Storia di Gesù in Versi

Retro del libro

Copertina del libro con immagine dell’ultima cena

L’autore, ottantasettenne ha scritto in quest’ultimo anno questo libro in poesia sulla storia di Gesù.
Lo vogliamo segnalare perchè è l’ultima opera che viene dalla penna di uno scrittore anconetano Antonio Ferretti, autore premiato di diverse altre opere, sottolineando la sua sensibilità ai temi che “aiutano a pensare”. Invitiamo, per capirne la profondità, a leggere la prefazione che pubblichiamo di seguito.

Info
info@danieleferretti.it
Cell..3287513900


Quando si legge “Breve storia di Gesù in versi” come titolo di un libro ci si aspetta un’opera come ce ne sono tante.
Ma quale sorpresa aprendo il libro. Che poesia! Ti prende la vertigine e pensi a Dante. Nella struttura, costante per tutta l’opera, di strofe con rima (in Dante terzine concatenate, qui sestine con i primi quattro versi a rima alternata e gli ultimi versi a rima baciata), e con versi endecasillabi. È la Divina Commedia della vita di Gesù. Questo accostamento viene spontaneo fare, anche se con un dire un po’ estroso: “La Divina Commedia della Vita di Gesù”. Quasi quasi come alternativa al titolo. Ci introdurrebbe subito nella poesia. E commedia e non tragedia perché Gesù ha vinto la morte.

Un libro siffatto è certamente un libro ispirato. E vien da pensare pure a san Girolamo. Un impegno ben consistente, sicuramente guidato dallo Spirito Santo. Immagino il poeta al tavolino come san Girolamo.

Ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte, come sono pure di grande valore artistico i dipinti che sono intercalati tra le pagine. Un’opera preziosa. Un’opera da rispettare alla maniera di Machiavelli che si cambiava di abito per mettersi il migliore quando si accingeva alla lettura di un’opera letteraria. Un libro cui riservare un posto speciale nella libreria, un libro da custodire, trattare bene come qualcosa di sacro.
Questi sentimenti e questi pensieri suscita l’approccio all’opera di Antonio Ferretti. Non è certo, quello del poeta, il linguaggio di Dante (sono passati tanti secoli!) ma come Dante scelse il Volgare, e non la lingua classica, la latina, così il nostro Autore, non scrive alla maniera aulica, con preziosismi poetici, con raffinatezze umanistiche, ma nel linguaggio della Sacra Scrittura, che tanto scandalizzò sant’Agostino, lui retore sopraffino

Quello di Antonio Ferretti è lo stile che potremmo chiamare evangelico. Lo stile di Gesù. Chiaro, essenziale, comprensibile da tutti. Il linguaggio della esistenza. Ma non per questo meno elegante, fine, gentile, che non esclude neanche l’alta poeticità. Nella Bibbia basti pensare al Cantico dei Cantici. E ancora con una prerogativa particolare: rendere semplici e facili a comprendersi concetti densi di significato teologico, concetti profondissimi e che trascendono anche l’ambito terreno per sconfinare in quello soprannaturale.

Un sommesso intento, direi apostolico, missionario, si avverte tra le pagine. La volontà cioè di condurre a Dio una società sbandata, disorientata, chiusa nel suo egoismo e nel suo individualismo. Si parla dei tempi di Gesù ma sembra che gli ammonimenti talora gravi del Figlio di Dio, siano rivolti, attraverso i suoi versi, agli uomini di oggi, che corrono dietro a valori fallaci, perduti per strade che non conducono al bene, alla verità. Nella voce di Gesù è come se si avvertisse pure la voce del nostro autore che rivolge un accorato e paterno richiamo ai valori veri, quelli cristiani che rimangono sempre universali e intramontabili. E lo fa con parole suadenti e incoraggianti, miti e pacati, lontano dalla veemenza di Giovanni il Battista. Risalta infatti in tutta l’opera la delicatezza del porgersi, la dolcezza della persuasione.

L’esigenza di far conoscere la storia di Gesù nasce in Antonio Ferretti sicuramente dalla convinzione profonda che Dio è l’unica via per risollevare l’uomo, e non solo, ma per fargli pure comprendere quale sia la sua vera essenza, che può emergere solo come diceva sant’Agostino, accostandosi alla Parola del Signore, alla vita di Gesù. Il nostro poeta, sulla scia del grande santo infatti sembra riecheggiare il suo noto detto “Conosci Dio e conoscerai te stesso”.

Maria Elena Mignosi Picone