Veglia per la quarta Giornata Mondiale dei Poveri: “Tendi la tua mano al povero”

Il 15 novembre si celebrerà la quarta Giornata Mondiale dei Poveri, che Papa Francesco ha dedicato al tema “Tendi la tua mano al povero” (Sir 7,32). In preparazione a questa giornata, la Caritas ha organizzato una veglia diocesana, giovedì 12 novembre presso la Parrocchia S. Maria delle Grazie di Ancona, durante la quale i presenti hanno pregato anche per l’ordinazione diaconale del seminarista Lorenzo Rossini.

Durante la veglia, sono stati letti alcuni brani del messaggio del Papa per la quarta Giornata mondiale dei poveri e sono state ascoltate cinque testimonianze: un seminarista, una diacono, un operatore Caritas, un giovane dell’Associazione Casa dei giovani Piero Alfieri e un padre di famiglia appartenente alla Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, hanno raccontato la loro esperienza a contatto con i poveri e i più fragili.

Come riporta il messaggio del Papa: «Sempre l’incontro con una persona in condizione di povertà ci provoca e ci interroga. Come possiamo contribuire ad eliminare o almeno alleviare la sua emarginazione e la sua sofferenza? Come possiamo aiutarla nella sua povertà spirituale? La comunità cristiana è chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le è lecito delegarla ad altri. E per essere di sostegno ai poveri è fondamentale vivere la povertà evangelica in prima persona. Non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità».

«Il vero povero è Dio che si fa uomo. Lui si è fatto prossimo – ha detto Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – ha provato compassione per l’umanità ed è venuto ad arricchirci perché il tesoro di Gesù é la sua comunione con il Padre. La povertà di Gesù è un’obbedienza totale al Padre e, in virtù di questa obbedienza, si china verso di noi e ci annuncia il regno di Dio. Gesù è il vero povero che porta a noi Dio, il vero tesoro. Oggi la chiesa è chiamata ad essere discepola di Gesù e a portare al mondo Cristo. L’uomo ha bisogno di cose, ma soprattutto di Dio, perché le cose si usano e passano, ma Dio è il tesoro che mai scompare».

Ricordando il messaggio del Papa, l’Arcivescovo ha sottolineato che «al di là di quello che noi facciamo per i poveri, oggi sono i poveri che ci stanno evangelizzando perché Gesù in quei poveri si rende presente: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere”…Non voltiamoci dunque dall’atra parte, oggi c’è bisogno di comprensione e di gratuità. “Comprensione” “cum prehendere”, cioè prendere insieme. In questo ci è di aiuto la parabola del Buon Samaritano. É uno che prende con sé il mal capitato incappato nei briganti. Egli lo vede e lo prende con sé, gli medica le ferite, lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta alla ristorazione, lo affida a chi può prendersene cura e paga quanto è dovuto e tutto gratuitamente. La gratuità significa donare, senza aspettarsi qualcosa in cambio».

 

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