Grande festa per i 50 anni di Presenza

Presenza, il quindicinale dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, ha compiuto 50 anni e, per ricordare questo traguardo, è stato organizzato un incontro venerdì 27 settembre presso il Centro Pastorale Stella Maris di Colle Ameno, coordinato da don Carlo Carbonetti, direttore dell’Ufficio pastorale diocesano per le Comunicazioni Sociali. Il primo numero uscì nel mese di gennaio del 1969, con cadenza settimanale. Fu Mons. Carlo Maccari, appena giunto ad Ancona a fondarlo chiamando a dirigerlo don Vincenzo Fanesi di Osimo. Nel corso degli anni sono cambiati diversi direttori e nel 2008 mons. Edoardo Menichelli chiamò come direttore Marino Cesaroni. «In questi 50 anni – ha raccontato Marino Cesaroni, direttore di Presenzail giornale ha raccontato il territorio e tanti eventi importanti di fede, come la visita di papa Giovanni Paolo II e di papa Benedetto XVI e il 25esimo Congresso eucaristico, ma anche momenti di cultura come Le giornate dell’anima e le iniziative organizzate con l’Università».

Dopo il saluto del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, il Tesoriere nazionale della FISC(Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici) Carlo Cammoranesi ha sottolineato il «ruolo importante dei settimanali cattolici nel territorio, utili strumenti di evangelizzazione, nei quali la vita diocesana può validamente esprimersi e le varie componenti ecclesiali possono facilmente dialogare e comunicare. Lavorare nel settimanale diocesano significa vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi e, soprattutto, leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Il settimanale diocesano deve avere la sua finestra aperta sul mondo, è quella Chiesa in uscita di cui parla papa Francesco». «Presenza ha contribuito a fare di un territorio una comunità – ha detto Giancarlo Galeazzi, direttore dell’Ufficio pastorale diocesano per la Cultura – perché ha realizzato una presenza informativa e formativa rivolta sia all’ecclesiale che al sociale ed è nel binomio ecclesiale-sociale che questo settimanale ha rilevato la sua apertura dialogica, e non ideologica» .

Mons. Claudio Giuliodori, assistente generale dell’Università Cattolica “S. Cuore”, ha invece riflettuto sulla missione dei media diocesani nel tempo dei social network. «Se nel passato i media diocesani hanno svolto una grande opera nell’essere il ponte tra la comunità ecclesiale e il territorio – ha detto – oggi devono misurarsi con una molteplicità di strumenti comunicativi. Il settimanale, quindi, pensato semplicemente come strumento univoco rischia di diventare autoreferenziale e di non essere più competitivo rispetto alle nuove forme di comunicazione. Con il digitale e i social network è cambiato totalmente lo scenario. Noi viviamo in un ambiente completamente diverso rispetto a quello in cui sono nati i settimanali. La Chiesa italiana ha messo in campo degli strumenti preziosissimi, l’agenzia Sir, il coordinamento tra tutti i settimanali, ma soprattutto la collaborazione tra i media. Televisione, radio, Internet non possono camminare separati e la Santa sede per prima ha unificato tutti questi strumenti e, quindi, anche i settimanali, conservando la loro identità, vanno ripensati in uno spirito di collaborazione con tutti gli altri media».

La conclusione è stata affidata all’arcivescovo Angelo Spina che ha ringraziato i presenti, coloro che scrivono su Presenza e l’Ufficio pastorale diocesano per le Comunicazioni Sociali. «Quando sono arrivato ad Ancona – ha detto – sono stato felice di aver trovato Presenza, perché nelle diocesi da cui provengo lo avevo fondato io il giornale. Qui c’è una Chiesa viva che comunica, in uscita e legata in rete sinodale. Presenza fa rete e mette insieme un’arcidiocesi con 13 comuni e in futuro sarà sempre più un giornale teologico, ovvero con la logica di Dio. Tutti i fatti dell’attualità devono essere illuminati dal Vangelo, ad esempio cosa dice il Vangelo sulla vita? Recentemente la Consulta ha aperto al suicidio assistito, ma la vita è sacra e non si tocca, c’è un comandamento di Dio che dice “Non uccidere”. In questo modo il giornale entrerà ancora di più nelle questioni sociali». L’arcivescovo ha sottolineato anche che oggi «la comunicazione è plurale e vasta e i media diocesani devono essere uniti tra loro. I giovani guardano Internet e i social network e il 5 ottobre sarà presentato il nuovo sito Internet dell’arcidiocesi, mentre per la televisione ogni settimana prepariamo una puntata della rubrica “ll Respiro dell’anima”. È importante che la Chiesa non sia chiusa, ma che sia aperta e in uscita».