Incontro di fine anno degli Insegnanti di Religione Cattolica con l’Arcivescovo

Si è svolto mercoledì 23 giugno, presso la Casa del Clero e Centro Pastorale Diocesano, l’incontro tra S. E. Mons. Angelo Spina e gli insegnanti di religione a conclusione di questo anno scolastico 2020/21.

A introdurre l’incontro don Lorenzo Tenti, responsabile dell’Ufficio Scuola diocesano, che ha ringraziato per questo pomeriggio finalmente in presenza dopo più di un anno di incontri a distanza. Il sacerdote ha sottolineato l’importanza della Bibbia come patrimonio culturale per tutti gli uomini e del contenuto della religione cristiana per ciò che ha prodotto nel pensiero e nella storia del nostro Paese. Inoltre ha ribadito la necessità di un dialogo e di un confronto sulle domande profonde della vita con gli studenti, così come indicato dai Vescovi italiani  ( messaggi della Presidenza Cei in vista della scelta IRC dell’ a.s. 2020-21/ 2021-22). Ha poi evidenziato la partecipazione attiva dell’IRC nella vita scolastica, dando voce anche ad alcuni docenti per riportare esempi concreti da alcuni istituti del territorio diocesano.

Mons. Angelo Spina ha aperto il suo intervento con un caloroso e sentito ringraziamento agli insegnanti per il loro spirito di comunione ancora più evidente in questo anno particolare, segnato dall’emergenza sanitaria. In particolare, ha espresso il desiderio di incontrare e dialogare con i “suoi” docenti in qualità di padre e pastore perché sia possibile condividere le realtà e le situazioni che stanno vivendo. Ha quindi riportato le parole del filosofo greco Zenone di Cizio proprio per sottolineare l’importanza del prendere tempo per l’ascolto: “la ragione per cui abbiamo due orecchie ed una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più, parlare di meno”.

L’Arcivescovo ha quindi posto l’accento sul grande potere educativo degli IdRC che hanno un’alta professionalità all’interno della scuola non solo come portatori di un messaggio culturale ma perché esempio di una testimonianza concreta. Gli insegnanti di religione sono infatti chiamati a essere uomini di fede che portano la loro testimonianza all’interno di una comunità, a cui tutti appartengono e all’interno della quale è utile e doveroso scambiarsi idee per poter crescere nella fede.

Ha poi proseguito parlando del Patto globale per l’educazione rilanciato da Papa Francesco, a seguito della pandemia, come via fondamentale per costruire un mondo più fraterno e solidale, in pace e giustizia. Ha quindi ribadito come la via dell’educazione sia l’unica strada percorribile per il cambiamento e per superare l’individualismo e il modo di relazionarsi contemporaneo. Tutti gli uomini nascono con le virtù cardinali – prudenza, giustizia, fortezza e temperanza – ma il battezzato riceve anche la forza delle virtù spirituali – fede, speranza e carità. Ecco quindi che ogni credente è chiamato a rispondere alle sfide e alle esigenze del mondo contemporaneo portando nel suo cammino la speranza che genera la carità. L’educare come atto di speranza porta l’uomo a creare relazioni in verticale, con Dio, in orizzontale, con gli altri uomini, e fuori di sé, ovvero con la natura e tutto il creato in un atto di consapevole responsabilità.

Mons. Spina ha concluso il pomeriggio soffermandosi sul rapporto tra fede e paura alla luce dell’emergenza Covid-19: alla paura infatti l’uomo può rispondere con il coraggio, sempre che lo trovi in sé. E il credente? Facendo riferimento al brano di Matteo (8, 23-27), in cui Gesù dorme durante la tempesta in barca mentre i discepoli sono terrorizzati, l’Arcivescovo ha evidenziato come la marcia in più dell’uomo credente sia nella fede in Cristo che lo sostiene nella fragilità e nelle prove più difficili.

Al termine dell’incontro si è svolta la Santa Messa nella solennità della Nascita di Giovanni Battista, concelebrata da Don Lorenzo e presieduta dall’Arcivescovo che ha voluto ringraziare Dio, che si manifesta come padre e madre di ogni uomo, per il dono della vita.

 

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