Unità dei cristiani: celebrazione ecumenica nella parrocchia Santa Maria delle Grazie

“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2, 2). Questo versetto sulla visita dei Magi al Bambino Gesù ha guidato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, e gli appuntamenti in presenza e online organizzati dall’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, tra cui la celebrazione ecumenica che si è svolta sabato 22 gennaio nella parrocchia Santa Maria delle Grazie. Dopo l’introduzione di don Valter Pierini, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo, sono entrati in processione Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo, il Pastore Gionatan Breci (Chiesa Avventista del 7° Giorno), il Pastore Luca Anziani (Chiesa Valdese), Padre Dmitri Zhavko (Chiesa Ortodossa di Costantinopoli) e Padre Ionel Barbarasa (Chiesa Ortodossa Romena). I rappresentanti delle diverse confessioni cristiane si sono riuniti per pregare per l’unità della Chiesa e, come ha detto don Valter Pierini, «preghiamo anche per ciascuno di noi e per le nostre comunità, affinché possiamo essere luci che guidano gli altri verso Gesù Salvatore». Dopo la preghiera di lode e la confessione di peccato, è stata proclamata la Parola del Signore: Fiorella Carloni (cattolica) ha letto la prima lettura (Isaia 9,1-6), Liliana Anselmi (avventista) la seconda lettura (Efesini 5, 8-14) e don Valter Pierini il Vangelo secondo Matteo 2,1-12, in cui viene descritta la visita dei Magi a Gesù.

Tre le meditazioni. Padre Ionel Barbarasa ha sottolineato che «Gesù ci invita a pregare e a collaborare per la riconciliazione e il superamento delle nostre divisioni. Cristo nasce e diventa bambino per la nostra salvezza. Come gli angeli, i magi, i pastori e l’intera creazione Lo hanno accolto con devozione e la stella l’ha manifestato ai popoli, così spetta a noi convertirci ed unirci nell’unico corpo mistico per lodare ed inneggiare, con una sola voce e un solo cuore, il Suo Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». «Siamo insieme la Chiesa di Gesù Cristo  – ha detto il Pastore Luca Anziani – seguiamo il Signore e accogliamo la Sua luce. In questo tempo di crisi profonda, decidiamoci nuovamente per il Signore senza avere nulla nelle nostre mani se non il Vangelo di Cristo. Lasciamo da parte i nostri percorsi storici che spesso non abbiamo vissuto insieme. La Chiesa è la comunione dei credenti, abbiamo il compito di essere luce nel mondo, di denunciare il male e l’ingiustizia per obbedire al Vangelo».

Facendo riferimento alle letture, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che «tre luci ci vengono donate. La luce naturale che illumina ogni cosa, la luce della mente umana e della conoscenza, che ricerca la verità, e una luce teologale. I Magi che, avevano una profonda conoscenza, vedono la stella, una luce naturale, si mettono in cammino e trovano una luce teologale. Vedono Gesù e si prostrano, lo adorano e consegnano oro, incenso e mirra. Si spogliano di tutto e accolgono Gesù, la luce vera che dà senso all’esistenza. Lui è il nostro tesoro. Questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci invita a guardare Cristo, vera luce che illumina ogni uomo. È Lui che ci tiene uniti».

La stella è un dono, un segno della presenza amorevole di Dio. Con i suoi raggi, essa conduce l’umanità verso una luce più grande, Gesù. Nella diversità dei doni offerti dai Magi al Bambino si possono intravedere i doni particolari che ciascuna Chiesa possiede e che può condividere con le altre, così come è stato sottolineato durante la preghiera: «Come i Magi seguirono la stella fino a Betlemme, così noi siamo radunati sotto questa stella oggi per aggiungere la nostra stella al cielo, e unire i nostri doni e le nostre preghiere per l’unità visibile della Chiesa. Mentre camminiamo verso questa meta, possano le nostre vite dare insieme luminosa testimonianza, affinché altri possano pervenire alla conoscenza di Cristo». La celebrazione è terminata con la proclamazione del Credo Niceno-Costantinopolitano, e con le preghiere di intercessione e il Padre Nostro.

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