Messa in onore di santa Barbara, patrona della Marina Militare e dei Vigili del Fuoco

In occasione della festa di santa Barbara, patrona della Marina Militare e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, mercoledì 4 dicembre l’arcivescovo Angelo Spina ha celebrato la santa messa nella Cappella del comprensorio della Marina Militare di Ancona. Una cerimonia che ha unito i due corpi che condividono lo stesso spirito di servizio al Paese e alla popolazione. Numerose le autorità civili e militari presenti, tra cui il Comandante delle Scuole della Marina Militare l’Ammiraglio Alberto Bianchi, il Contro Ammiraglio Enrico Moretti, il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco Felice Di Pardo, il Comandante Provinciale Dino Poggiali e le associazioni.

Per i Vigili del Fuoco, quest’anno la ricorrenza di santa Barbara segna anche un importante traguardo. Nel 1939, ottanta anni fa, fu istituito il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, riunendo sotto un’unica organizzazione i Corpi, fino ad allora prevalentemente comunali. Proprio in occasione di questa ricorrenza il presidente della Repubblica, in segno di apprezzamento per la grande capacità operativa, ha conferito alla bandiera del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la medaglia d’oro al valore civile.

«Il 4 dicembre – ha detto Mons. Angelo Spina, durante l’omelia – è il dies natalis di Santa Barbara che ha subito il martirio per decapitazione ad opera del padre. Non si sa con certezza la data del martirio avvenuto certamente prima dell’Editto di Milano (313 d.C.), emanato da Costantino. Le tradizioni tramandate ci dicono che il padre era un ricco pagano, di nome Dioscuro che, geloso della sua straordinaria bellezza, aveva deciso di proteggere Barbara dai tanti pretendenti rinchiudendola in una torre. La torre-prigione compare nell’iconografia tradizionale assieme alla palma, alla corona, alla spada. Un giorno, lontana da suo padre, Barbara, che già da tempo si era consacrata a Cristo, si fece battezzare. Accortosi della fede cristiana della figlia, il padre la sottopone più volte a punizioni e supplizi. Barbara aveva una fede forte in Gesù ed era grandemente innamorata di Lui, mettendo in pratica le sue parole che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me la salverà”. Il 4 dicembre fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.

Oggi, siamo qui per celebrare la vostra santa patrona, la martire Barbara. Fede, rischio e sacrificio sono ciò che ella ha attuato, senza mai desistere, costi quel che costi. Nella preghiera a voi cara e che recitate si afferma: «Arde nei nostri petti perpetua la fiamma del sacrificio»; e ancora: «Siamo i portatori della tua croce e il rischio è il nostro pane quotidiano. Un giorno senza rischio non è vissuto, perché per noi credenti la morte è vita ed è luce. La nostra vita è il fuoco e la nostra fede è Dio». Preghiera bellissima, profonda e vera, che indica nella fede e nel sacrificio, nel rischio e nel coraggio le virtù proprie di un Vigile del fuoco, di uno della Marina Militare. Santa Barbara ha avuto un fede forte e coraggiosa e ha saputo rischiare su Dio il suo presente e il suo futuro: lo ha fatto senza tentennamenti e con gioia nel cuore. Ella vi sorregga dunque nell’esercizio del vostro quotidiano lavoro».

«Ringrazio tutti voi – ha continuato l’arcivescovo – uomini della Marina Militare, della Capitaneria di Porto, i volontari di ogni genere per il vostro servizio umile e quotidiano, a volte nascosto: siete sempre, in prima linea, esposti anche voi personalmente a tanti pericoli. Svolgete sempre con professionalità, ma soprattutto con molta passione, i vostri compiti e doveri. Sono certo che se vi lasciate animare da umiltà e dal volere il bene dell’altro, specie dello sconosciuto e dello straniero, avrete assolto ad una missione evangelica. Proseguite in questo cammino per amore della comunità civile, alla quale avete prestato giuramento sempre nella ricerca del bene comune. Non posso dimenticare quando sono giunto ad Ancona il primo ottobre 2017 via mare da Numana ad Ancona, sulla Motovedetta che nel Mediterraneo aveva salvato tante vittime. Grazie perché chiunque è in pericolo in mare riceve il vostro soccorso, perché ogni vita umana venga salvata».

 

Di seguito l’omelia integrale dell’arcivescovo Angelo Spina, in occasione della messa in onore di santa Barbara

Omelia Festa di Santa Barbara – Cappella Marina Militare Ancona – 4 dicembre 2019

 

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