Visita pastorale: l’Arcivescovo ha incontrato gli scout nella parrocchia San Michele Arcangelo

Sulle note di “Laudato sii, o mi Signore” e di “Hevenu Shalom Alechem”, Mons. Angelo Spina e il gruppo scout della parrocchia San Michele Arcangelo hanno parlato di rispetto della natura e di contemplazione della creazione, opera di Dio, ma anche di guerra, fraternità e pace. Su questi temi è stato incentrato l’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio nella chiesa del Pinocchio, dove è in corso questa settimana la visita pastorale dell’Arcivescovo. Come hanno raccontato i ragazzi, lo scoutismo grazie alle varie attività all’aria aperta offre ai giovani la possibilità di fare amicizia e di scoprire l’amore per la natura, per il Creato e lo spirito di servizio. Alcuni capi scout hanno chiesto all’Arcivescovo come possono far capire ai ragazzi che «la natura è opera di Dio». Mons. Angelo Spina ha spiegato che «più che dimostrare che è opera di Dio, è importante mostrarglielo. Le persone vengono colpite non tanto dalle parole, ma dall’esempio. Quando i discepoli videro Gesù pregare intensamente, furono colpiti e gli chiesero di insegnar loro a pregare. È dunque importante che un capo scout contempli e rispetti la natura e se ne prenda cura perché è opera di Dio». L’Arcivescovo ha sottolineato che tutto è un dono di Dio e che «la natura è fatta con armonia. Davanti al mare o ad un tramonto è necessario fermarsi per contemplare ciò che si ha davanti. Non basta guardarli con gli occhi, bisogna contemplare la natura che ci parla di Dio». Suonando la chitarra ha quindi cantato insieme ai ragazzi e al parroco don Giovanni Moroni il canto “Laudato sii, o mi Signore”, ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco, una lode a Dio e alle sue creature.

Oltre all’ecologia ambientale, Mons. Angelo Spina ha sottolineato che è importante «l’ecologia umana. Le persone insieme possono vivere in due modi: come fratelli o nemici». Sulle note di “Hevenu Shalom Alechem”, ha dunque parlato di Gerusalemme, città della pace, e dell’importanza della fraternità. «La guerra elimina le persone – ha detto – e ognuno di noi è unico. Il Signore ci ha messo insieme per vivere in pace, come fratelli. La storia costruiamola in armonia con Dio, con la natura e con le persone che ci ha messo accanto. L’altro non è un peso, è un fratello». Rispondendo poi alla domanda del parroco che ha chiesto «come possono i giovani trovare la propria strada nella vita, per rispondere alla chiamata di Dio», l’Arcivescovo ha risposto che «dentro di noi c’è la coscienza che ci dice ciò che è bene e ciò che è male, ma non sempre è facile perché il maligno inganna e ci fa vedere come bene ciò che è male e viceversa. Bisogna dunque farsi aiutare da alcune guide: i genitori, il parroco, i vostri educatori, ma soprattutto il Vangelo, la buona notizia che non vi fa sbandare».

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