La lunga notte delle chiese: arte e musica a Santa Maria della Piazza 

venerdì 4 Giugno

Dopo tanta attesa, si riparte venerdì 4 giugno con questa bellissima iniziativa nazionale: La lunga notte delle chiese.

Dalle ore 21.15 e non oltre le ore 22.45, la chiesa di Santa Maria della Piazza sarà aperta al pubblico per scoprire attraverso continue visite guidate le meraviglie del suo portale, delle sue vicende storiche e dei suoi splendidi sotterranei paleocristiani. In contemporanea i visitatori potranno fermarsi in chiesa per godere di un intervento musicale a cura della prof.ssa Melissa Cantarini, docente di violino dei Cantieri Musicali Ancona.
L’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e il Museo diocesano di Ancona adereriscono alla notte bianca dei luoghi di culto, un evento organizzato dall’associazione BellunoLaNotte con la collaborazione delle Diocesi partecipanti e il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Senato della Repubblica e del Ministero della Cultura. Un’importante e imperdibile occasione per ripartire e fare rete tra le realtà diocesane e il territorio.
Info: ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 3208773610

“Arte e Fragilità”

Anche l’arte vuol dire prendersi cura, non solo della fragilità di opere e monumenti, ma anche dell’anima. Perché l’incontro con la bellezza è sempre una cura per l’anima. Non per niente colui che lavora a stretto contatto con la bellezza si definisce curatore d’arte.

Da una parte curiamo la bellezza e dall’altra la bellezza cura noi. In generale l’arte ci si presenta come espressione di un concetto, di un’idea, di un sentimento e quindi di una parte dell’artista. L’artista stesso include nell’opera il suo essere umano e fotografa in un momento una sensazione che per quanto siano finiti i sostegni su cui la produce continua a nascere negli occhi di chi la guarda.

Curare un’opera è curarsi anche di ciò che esprime e che potrà suscitare in chi la osserva. Così come Umberto Eco diceva del libro, cioè che è compito del lettore completarlo e riempirne gli spazi vuoti, così possiamo dire che l’arte, che come la letteratura è un linguaggio, ha bisogno di sguardi per vivere.

Le mascherine possono bloccare i sorrisi e a volte le parole ma non gli occhi che continuano a guardare l’arte e di conseguenza il prossimo: com’è bello guardarsi negli occhi dopo esserseli riempiti di sculture e architetture? Si crea una linea di comunicazione che apre ad un nuovo dialogo, ad una vicinanza che prima non c’era, frutto di un’esperienza comune.

04/06/2021 21:15
04/06/2021 22:45
Beni culturali, Museo
Ancona
Marche
Italia