Convegno diocesano e mostra “Mettiti le mie scarpe” per la quinta Giornata mondiale dei poveri

In occasione della quinta Giornata mondiale dei poveri, celebrata domenica 14 novembre, la Caritas diocesana ha organizzato ad Osimo il convegno “I poveri li avete sempre con voi” e la mostra “Mettiti le mie scarpe”. Nella Sala San Francesco della Basilica di San Giuseppe da Copertino, Mons. Angelo Spina ha introdotto l’incontro sottolineando che «San Francesco comprese bene che l’unica vera ricchezza è quella del Cielo. Spogliandosi di tutto, facendosi povero con i poveri, scoprì la condivisione, “condividere”, dividere con. Il primo che gli ha insegnato a condividere con il fratello è stato Gesù che ha spezzato il pane e lo ha dato agli apostoli. Istituzione dell’Eucarestia, sì. Ma anche istituzione della condivisione. Durante il suo pontificato, anche Papa Francesco più volte ha messo i poveri al centro dei suo discorsi, sottolineando che non sono “scarti, uomini inferiori, persone fallite”, ma “un dono prezioso”. Nei poveri si manifesta la presenza di Gesù. “Se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro passaporto per il paradiso”.

Nel Messaggio per la Giornata mondiale dei poveri, il Papa ha lanciato un forte appello ai cristiani e ai governi di tutto il mondo a intervenire con urgenza. “Gesù – si legge nel documento – non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte”. Le sue parole “I poveri li avete sempre con voi” stanno a indicare anche questo: la loro presenza in mezzo a noi è costante, ma non deve indurre a un’abitudine che diventa indifferenza, bensì coinvolgere in una condivisione di vita che non ammette deleghe. I poveri non sono persone “esterne” alla comunità, “ma fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza, per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta e assicurata l’inclusione sociale necessaria”. Il Papa indica nei poveri una via. “I credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui”». Anche nella lettera pastorale consegnata alla Chiesa di Ancona-Osimo, l’Arcivescovo ha ricordato che «il pacco non basta. La prima e la più grande forma di carità è l’ascolto: prima ancora di risollevare dalla miseria materiale, siamo chiamati a riscattare la dignità di quanti soffrono nell’indigenza. Dare gli aiuti necessari è cosa buona, ma farsi prossimi a quelle che sono le periferie esistenziali è cosa eccellente».

Anche Simone Breccia, direttore della Caritas diocesana, ha sottolineato che «i poveri sono veri evangelizzatori e hanno molto da insegnarci. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli e ad accoglierli». Partendo dal messaggio di Papa Francesco, quest’anno ispirato all’episodio avvenuto a Betania, dove una donna rompe il vasetto di nardo per profumare il capo e i piedi di Gesù, Viviana De Marco, docente presso l’ISSR Marche, ha approfondito i temi della condivisione, della cura e dell’accoglienza, alla luce delle figure femminili presenti nei Vangeli, e ha sottolineato l’importanza della reciprocità. «Il prendersi cura non deve essere a senso unico, unidirezionale. È importante che ci sia un amore talmente grande – ha detto – in grado di suscitare nell’altro la risposta, la reciprocità. Nei Vangeli, tante donne ci mostrano come l’accoglienza, la cura, l’ascolto e la condivisione prendono la forma della reciprocità. Penso alla figura della samaritana che incontra Gesù al pozzo, l’incontro tra Maria ed Elisabetta, la suocera di Pietro che dopo essere stata guarita da Gesù si prende cura e inizia a servire gli altri».

L’incontro è terminato con tre testimonianze. La prima è stata quella di Claudio Pierini, presidente della Casa di Accoglienza Dilva Baroni, che da 33 anni accoglie persone malate e i familiari dei ricoverati presso gli ospedali della città. Questa ospitalità in un momento così delicato della loro vita è resa possibile grazie ai numerosi volontari che garantiscono ogni giorno l’accoglienza di chi bussa alla loro porta. Pierluigi Fontana ha invece parlato di Oltremare, un negozio tra Ancona e Camerano che, attraverso la vendita e la produzione di oggetti di design, si impegna a formare persone con disabilità nelle professioni artigiane, creando per queste nuove occasioni di lavoro. Infine Suor Settimia della Mensa del povero di padre Guido, ha raccontato l’impegno verso i poveri della città e l’accoglienza di donne in difficoltà e mamme con bambini. Tante persone hanno anche visitato la mostra “Mettiti le mie scarpe”, un percorso interattivo con testimonianze dalle “periferie esistenziali”, ascoltabili con smartphone e auricolari. La mostra ha coniugato le riflessioni all’interno del Messaggio del Santo Padre per la quinta Giornata Mondiale dei Poveri con le storie e le testimonianze raccolte all’interno delle opere e dei servizi della Caritas diocesana. È stata uno stimolo per imparare a mettersi le scarpe degli altri, perché siamo tutti sulla stessa barsca e, sentendoci fratelli, ogni storia può essere compresa e non giudicata.

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