Visita pastorale: incontro con i catechisti, la Passatempese e le associazioni

L’annuncio del Vangelo, rinnovando la catechesi e coinvolgendo le famiglie, il cammino sinodale, la nascita dell’oratorio per i giovani, la vicinanza agli anziani e ai malati. Sono alcune delle indicazioni suggerite da Mons. Angelo Spina ai gruppi parrocchiali incontrati durante la visita pastorale nella parrocchia San Giovanni Battista a Passatempo (22-28 settembre). In questa settimana l’Arcivescovo ha celebrato ogni giorno la Santa Messa nella chiesa parrocchiale (una sera anche nella chiesa Paradiso), approfondendo il Credo Apostolico, e ha incontrato il consiglio pastorale e il gruppo liturgico, il consiglio per gli affari economici, il gruppo dei festarini e coloro che si occupano della manutenzione e della pulizia della chiesa, il coro e il gruppo impegnato nelle decorazioni all’uncinetto. Ha visitato gli ammalati, le scuole e alcune aziende.

Tra gli incontri, anche quello con i ministri straordinari della comunione, coloro che organizzano il Grest e i catechisti. Il parroco don Pierre-Andrè ha raccontato che da tre anni la parrocchia organizza il Grest per i bambini e offre questo servizio gratuitamente alle famiglie. «È impegnativo – ha detto – ma lo facciamo con lo spirito del Vangelo, con amore e generosità». Gli educatori del Grest hanno quindi spiegato che in questi anni hanno scelto alcuni temi, come la fraternità universale con l’enciclica Fratelli tutti, e l’ecologia e il rispetto della nostra Madre Terra con la Laudato si’. Hanno poi mostrato all’Arcivescovo alcuni oggetti realizzati con i bambini, dalle candele agli animali modellati con la creta, fino all’albero di ulivo piantato vicino alla parrocchia, simbolo di pace.

Mons. Angelo Spina li ha ringraziati e li ha invitati ad aprire nella parrocchia l’oratorio: «I ragazzi hanno bisogno di luoghi in cui possano incontrarsi e sentirsi amati. L’oratorio deve diventare la casa dei giovani e delle famiglie. Qui devono sentirsi a casa. Voi però non siete delle babysitter, l’oratorio deve avere un progetto educativo. Deve essere un luogo di incontro e dialogo, in cui i bambini e i ragazzi possono scoprire e approfondire la fede». Gli educatori poi «non devono essere come vigili urbani, ma persone amiche. Dobbiamo non proibire, ma aiutare i giovani a capire ciò che non è un bene per la loro vita. Ad esempio aiutarli a comprendere che non è una cosa buona ascoltare musiche con testi pieni di brutte parole».

I catechisti hanno poi condiviso la loro difficoltà nel coinvolgere le famiglie e hanno chiesto consigli su come impostare gli incontri di catechismo. L’Arcivescovo ha ricordato che da alcuni anni la diocesi ha intrapreso un cammino di rinnovamento della catechesi e li ha invitati a leggere il documento diocesano Il cammino della fede, chiamati dal Signore Gesù per seguirlo. – Scelte pastorali per l’annuncio e la catechesi – Itinerari per l’Iniziazione Cristiana”. «Il Vangelo non cambia, – ha spiegato – ma la società in cui viviamo è cambiata ed è necessario sperimentare un nuovo modo di trasmettere la fede. Bisogna abbandonare il paradigma scolastico, il catechismo non deve essere una lezione in classe. È un cammino per incontrare Gesù». Fondamentale è il coinvolgimento delle famiglie, ma l’Arcivescovo ha sottolineato che «non bisogna costringere nessuno, la fede non si impone. È necessario aiutare i genitori a capire quanto la fede possa essere un dono per la loro vita e per quella dei loro figli». Ha quindi invitato i catechisti a partecipare al corso di formazione proposto dalla diocesi.

Mons. Angelo Spina ha anche ringraziato i ministri straordinari della comunione e li ha invitati a portare l’Eucarestia la domenica ai malati e agli anziani. «Oggi tanti vivono la solitudine – ha detto – e quando portate la comunione e andate a trovarli, mostrate loro che il Signore non li abbandona e che la comunità li pensa. È un momento di consolazione. Voi portate Gesù vivo, non un’immaginetta, e con il contatto umano, l’ascolto e la preghiera, li fate sentire parte della comunità».

Durante la settimana, l’Arcivescovo ha incontrato anche le associazioni, tra cui l’Associazione Polisportiva Dilettantistica Passatempese e “Senso Unico“. Il presidente della Passatempese Maurizio Ghergo, accogliendo Mons. Angelo Spina, don Pierre-Andrè, il presidente di “Senso Unico” Enrico Maria Mazzieri e l’archivista parrocchiale Giuseppe Lanari, ha spiegato che i ragazzi sono circa 180 e ha mostrato il nuovo campo di calcio, inaugurato il 21 settembre. Mons. Angelo Spina ha giocato con i ragazzi, calciando il pallone, e ha ricordato che il calcio è «un gioco di squadra, che insegna a stare con gli altri. È uno strumento educativo, in cui i ragazzi divertendosi imparano a socializzare, a rispettare le regole e a lavorare insieme a un gruppo di compagni. Lo sport dona tanta gioia, ma anche alcune sofferenze. Non sempre si può vincere. Bisogna imparare anche a perdere, perché dalle sconfitte si impara a fare meglio». L’Arcivescovo li ha anche invitati a ringraziare Dio che ha donato loro la gioia di giocare e i piedi per calciare e ha sottolineato cosa non deve esserci nello sport, «la violenza e il doping. Lo sport deve essere leale».

Giuseppe Lanari ha poi sottolineato il legame della parrocchia con le associazioni, tra cui l’A.S.D. Passatempese, nata nel 1968 da un’idea dell’allora parroco don Sisinio Moretti, e grazie alla contessa Gallo che donò i terreni dove oggi sorgono i campi da calcio. Legata alla parrocchia è anche l’associazione “Senso Unico” e il presidente Enrico Maria Mazzieri ha raccontato che «è nata nel 2013 grazie a un gruppo di ragazzi. Cerchiamo di animare la frazione con eventi, ad esempio il Carnevale fuori stagione, le mostre e la presentazione di libri. La collaborazione con la parrocchia e la Passatempese è ciò che rende gli eventi speciali».

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