Presepe vivente con le famiglie del Piccolo Principe

Anche quest’anno i genitori e i bambini della Cooperativa “Il Piccolo Principe” hanno partecipato ad un presepe vivente per rivivere il mistero dell’Incarnazione e della nascita di Gesù. Per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme anti-Covid, il presepe è stato allestito all’aperto, all’esterno della Cattedrale di San Ciriaco, con la partecipazione del Coro delle Maestre Pie Venerini e le meditazioni di Mons. Angelo Spina. «I personaggi del presepe vivente sono interpretati dai genitori con i loro figli – spiega Anna Maria Sgrò, responsabile della Cooperativa Il Piccolo Principe – perché desideriamo che i bambini imparino a conoscere la storia di Gesù. Una storia vera, realmente accaduta, non una favola. Vedere i loro genitori all’interno del presepe, li aiuta a scoprire il mistero del Natale ed è anche un’occasione per trasmettere la fede. Sono tantissimi anni che coinvolgiamo le famiglie in questo presepe e abbiamo visto che questa rappresentazione rimane nel cuore dei bambini».

I figuranti hanno rappresentato diverse scene, dall’Annunciazione al sogno di Giuseppe, dalla visitazione della Beata Vergine Maria ad Elisabetta fino alla nascita di Gesù, e la rappresentazione è stata accompagnata dalla lettura del Vangelo, dai canti del Coro delle Maestre Pie Venerini e dai commenti di Mons. Angelo Spina. «Il sì di Maria – ha detto l’Arcivescovo – permette a Dio di farsi uomo e di venire tra noi. Dio che ha creato tutto, si fa piccolo, e Maria accoglie questo dono e ci fa capire quanto è importante accogliere nella nostra vita le sorprese di Dio, con fede e umiltà, perché Dio fa sempre grandi cose per noi. Quando lo accogliamo, scopriamo che nulla è impossibile a Dio. Anche San Giuseppe dice il suo sì a Dio, fidandosi di un sogno, e si prende cura di Maria e Gesù. Dio ci invita a sognare, perché non toglie nulla e dona tutto».

Nella scena della Visitazione, Maria ed Elisabetta portano entrambe in grembo un figlio, «un dono grande, non da trattenere ma da donare. Gesù Cristo è la gioia e ognuno di noi, come Maria, deve portarlo ad ogni uomo in modo che lo possa incontrare e possa sentirsi visitato e amato. Questa scena ci invita anche a guardare il volto di ogni persona umana e a prenderci cura degli altri, come Maria si è presa cura dell’anziana Elisabetta». Sulla scalinata della Cattedrale sono stati rappresentati anche l’annuncio ai pastori e la nascita di Gesù. «Dio si abbassa nascendo in una stalla – ha continuato l’Arcivescovo – ma in quella stalla brilla una stella di luce e di amore. Dio è amore, Maria lo guarda con occhi stupiti e Giuseppe con occhi commossi. Anche noi oggi abbiamo negli occhi due lacrime: la lacrima dei nostri peccati ed egoismi, ma anche la lacrima della gratitudine a Dio che si è fatto vicino e ci porta tenerezza, amore e salvezza». Al termine della rappresentazione, l’Arcivescovo ha benedetto le statuine raffiguranti Gesù Bambino.

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