Visita pastorale nella parrocchia di San Sabino: l’Arcivescovo ha incontrato gli anziani della Casa di riposo Grimani Buttari

Nel giorno della festa della Beata Maria Vergine Addolorata, protettrice della Casa di riposo Grimani Buttari, e in occasione della visita pastorale nella parrocchia di San Sabino, l’Arcivescovo ha incontrato gli anziani ospitati nella struttura di Osimo e ha celebrato la Santa Messa con la “benedizione” della pioggia. Il forte temporale ha infatti interrotto la Messa celebrata inizialmente all’aperto e ha creato qualche difficoltà, ma non ha rovinato il bel momento di festa. Il presidente Fabio Cecconi e gli operatori della struttura hanno prontamente accompagnato gli ospiti all’interno della Casa e hanno trasportato la statua della Madonna dell’Addolorata e l’altare allestito all’esterno in uno dei saloni della Residenza dove è continuata la celebrazione. Nonostante la pioggia, prima della Santa Messa, è stata anche portata in processione la statua della Beata Maria Vergine Addolorata dalla fontana dei delfini fino alla Piazzetta dei Conti.

Durante l’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato che «sotto la croce c’era Maria. In quel momento è come se lei avesse detto a suoFiglio: anche se tutti ti hanno abbandonato, io non ti abbandonerò mai, le tue sofferenze sono le mie. È una mamma che partecipa pienamente alle sofferenze e al mistero della redenzione. Gesù sulla croce ha detto a Giovanni “Ecco tua madre” e a Maria “Ecco tuo figlio”, quindi Gesù non ci ha lasciato orfani ma ci ha donato una mamma che è la credente, la discepola. Una donna che soffre perché vede il Figlio morire e soffre per un’umanità violenta e aggressiva, ma lei ai piedi della croce non si ribella a Dio. In quella sofferenza soffre e offre e quel dolore anziché trasformarlo in rabbia e violenza lo trasforma in amore e misericordia. Nella Salve Regina noi infatti la preghiamo così: “Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi”. Maria è una donna che si è lasciata amare da Dio e ha amato suo figlio Gesù Cristo: come Lui ha donato il perdono, lei ha perdonato, come il suo Figlio ha sofferto, lei ha partecipato a quella sofferenza.

Noi cosa impariamo dalla croce? Anche la nostra vita è piena di tante croci. In questa Casa di riposo possono essere l’età, l’anzianità, la malattia o il fatto di non essere autosufficienti. Cosa ci insegna la Madonna? A partecipare a quella sofferenza. Ecco perché San Paolo scrive: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”. Dalla croce siamo quindi chiamati ad amare, come ha fatto Gesù Cristo. La croce ci insegna ad amare anche quando costa. Quando amiamo, la sofferenza non ci schiaccia e la croce diventa gloriosa. Per questo la Madonna è stata la donna della speranza, non si è fermata, ha saputo guardare oltre la croce, alla resurrezione».

L’Arcivescovo ha dunque pregato per tutti gli ospiti della Casa, «per le croci che ci sono nel mondo, ad esempio a causa della guerra, quante croci negli anziani a volte scartati dalla società. Ma in tutte queste croci troviamo il motivo per ricominciare ad amare come ha fatto la Madonna». Durante la Santa Messa i coniugi Papalini hanno anche festeggiato il 60esimo anniversario di matrimonio. Tenendosi per mano, hanno ricevuto la benedizione dell’Arcivescovo che ha benedetto anche gli anelli. È stato un momento commovente, dove il marito non ha mai lasciato la mano della moglie seduta in una carrozzina. Lei tenendo con l’altra mano un mazzo di fiori ha seguito la celebrazione con fede e amore.

La Santa Messa è poi continuata con l’offertorio dove sono stati portati all’altare una lanterna, simbolo della luce della santità familiare affinché risplenda in ogni famiglia l’amore di Dio e un aquilone formato da tanti cuori. Come ha infatti pregato una ragazza: «Maria Vergine Addolorata il tuo cuore colmo di amore per tutti i tuoi figli e il cuore caritatevole del conte Filippo Buttari uniti ai nostri formano un aquilone, ed è bello vedere l’aquilone di cuori volare in alto e scomparire tra le nuvole, ed è gioia vederlo librarsi in cielo con la nostra preghiera. Gesù apri i nostri cuori per amare e donare a questo mondo triste tanti sorrisi di gioia e di pace». Al termine della Santa Messa, il presidente Fabio Cecconi ha ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza e gli ha donato un ritratto realizzato da un ospite della Casa di riposo.

Fotogallery