamicità delle proposte, insieme ai cambiamenti spazio-temporali degli stili di vita sollecitano un rinnovamento. Anche se vari sono i tentativi di innovazione, spesso il fiume della vita giovanile scorre ai margini della comunità, senza incontrarla.
  2. I giovani possono contribuire a rinnovare lo stile delle comunità parrocchiali e a costruire una comunità fraterna e prossima ai poveri”.

Una duplice considerazione che scaturisce dalla constatazione della situazione parrocchiale e, insieme, dal riconoscimento delle potenzialità dei giovani, Forse proprio a partire dai giovani occorre ripensare le parrocchie: per tutti.
 
FARSI PROSSIMI AI GIOVANI

  1. In molti modi i giovani ci hanno chiesto di qualificare la figura degli accompagnatori. Il servizio dell’accompagnamento è un’autentica missione, che sollecita la disponibilità apostolica di chi lo compie”.
  2. “Il Sinodo riconosce la necessità di preparare consacrati e laici, uomini e donne, che siano qualificati per l’accompagnamento dei giovani. Il carisma dell’ascolto che lo Spirito Santo fa sorgere nelle comunità potrebbe anche ricevere una forma di riconoscimento istituzionale per il servizio ecclesiale”.

Il termine “accompagnatori” non entusiasma, ma la figura risponde a una esigenza sentita, tanto meglio se è qualificata e, magari, istituzionalizzata, per non dare il senso di una soluzione improvvisa e improvvisata.
 
GIOVANI TRA PLURALISMO E DIALOGO

  1. Il pluralismo culturale e religioso è una realtà crescente nella vita sociale dei giovani. I giovani cristiani offrono una bella testimonianza del Vangelo quando vivono la loro fede in un modo che trasforma la loro vita e le loro azioni quotidiane. Sono chiamati ad aprirsi ai giovani di altre tradizioni religiose e spirituali, a mantenere con loro rapporti autentici che favoriscano la conoscenza reciproca e guariscano dai pregiudizi e dagli stereotipi. Essi sono così i pionieri di una nuova forma di dialogo interreligioso e interculturale, che contribuisce a liberare le nostre società dall’esclusione, dall’estremismo, dal fondamentalismo e anche dalla manipolazione della religione a fini settari o populisti. Testimoni del Vangelo, questi giovani con i loro coetanei diventano promotori di una cittadinanza inclusiva della diversità e di un impegno religioso socialmente responsabile e costruttivo del legame sociale e della pace”.

Importante è la duplice valenza che viene riconosciuta alla testimonianza rispettosa del pluralismo: ecclesiale e sociale, cioè l’esercizio del dialogo è essenziale tanto per una fede aperta, quanto per una cittadinanza aperta.
 
GIOVANI E MORALE SESSUALE

  1. “Frequentemente infatti la morale sessuale è causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna. Di fronte ai cambiamenti sociali e dei modi di vivere l’affettività e la molteplicità delle prospettive etiche, i giovani si mostrano sensibili al valore dell’autenticità e della dedizione, ma sono spesso disorientati. Essi esprimono più particolarmente un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità”.

Ecco le questioni più scottanti per i giovani, e la Chiesa è pronta al confronto: una bella conquista!
 
PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA DEI GIOVANI

  1. “Il Sinodo chiede di rendere effettiva e ordinaria la partecipazione attiva dei giovani nei luoghi di corresponsabilità delle Chiese particolari, come pure negli organismi delle Conferenze Episcopali e della Chiesa universale. Chiede inoltre che si rafforzi l’attività dell’Ufficio giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita anche attraverso la costituzione di un organismo di rappresentanza dei giovani a livello internazionale”.

Una duplice novità di tipo operativo e istituzionale che, se realizzata, segnalerebbe opportunamente la centralità della questione giovanile in seno alla Chiesa in termini che vanno al di là della situazione contingente, ed è un richiamo fecondo anche per la società tutta.
G.G.