Corridoi Umanitari – L’Arcivescovo di Ancona incontra la famiglia Al Aktaa, profughi dalla Siria

“Salam Aleikum” La Pace sia con voi. “Aleikum Salam“ La Pace sia anche con te. Con questo semplice e antico saluto è iniziato l’incontro tra l’Arcivescovo di Ancona e la famiglia di Al Aktaa, profughi siriani, dal 26 maggio nella nostra città. La famiglia siriana è ospite della diocesi ed è arrivata in Italia tramite il programma promosso dalla Caritas Italiana attraverso i Corridoi Umanitari. “Sono molto contento. Conosco la vostra storia – ha esordito Mons. Angelo Spina -. Sappiamo delle vostre grandi tribolazioni, della fuga da Oms e dagli orrori della guerra. Della vostra lunga attesa nel Campo profughi in Giordania. Per questo vi aspettavamo. Vi vogliamo molto bene e oggi vi diamo il benvenuto.  Questa è casa vostra”. È stato un incontro semplice e informale. Al Aktaa Hussam, il capofamiglia, ha presentato la moglie Wardeh Nizar e i cinque figli Huda (19), Rasha (16), Nour (15), Malak (12) e Mohamad (10). “Siamo felici di essere qui ad Ancona – ha poi continuato Hussam -. In questi pochi giorni abbiamo conosciuto l’ospitalità e l’impegno di tante persone competenti che ci stanno aiutando a ricostruire la vita e la speranza in un futuro migliore, soprattutto per i miei figli.” Sono seguiti i ringraziamenti sinceri di un padre che finalmente può guardare al futuro con fiducia. L’Arcivescovo ha poi voluto sottolineare che attraverso di lui, padre della della diocesi di Ancona-Osimo, passava l’abbraccio di tutta la comunità ecclesiale. “Non solo soltanto io con voi, ma con me ci sono tante persone, tanti amici, tante famiglie che hanno deciso di mettersi a disposizione per cominciare insieme un nuovo cammino verso l’autonomia e l’integrazione nella nostra realtà di vita. Senza rinnegare il vostro passato, le vostre radici, le vostre convinzioni spirituali. Aperti al nuovo.” Al Aktaa nel ringraziare il vescovo e la comunità, ha poi manifestato le sue angosce, proprie di ogni padre che avendo perso tutto, si preoccupa prima di tutto dei propri figli. “Cosa sarà di noi tra un anno quando terminerà il progetto della Caritas, ora che non abbiamo più nulla, lontani dalla nostra terra senza amici o parenti?” L’esortazione del nostro Arcivescovo è stata quello di andare avanti con fiducia e coraggio. “Sono sicuro che voi genitori – rivolgendosi a Hussam e Wardeh – troverete la forza e le risposte più belle specchiandovi negli occhi dei vostri figli. Sicuramente per i ragazzi, con il loro entusiasmo, sarà più facile apprendere e integrarsi. Ma sono anche convinto che saranno loro di stimolo anche per voi genitori, sotto la vostra guida sicura.” Nel ringraziare ancora la famiglia Al Aktaa per il loro arrivo, Mons. Angelo ha poi ricordato come Allah clemente e misericordioso, non mancherà di accompagnare i loro passi donando salute e pace.

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