Cei: in preghiera per i migranti «naviganti in ricerca di futuro»

di Mimmo Muolo

Domenica prossima in tutte le parrocchie italiane si pregherà per i migranti e in particolare per quanti sono morti attraversando il Mediterraneo o sulle altre rotte. Si invocherà lo Spirito Santo affinché aleggi sulle acque e il Mare Nostrum non sia più un cimitero, ma un ponte tra il sud e il nord del mondo. E infine si chiederà l’intercessione del Signore per «leggi più giuste e solidali». È questa l’iniziativa annunciata ieri dalla presidenza della Cei «come segno concreto in occasione della festa di San Benedetto, Patrono d’Europa». In sostanza, durante le Messe verrà letta, al momento della preghiera dei fedeli, la seguente intenzione: «Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza. Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accompagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno. Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché sia- no fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture. Preghiamo». Sarà un modo, si legge nel comunicato diffuso ieri dall’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, «per fare memoria ed esortare ogni cristiano a essere», sull’esempio del Santo originario di Norcia, «messaggero di pace e maestro di civiltà».

L’iniziativa, spiega ancora la nota dei vescovi italiani, è stata presa in seguito al permanere di una situazione la cui gravità non accenna a diminuire. «Le tragedie che continuano a verificarsi nel Mediterraneo e lungo le diverse rotte marittime e terrestri scuotono le coscienze e chiedono di guardare con lucidità al fenomeno delle migrazioni», si legge infatti nel testo diramato ieri e che fa riferimento anche alle parole del Papa in due Angelus del mese scorso. «Il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande dell’Europa», disse Francesco il 13 giugno, aggiungendo il 20 giugno: «Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza!».

Anche i numeri confermano la gravità del fenomeno. Secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (Oim), nei primi cinque mesi dell’anno sono morte nel Mediterraneo centrale 632 persone (+200% rispetto allo scorso anno), di cui 173 accertate e 459 disperse. Sono più di quattro al giorno, a cui purtroppo occorre aggiungere le vittime degli ultimi tragici naufragi, tra cui quella delle Canarie che ha avuto una tremenda escalation nell’ultimo anno, e i tanti fratelli e le tante sorelle morti lungo il deserto del Sahara, in Libia o nei Balcani. «Di fronte a questo dramma – conclude la nota – , la Presidenza della Cei invita le comunità ecclesiali a non dimenticare chi ha perso la loro vita mentre cercava di raggiungere le coste italiane ed europee»