Visita pastorale nella parrocchia San Michele Arcangelo: l’Arcivescovo ha incontrato i gruppi parrocchiali

Annunciare l’amore di Dio con la propria vita, riscoprendo la gioia del Vangelo. Questo l’invito dell’Arcivescovo al consiglio pastorale e ai gruppi parrocchiali della parrocchia San Michele Arcangelo, incontrati mercoledì 15 giugno nell’ambito della visita pastorale nella chiesa del Pinocchio, in corso questa settimana. Alle ore 21, all’interno della chiesa, Mons. Angelo Spina ha infatti incontrato i membri del Cammino Neocatecumenale, della Confraternita della Madonna della Mercede, della Caritas e dell’Istituto Santa Famiglia, il gruppo “A braccia aperte” formato da alcune persone che si prendono cura della chiesa, il gruppo di Padre Pio, i catechisti e il Circolo ricreativo culturale Anspi.

I parrocchiani hanno ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza e sono rimasti colpiti dall’incontro, per la possibilità di parlare e di ascoltarsi. Tanti i temi toccati, dal bilancio dell’Arcivescovo sui cinque anni alla guida dell’Arcidiocesi all’ecologia ambientale e umana, passando per l’importanza dell’evangelizzazione e della carità. Rispondendo inizialmente alla domanda di don Nicolino su come ha vissuto questi primi cinque anni nell’Arcidiocesi, Mons. Angelo Spina ha raccontato tutto ciò che è stato fatto e la sua «prima preoccupazione: come annunciare il Vangelo, la buona notizia che Cristo ci ama, è morto per noi, ha vinto la morte, è risorto e ci ha donato la vita. In questi anni ho così lanciato due iniziative legate a due grandi santi, un anno dedicato a San Ciriaco e un altro anno a San Francesco di Assisi». L’Arcivescovo ha poi parlato dell’ecologia ambientale e dell’ecologia umana e, quindi, del rispetto e della salvaguardia della natura, e dell’importanza della fratellanza umana. In questi cinque anni, ha anche riorganizzato gli uffici pastorali «perché diventassero luoghi di evangelizzazione» e ha scritto una seconda lettera pastorale «perché il Papa ci ha chiesto di intraprendere un cammino sinodale».Tante le opere realizzate: dal nuovo Centro pastorale diocesano all’Orto del sorriso, dagli empori della solidarietà aperti ad Osimo e a Falconara, all’accoglienza di una famiglia siriana tramite i corridoi umanitari e di oltre 50 profughi ucraini. Tra gli interventi in corso: la ristrutturazione della chiesa di San Biagio che ospiterà l’adorazione eucaristica e la nuova mensa della Caritas che nascerà nella chiesa di Santo Stefano. Come ha sottolineato l’Arcivescovo, «queste cose si fanno con prudenza, previdenza e provvidenza».

Tra i temi toccati anche quello dell’evangelizzazione. «La prima cosa che la Chiesa deve fare è evangelizzare – ha spiegato Mons. Angelo Spina – cioè annunciare che Dio è amore e che Gesù è morto e risorto per noi». Ha quindi letto una parte dell’Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica di Papa Francesco sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale: ”La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. «Se tu hai fatto esperienza che Gesù ti ha liberato dalla tristezza – ha detto – e, nonostante le difficoltà, vivi con gioia ed entusiasmo, lo annunci agli altri con la tua vita. Si vede se sei un uomo di Dio, gli altri lo vedono da come vivi. Gesù ti libera dal peccato, cioè da ciò che ti toglie la vita. Il peccato è sbagliare la direzione della vita, è perderla. Gesù ci libera anche dalla tristezza. A volte fuori dalle chiese si vedono musi lunghi, ma se Gesù è morto per te e ti senti amato, come fai ad essere triste? Gesù sulla croce ti dice: ti amo da morire. Gesù poi ci libera dal vuoto interiore. Oggi le persone hanno tutto, ma sono spesso vuote dentro. Dio ti dona il senso del vivere. È importante non tanto perché viviamo, ma per chi viviamo. Quando incontri il Signore, poi, non sei mai solo e con Lui sempre nasce e rinasce la gioia. Dobbiamo riscoprire la gioia del Vangelo. Nel mondo è necessario annunciare l’amore di Dio con la propria testimonianza. Se hai incontrato il Signore, lo annunci con la tua vita. San Paolo dice che bisogna avere il profumo di Cristo. Quando incontriamo persone miti, buoni, benevole ce ne accorgiamo e vorremmo stare sempre con loro».

L’Arcivescovo ha anche raccontato la sua storia, quando ha capito che il Signore lo chiamava al sacerdozio, a lasciare tutto e a seguirLo. Dopodiché rispondendo ad una domanda sulla morte di Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano che ha scelto la sedazione profonda, ha sottolineato l’importanza di «stare accanto alle persone sofferenti, con la vicinanza e le cure palliative, donando consolazione. La vita non si tocca. Questo è il compito di ogni comunità: prendersi cura delle persone malate e sofferenti».

Fotogallery