Presentato il libro su Padre Bernardino Piccinelli “Un pastore con l’odore delle pecore”

Un pastore con l’odore delle pecore” è il titolo del libro su Padre Bernardino Maria Piccinelli (1905-1984), frate dell’Ordine dei Servi di Maria, parroco per tanti anni della parrocchia del Sacro Cuore di Ancona, e vescovo ausiliare di Ancona. In occasione dell’anniversario della sua nascita, la casa editrice Shalom ha pubblicato questo agile volumetto che è stato presentato sabato 25 gennaio, presso la Cattedrale di san Ciriaco, alla presenza di Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, Padre Franco M. Azzalli (OSM), postulatore delle cause di beatificazione dell’Ordine dei Servi di Maria, e Padre Girolamo M. Iotti (OSM), curatore del libro. L’incontro è stato moderato dal giornalista Rai Vincenzo Varagona.

Il Servo di Dio padre Bernardino Maria Piccinelli è stato una figura di spicco della vita sociale ed ecclesiastica di Ancona. Il suo sorriso sincero e la sua generosità senza limiti hanno lasciato un ricordo incancellabile in quanti lo hanno conosciuto, e il libro ripercorre la sua vita, dall’infanzia alla morte, e raccoglie le testimonianze di persone che lo hanno incontrato. Con amore, Padre Girolamo ha consegnato a tutti il ricordo vivo di un uomo che ha saputo farsi amare perché è stato tutto amore.

«Ringrazio padre Alfonso Baccarani (1922-1998), confratello per lunghi anni di padre Bernardino presso la chiesa del Sacro Cuore ad Ancona – ha detto Padre Girolamo – per la ricchezza di contenuti del suo libro “Un sorriso da non dimenticare” che ho riproposto, aggiornandolo, in questo lavoro. Padre Bernardino è amato e ricordato per la sua santità. Era sempre sorridente, sereno e solare. Lui diceva: “Quando incontriamo una persona dobbiamo essere così pieni di amore che, quando se ne va, deve rendersi conto di aver vissuto un incontro come in Paradiso”. Sono moltissime le persone che hanno ricevuto grazie da Dio, per sua intercessione».

«Recandomi per la prima volta nella chiesa del Sacro Cuore – ha raccontato l’Arcivescovo Angelo Spina – mi sono fermato a pregare a lungo sulla tomba di padre Bernardino. Sono rimasto colpito dalle numerose attestazioni nel registro, dove i fedeli scrivono le loro riflessioni e preghiere, e nel vedere tanti pregare, in silenzioso raccoglimento. Mi è venuta subito alla mente un’espressione di papa Francesco: “Un pastore con l’odore delle pecore”. La vita di padre Bernardino è stata quella di un pastore in mezzo alla gente. La sua infanzia, la sua vocazione, il suo sacerdozio e il suo episcopato sono stati segnati dalla profonda fede che lo ha illuminato, nella forte speranza e operosa carità».

L’Arcivescovo ha ricordato che Padre Bernardino, parroco della chiesa del Sacro Cuore, «sotto i bombardamenti, durante la seconda guerra mondiale, non abbandonò mai la città. In una sua preghiera così si rivolgeva al Signore: “Signore, finché ci sarà un parrocchiano resterò in città; Tu toglimi la paura”. Tra il bombardamento del primo novembre del 1943 e la liberazione del 1944 chiese, indifferentemente ai tedeschi e agli alleati, aiuti per le famiglie ridotte alla fame. Scriveva: “Io non ho nemici, ma solo fratelli da aiutare”. Nel 1972, vescovo ausiliare di Ancona, fu riferimento in città per i mesi del terremoto, come quando, nel 1982, ci fu la frana, che mise in ginocchio parte della città.

Da alcuni venne definito il “vescovo bambino”, perché metteva insieme semplicità, saggezza e intuito nel comprendere lo stato d’animo delle persone. Era severo nella dottrina, ma infinitamente comprensivo con le persone. Riceveva chiunque lo cercava, aiutava i poveri e i bisognosi, sempre a disposizione delle persone per consolare. Amabile nello stile, sorridente e benedicente. Un uomo mite con la grande devozione alla Vergine Maria. Padre Bernardino ha mostrato il volto più bello della Chiesa, quello della santità. Si è lasciato abitare da Dio e con la sua vita ha testimoniato il Vangelo».

La causa di beatificazione di padre Bernardino è depositata alla Congregazione delle Cause dei Santi, in attesa che il Papa lo dichiari venerabile. «La causa di beatificazione è iniziata nel 1996 in diocesi – ha spiegato Padre Franco M. Azzalli – ed è durata dieci anni. In questi anni sono stati fatti 80 interrogatori ai testimoni, ha lavorato la Commissione storica che ha raccolto tutta la documentazione inedita e la Commissione dei teologi che l’ha valutata. Terminata nel 2006, la causa è stata trasferita a Roma e, dal 2009 a 2011, è stata scritta la Positio, che è la vita documentata in base a tutto il materiale trovato. Questa Positio sarà studiata a settembre dal Congresso dei teologi, poi ci sarà il Congresso dei vescovi e dei cardinali e la dichiarazione del Papa che nominerà padre Bernardino Venerabile. A quel punto mancherà il miracolo. Bisogna pregare il Signore che, attraverso l’intercessione di padre Bernardino, faccia un miracolo, che è il segno che Dio approva tutto il lavoro fatto, di ricerca e di ricostruzione. Il miracolo è necessario per proclamarlo beato».

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