Tantissimi fedeli hanno partecipato alla Santa Messa in suffragio di Papa Francesco nella Cattedrale di San Ciriaco, presieduta giovedì 24 aprile da Mons. Angelo Spina e concelebrata dai sacerdoti della diocesi. L’Arcivescovo ha ringraziato il Signore per il «luminoso pontificato» del Santo Padre e ha ricordato gli insegnamenti e la ricchezza del suo magistero, dalle Esortazioni apostoliche alle Encicliche, la «predilezione per questa nostra terra delle Marche, la visita a Loreto il 25 marzo 2019 e nelle zone terremotate, Arquata del Tronto e Camerino il 16 giugno 2019», gli incontri con il Papa in Vaticano e alcuni momenti che sono scolpiti nelle menti e nei cuori di tutti, come l’immagine del Santo Padre, da solo, in silenzio, su una Piazza San Pietro vuota, in occasione del “Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia”, così come il capo chino e le lacrime davanti all’Immacolata, alla quale spesso ha affidato l’angoscia per il dramma delle guerre, chiedendo a tutti di diventare artigiani di pace. Lo ha quindi affidato al Signore, sottolineando che è stato un «Pastore secondo il cuore misericordioso del Padre. Sin dall’inizio del suo ministero petrino, ha mostrato una particolare vicinanza al suo gregge, che ha condotto con sapienza e coraggio».
Omelia Santa Messa di suffragio per Papa Francesco (24 aprile 2025, Cattedrale San Ciriaco)
Cari fratelli e sorelle, sono ancora negli occhi di tutti le ultime immagini di Papa Francesco, mentre attraversava Piazza San Pietro, in mezzo alla folla, nella Domenica di Risurrezione e dava la benedizione urbi et orbi, affaticato ma sempre con il suo sorriso. La notizia diffusa il lunedì in albis, che alle 7.35 il Santo Padre era tornato alla Casa del Padre ci ha scossi, come un fulmine a ciel sereno e ci ha prostrati nel dolore. Il mondo intero si è raccolto in preghiera alla notizia. Le tante testimonianze che i media e i social ci hanno fatto giungere in questi giorni sono segno di un affetto immenso del mondo intero per Papa Francesco. Ciascuno di noi porta nel cuore l’immagine di un suo gesto, di una sua parola o di un incontro, per chi ha avuto la possibilità di avvicinarlo.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato che ci parla di Gesù Risorto è per noi segno di viva speranza. È proprio la contemplazione del Risorto, il Cristo Buon Pastore, a sostenere la Chiesa in questo momento in cui eleva la sua preghiera di suffragio per Papa Francesco, Vescovo di Roma e Primate d’Italia. Con parole incisive e gesti profetici, Papa Francesco si è rivelato davvero Pastore di tutti secondo il cuore misericordioso del Padre (cf. Ger 3,15). Sin dall’inizio del suo ministero petrino, ha mostrato una particolare vicinanza al suo gregge, che ha condotto con sapienza e coraggio. Questa sera ringraziamo il Signore per il suo luminoso pontificato.
Quanti insegnamenti e quanta ricchezza nel suo magistero. Ricordiamo le Esortazioni apostoliche: Evangelii gaudium (24 novembre 2013) con quell’incipit che chiamava tutta la Chiesa a porre al centro il Signore Gesù: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni».
L’Amoris laetitia (19 marzo 2016), esortazione sull’amore nella famiglia e le grandi sfide della famiglia nel mondo di oggi, all’insegna della misericordia e dell’integrazione. La Gaudete et exsultate (19 marzo 2018) sulla chiamata alla santità; la Christus vivit firmata a Loreto nella santa Casa il 25 marzo 2019, in cui invita i giovani a non lasciarsi rubare la speranza; la Querida Amazonia (2 febbraio 2020) riguardante le preoccupazioni per il nostro pianeta; la Laudate Deum (4 ottobre 2023) sui cambiamenti climatici in cui ha scritto: «Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso». E poi le Encicliche Lumen fidei (29 giugno 2013). La fede illumina la vita dell’uomo. Chi crede, vede. Chi crede, non è mai solo, perché la fede è un bene per tutti, un bene comune che aiuta a distinguere il bene dal male, a edificare le nostre società, donando speranza. La Laudato si’ (24 maggio 2015) sull’ecologia integrale in cui mostra tutta la sua preoccupazione per la custodia del creato, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società.
La Fratelli tutti (3 ottobre 2020) in cui ha indicato come la fraternità e l’amicizia sociale sono le vie per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. In questo documento viene ribadito con forza il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza. Dilexit nos (24 ottobre 2024), il documento del Papa sulla devozione al Cuore di Gesù. E poi le tante lettere apostoliche, le bolle pontificie sull’indizione del Giubileo della misericordia Misericordiæ Vultus (11 aprile 2015) e quella sul Giubileo che stiamo vivendo, Spes non confundit (9 maggio 2024).
«Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, nessuno di noi è un’isola, […] possiamo costruire il futuro solo insieme, senza escludere nessuno», è stato uno degli insegnamenti più incisivi del suo Pontificato, che ha attraversato il dramma della pandemia, con il suo carico di dolore, di solitudine e di morte. L’incedere del Santo Padre, da solo, in silenzio, su una Piazza San Pietro vuota, in occasione del “Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia” (27 marzo 2020), resta scolpito nelle menti e nei cuori di tutti. Così come il capo chino e le lacrime davanti all’Immacolata, alla quale spesso ha affidato l’angoscia per il dramma delle guerre, chiedendo a tutti di diventare artigiani di pace, ogni giorno, nelle pieghe della quotidianità, in ogni ambito di vita. I suoi continui appelli contro la guerra, definita “follia”, “inganno”, e la preghiera costante per la pace che si raggiunge riconoscendosi nella comune umanità, sono segni di una passione per l’umanità intera. Lo ringraziamo, in modo speciale, per il dono del Cammino sinodale e l’incessante incoraggiamento ad andare avanti insieme.
Papa Francesco ha avuto una speciale predilezione per questa nostra terra delle Marche con momenti di straordinaria intensità emotiva, attraversati dalla fede, dalla speranza e dalla solidarietà: quando si è recato a Loreto il 25 marzo 2019 e nelle zone terremotate, Arquata del Tronto e Camerino il 16 giugno 2019. Più volte da lui stesso è stato ricordato l’incontro avuto in Vaticano con i pescatori di San Benedetto del Tronto il 18 gennaio 2020, in cui elogiava il loro ruolo prezioso nella tutela del mare, liberandolo dalla plastica e nella salvaguardia delle tradizioni locali. Lo scorso anno tutti noi vescovi delle Marche siamo stati ricevuti per la Visita ad limina l’11 marzo 2024. Ci ha ascoltato uno per uno. Due ore circa di colloquio spontaneo, con domande e risposte sulle nuove sfide che attendono la Chiesa marchigiana, dopo il sisma, la pandemia e l’alluvione. Dal Santo Padre abbiamo ricevuto parole schiette, sincere, cariche di speranza e di incoraggiamento.
Mi è rimasta impressa l’immagine di quando, al termine dell’incontro, doveva alzarsi e non riusciva, ero lì vicino e mi ha detto: “Dammi una mano, mi fa male il ginocchio”, con spontaneità ho messo il braccio sotto il suo e si è messo in piedi sorridendomi e dicendomi: “grazie! “grazie”. Tante volte ho incontrato Papa Francesco e vivo è il ricordo di quando ho accompagnato, insieme all’Associazione Opere Caritative Francescane, le persone affette da HIV/AIDS e donne e persone che avevano subito violenze. Ci incontrò stando con noi due ore, in una stanza vicino all’Aula Paolo VI, ascoltando tutti. Al termine aveva fatto preparare un panino per noi scusandosi che non poteva trattenersi a mangiare con noi perché aveva altri impegni. Altri ricordi vivi sono quando gli abbiamo portato il covo di Campocavallo di Osimo in Vaticano, da lui benedetto, e poi l’Associazione volontariato e sport di Falconara, i giovani alle Giornate della gioventù a Panama, a Roma, a Lisbona. Porto con me tanti ricordi e la personale gratitudine a Papa Francesco che il 14 luglio 2017 mi ha nominato Arcivescovo Metropolita, chiamandomi a servire questa amata Chiesa di Ancona-Osimo.
Nel Vangelo di oggi abbiamo letto che Gesù appare ai discepoli e li saluta con queste parole: «Pace a voi». Questo non è un vago augurio, bensì il primo dono del Risorto. La presenza di Gesù porta con sé la pace, anzi lui stesso è la pace, in ebraico shalom vuol dire pienezza, completezza. Ma Gesù, per renderli finalmente credenti, deve riprendere la sua predicazione, l’annuncio del Vangelo da lui fatto fino alla morte. Chiede di ricordare le parole dette mentre era con loro. Ed ecco che, mentre il Risorto ricorda e spiega la parola di Dio contenuta nelle sante Scritture, opera il vero miracolo: “aprì loro la mente per comprendere le Scritture”. I discepoli, così “aperti”, possono ora ricevere il mandato per la loro testimonianza e la loro missione. Hanno capito che il cuore del Vangelo è la passione, morte e resurrezione del Signore, e che questo è il fondamento della fede cristiana, dal quale scaturisce l’annuncio del perdono dei peccati, della misericordia di Dio per tutte le genti della terra: non solo per il popolo di Israele, ma per tutti. C’è un detto di un padre del deserto che mi sembra commentare mirabilmente questa pagina evangelica: “Credere alla parola del Signore è molto più difficile che credere ai miracoli. Ciò che si vede solo con gli occhi del corpo, abbaglia; ciò che si vede con gli occhi della mente che crede, illumina”.
Papa Francesco ora è nella Casa del Padre. Al termine di ogni incontro diceva sempre: «Non vi dimenticate di pregare per me!» e noi non abbiamo dimenticato queste parole e questa sera siamo qui con la nostra umile preghiera ad affidare la bella anima del Pastore della Chiesa alla misericordia di Dio perché possa contemplare eternamente il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, con la Beata Vergine Maria nella gloria degli Angeli e dei Santi. Amen.
Fotogallery