Santa Messa con canto del Te Deum: l’Arcivescovo ha ringraziato Dio per il dono di Benedetto XVI

A poche ore dalla morte di Benedetto XVI, il 31 dicembre l’Arcivescovo Angelo Spina ha presieduto la Santa Messa nella Cattedrale di San Ciriaco con il canto finale del Te Deum e nell’omelia ha ringraziato Dio per «averlo donato alla Chiesa e al mondo» e per la sua testimonianza di fede, umiltà e carità. Indossando la casula che il Papa emerito indossò nel settembre del 2011 ad Ancona, quando partecipò al Congresso Eucaristico Nazionale, e utilizzando durante la celebrazione il calice che Benedetto XVI donò all’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, Mons. Angelo Spina ha raccontato di averlo incontrato tante volte e ha sottolineato che era una persona «tenerissima, umile e attenta, con una grande fede e profonda umanità. Un servo fedele che tanto ha lavorato per la vigna del Signore e con la sua intelligenza ha saputo scandagliare l’oceano della fede. Quanti scritti ci ha lasciato, in particolare l’enciclica “Deus caritas est” (in italiano Dio è amore) che ci ricorda la ricchezza dell’insegnamento di papa Benedetto proprio in relazione alla promozione della carità nella comunità cristiana». L’Arcivescovo ha anche ricordato che, accogliendo l’invito di papa Francesco, in questi giorni la Chiesa di Ancona- Osimo ha accompagnato il Papa emerito con la preghiera: «Chiediamo ora al Signore, insieme a tutta la Chiesa, che lo accolga tra le sue braccia e lo ricompensi con i suoi doni».

Nel 2021 l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo ha celebrato il decennale del Congresso Eucaristico Nazionale, un’occasione per meditare il mistero eucaristico, fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Il tema del congresso “Signore, da chi andremo?” fu scelto perché si avvertiva la necessità di ricentrare la vita su Cristo Signore. Nei tre discorsi di Benedetto XVI (durante la Messa nell’area della Fincantieri, in Cattedrale ai sacerdoti e agli sposi e in piazza del Papa ai fidanzati), il Papa aveva indicato l’Eucarestia come principio di unione caritativa nella vita sociale, nel ministero sacerdotale e sponsale e per la formazione di un amore vero e stabile per i fidanzati.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha anche ringraziato il Signore per questo anno trascorso che è stato «un dono di Dio. Abbiamo vissuto tanti eventi difficili che hanno messo alla prova la nostra umanità e hanno interrogato la nostra fede: il covid, la guerra in Ucraina, le alluvioni e il terremoto. Questi fatti ci interrogano, ci mettono alla prova, ma l’uomo e la donna di fede davanti a tutto ciò che avviene hanno sempre una luce interiore, una speranza, una grande carità. Ringraziano Dio che sempre è accanto nel momento della prova, che dà conforto e asciuga le lacrime». Mons. Angelo Spina ha poi ricordato che «nel 2022 la Chiesa ha camminato accanto ad ogni persona, con il cammino sinodale, in ascolto di tutti. È stato un tempo di evangelizzazione, ognuno deve ricevere la buona notizia del Vangelo. Nella nostra Arcidiocesi ho anche vissuto tante visite pastorali nelle parrocchie e ci sono stati due segni importanti ad Ancona: il restauro e la riapertura della chiesa di San Biagio che ospita l’adorazione eucaristica, e la ristrutturazione della chiesa di Santo Stefano che ora ospita la nuova mensa Caritas diocesana. Questi segni sono stati possibili grazie alla fede, generosità e carità del popolo di Dio».

Nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, l’Arcivescovo ha ringraziato Dio anche per il dono della Madonna, «la donna più santa che celebriamo come theotokos, che significa appunto madre di Dio» e ha parlato della «divina maternità di Maria e del suo sì a Dio nella fede e nell’obbedienza. Che la Madonna ci protegga e ci guidi in questo nuovo anno e chiediamo al Signore di restare con noi, tutti i giorni, soprattutto quando avanzano le ombre della sera. Signore cammina con noi perché possiamo essere fedeli al tuo infinito amore». La celebrazione è terminata con il canto di ringraziamento del Te Deum, intonato dalla Cappella musicale San Ciriaco.

Fotogallery