Il Cardinale Bassetti ad Ancona: «Mediterraneo, frontiera di pace»

«Non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo. A mio avviso il Mediterraneo si può unire e pacificare favorendo e valorizzando quella che ho chiamato una politica dell’umano. Una politica che si basi sull’assoluta e indiscutibile centralità della persona umana». Queste le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, durante il suo intervento sul tema “Mediterraneo, frontiera di pace”, venerdì 16 ottobre presso l’Aula Magna dell’Università Politecnica delle Marche. Un tema che era stato anche al centro del seminario “Mediterraneo, frontiera di pace”, il grande forum ecclesiale voluto dalla Cei che, a febbraio a Bari, per la prima volta aveva riunito i vescovi degli Stati affacciati sul grande mare.

«Il Mediterraneo rappresenta uno dei crocevia politico-culturali più rilevanti della Terra – ha detto il cardinal Bassetti – e in questo bacino confluiscono ben tre continenti: Asia, Africa ed Europa. Per unire questo mondo mediterraneo è assolutamente necessario comprendere le questioni cruciali che lo attraversano. Ne segnalo almeno tre, una economica, una politica e una sociale. Innanzitutto da sempre gli Stati si combattono per il controllo delle risorse energetiche. In secondo luogo, c’è il complesso rapporto tra i processi di democratizzazione, con lo sviluppo economico e il rispetto delle minoranze religiose. I rapporti tra le religioni, infatti, sono ormai una questione rilevantissima anche per le politiche statuali. In terzo luogo, la questione migratoria che deve essere affrontata con carità e responsabilità verso tutti.

Come unire, dunque, il Mediterraneo che è attraversato da queste tre grandi questioni? Si può unire mettendo al centro la persona umana, difendendo con ogni strumento giuridico a nostra disposizione l’incalpestabile dignità della natura umana». Durante il suo intervento, Bassetti ha citato più volte Giorgio la Pira che, fu per tre volte sindaco di Firenze, e inventò, ancor prima del Concilio Vaticano II, i dialoghi mediterranei. «Alla logica del conflitto, – ha detto il Cardinale – La Pira opponeva la supremazia del dialogo, e una delle sue espressioni più note è “Abbattere i muri e costruire i ponti”. Bisogna abbattere il muro della diffidenza tra i popoli e costruire ponti di dialogo tra le genti. Occorre unire e non dividere».

L’incontro con il cardinale Bassetti, a cui hanno partecipato numerose Autorità e sacerdoti dell’Arcidiocesi, ha chiuso le manifestazioni relative all’Anno francescano diocesano 2019-2020. In occasione degli 800 anni dalla partenza di san Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa, l’anno scorso infatti la Regione Marche e l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo hanno dato vita ad un Comitato tecnico (ne hanno fatto parte il Comune di Ancona, l’Anci Marche, l’Autorità del Sistema Portuale, la Camera di Commercio, l’Università Politecnica delle Marche, la Capitaneria di Porto e i tre Ordini Francescani) per celebrare questa ricorrenza e promuovere una serie di eventi.

Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ha sottolineato che «le Marche, dopo l’Umbria, sono sicuramente la regione più francescana. Terra in cui San Francesco è venuto per la prima volta, nel 1208, dopo la sua conversione ad annunciare il Vangelo e vi è stato ben cinque volte. È questa la terra dove sono stati scritti i Fioretti di San Francesco nella prima metà del trecento. Gli ottocento anni trascorsi dalla partenza del santo dal porto di Ancona per l’Oriente sono stati l’occasione per promuovere una seria riflessione sul nostro tempo così pieno di incertezze, di cambiamenti, ma aperto alla speranza». L’Arcivescovo ha elencato tutte le iniziative che si sono svolte durante l’anno francescano, «che era stato inaugurato nell’Aula Magna dell’Univpm, il 10 aprile 2019, con l’intervento del filosofo Massimo Cacciari sul tema “L’erranza di San Francesco”», e ha annunciato che a breve «verrà aperto un nuovo emporio della solidarietà a Castelfidardo per essere vicino alle persone e alle famiglie in difficoltà».

Il rettore dell’Univpm Gian Luca Gregori, ha ricordato la «forte collaborazione tra l’Università e l’Arcidiocesi» e il fatto che «l ‘Università non è solo un luogo dove vengono trasferite le competenze. La cultura è condivisione e il vero tema è la centralità della persona. Anche nella lettera che la Cei ha inviato agli studenti universitari, viene sottolineato che l’università è una comunità di studio e di vita. Il nostro Ateneo ha così deciso di aderire all’Università della pace, un network voluto dalla Conferenza dei rettori delle università italiane che si pone tre obiettivi: la costruzione della pace, stigmatizzare i comportamenti violenti, la ricerca».

«La presenza e la vicinanza di san Francesco nella nostra regione si possono ancora cogliere, dopo tanti secoli, – ha detto Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche – dal punto di vista materiale e soprattutto spirituale, con le comunità francescane che ancora sono presenti e lasciano un segno importante di testimonianza dei nostri valori. È come se San Francesco avesse plasmato un po’ il carattere dei marchigiani e il nostro modo di essere: umili, silenziosi, operosi e disponibili. I valori della nostra storia che si sono così formati in questi secoli, devono costituire lo spunto verso l’incontro con altre civiltà». Richiamando il tema dell’incontro, Acquaroli ha sottolineato che «il Mediterraneo è un luogo straordinario e complesso, luogo di incontro di tante terre, civiltà e culture diverse. Ma la diversità non deve rappresentare un elemento di diffidenza, ma diventare un’occasione di incontro nel segno della civiltà dei valori che ci devono contraddistinguere, perché la società cresce quando sa fare della memoria un motivo di condivisione».

«Questo anno francescano non termina, – ha detto Giancarlo Galeazzi, direttore dell’ufficio diocesano per la cultura – ma apre nuove prospettive. In questo anno, con le varie iniziative, abbiamo scoperto quattro caratteristiche del santo: l’ erranza, l’incontro, il dialogo e la pace. Ora credo che siamo chiamati a vivere la fraternità, promossa da san Francesco e da papa Francesco. La fraternità rappresenta l’approdo di quel percorso che va dall’erranza all’incontro, dal dialogo alla pace». Durante l’incontro, è stata presentata anche una App su san Francesco, destinata soprattutto ai ragazzi e agli studenti, realizzata grazie al contributo della Regione Marche e alla collaborazione tra l’Arcidiocesi e l’Università. L’App è scaricabile gratuitamente.

L’intervento integrale di Mons. Angelo Spina: Intervento dell’Arcivescovo Angelo Spina – chiusura dell’Anno Francescano

A breve sarà pubblicata anche la relazione del cardinale Gualtiero Bassetti

 

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