Iniziata la visita pastorale dell’Arcivescovo nella parrocchia S. Maria della Misericordia

Con lo striscione “Benvenuto Angelo nostro Arcivescovo”, davanti alla parrocchia S. Maria della Misericordia, i ragazzi e la comunità parrocchiale hanno accolto Mons. Angelo Spina che lunedì 3 ottobre ha iniziato la sua visita pastorale nella chiesa di via Isonzo. Una parrocchia che desidera essere un segno di fede, speranza e carità nel centro di Ancona e che ha una storia lunga: costruita nel 1399, nella zona porto di Ancona, nacque per chiedere l’intercessione a Maria madre della Misericordia per liberare dalla pestilenza la città. In seguito, semi distrutta dopo il bombardamento del 1943, fu ricostruita nel 1958 in via Isonzo. Una lapide appesa sul muro di destra della chiesa ricorda ai fedeli questa origine.

La visita pastorale è iniziata con il tradizionale rito di accoglienza. Mons. Angelo Spina ha baciato il Crocifisso, ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta e ha fatto una breve sosta di silenziosa adorazione davanti al Santissimo Sacramento, dopodiché ha salutato i fedeli e li ha ringraziati per l’accoglienza e la numerosa presenza. «Con la visita pastorale del Vescovo – ha spiegato – è Gesù che visita la vostra comunità. Come successore degli apostoli, sono venuto per annunciarvi la buona notizia del Vangelo, celebrare i sacramenti ed essere segno di unità». L’Arcivescovo ha anche parlato del dipinto della chiesa, posto dietro l’altare, perché «mi ha sempre colpito la luce che ci mostra Dio amore, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Anche Maria è raffigurata con il volto pieno di luce che proviene dallo Spirito Santo. Lei è la creatura più bella che sia mai esistita e ci porta a Gesù che è il volto della misericordia del Padre. Nella Salve Regina recitiamo “Volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi” perché è una mamma che ha compassione, si prende cura delle nostre miserie e ci conduce a Gesù. Maria, al centro del quadro, ha le braccia allargate e sotto il suo manto che indica protezione ci siamo tutti noi, i bambini, le famiglie, i religiosi e un povero che sta davanti a tutti». Nel dipinto ci sono anche la cattedrale di San Ciriaco, l’arco di Traiano e una nave che sta arrivando, che indica che «Ancona è aperta al mondo, è la porta di Oriente e, come ho aggiunto nell’anno francescano, è anche la via della pace».

Dopo il saluto di Mons. Angelo Spina è iniziata la Santa Messa e il parroco don Lorenzo Tenti, a nome di tutta la comunità, ha dato il benvenuto all’Arcivescovo e ha raccontato la storia della parrocchia e il cammino che la comunità parrocchiale sta facendo. «Siamo consapevoli della necessità di un cammino personale e comunitario – ha detto – e in questo ci è stato di sostegno il cammino sinodale iniziato lo scorso anno nella nostra Arcidiocesi in comunione con tutta la Chiesa attraverso il richiamo al dialogo, alla preghiera e all’accoglienza verso tutti e, in modo particolare, verso i più bisognosi: è stato un notevole aiuto per riprendere quella vitalità persa durante il tempo della pandemia e anche per riscoprire un modo nuovo di stare con Cristo e con tutta l’umanità che ci circonda. La popolazione di questa parrocchia è costituita da famiglie di lavoratori e professionisti che risentono una crisi umana, economica e sociale che in alcuni casi crea particolari difficoltà in ambito familiare e lavorativo. Sono presenti anziani che richiedono molteplici attenzioni non solo mediche ma anche relazionali, e l’attività pastorale viene incentrata sulla catechesi dei ragazzi e sulla realtà oratoriale per coinvolgere i giovani insieme alle loro famiglie. L’ambito della carità è seguito dal diacono Andrea che si prodiga in quei casi che richiedono risorse economiche e soprattutto vicinanza umana. Ci affidiamo alla nostra Madre di Misericordia affinché questa visita pastorale possa essere un tempo di evangelizzazione, preghiera e speciale comunione».

Durante la Santa Messa, l’Arcivescovo ha fatto la prima catechesi sul Credo, che continuerà nel corso della settimana, dopodiché ha incontrato il consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli affari economici. Durante l’incontro i parrocchiani hanno spiegato tutto ciò che stanno facendo, dalle attività dell’oratorio al catechismo, hanno raccontato le loro difficoltà e chiesto come coinvolgere i i giovani, le famiglie e tutte le persone che vivono nel territorio della parrocchia e non frequentano la chiesa. L’Arcivescovo ha sottolineato l’importanza dell’evangelizzazione dei ragazzi che «hanno bisogno di educatori e persone formate che li guidino. Gli oratori devono essere luoghi di vita e di incontro, non solo spazi in cui si gioca. Dovete fare non tanto qualcosa per i giovani, ma qualcosa con loro, cioè ascoltarli e accogliere le loro proposte». Mons. Angelo Spina ha anche parlato della necessità di essere attenti agli altri, a tutte le povertà, «da quelle materiali a quelle spirituali perché, come ha detto Papa Francesco, la più grande povertà oggi è la mancanza di Dio. Noi siamo chiamati a seminare. Andate dunque avanti con entusiasmo, senza arrendervi. Se la comunità è viva, anche chi è lontano e non frequenta la chiesa, se ne accorge e ne ha stima».

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