Trekking eco-spirituale sul Monte Conero con studenti e insegnanti

Un cammino tra fede e natura, sui sentieri del Monte Conero, per riflettere sulla bellezza del Creato e sulla cura dell’ambiente, e iniziare insieme il nuovo anno scolastico. Sabato primo ottobre quasi cento persone, tra studenti e insegnanti, hanno partecipato ad un trekking eco-spirituale proposto dall’Ufficio Scuola diocesano e dalla Consulta della Pastorale Scolastica. Un percorso ad anello di quasi cinque chilometri, che ha invitato a riflettere «camminando, vedendo, sostando, sognando, gustando, ripartendo», come indicato dall’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Tra momenti di silenzio, ascolto della musica e riflessioni di alcuni studenti sulla Laudato si’, ammirando le meraviglie della natura, i giovani hanno imparato a camminare insieme e hanno capito ancora di più cosa significa «vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio», come dice il Santo Padre nell’enciclica.

Il trekking, lungo quasi tre ore di cammino, è partito dalla Badia di San Pietro al Conero, dove Mons. Angelo Spina e il direttore dell’Ufficio Scuola diocesano don Lorenzo Tenti hanno accolto e salutato i giovani e gli insegnanti. L’Arcivescovo ha augurato a tutti «buon cammino» e ha ricordato che «camminare insieme è importante in questo tempo sinodale che la Chiesta sta vivendo». Mons. Angelo Spina ha anche sottolineato che «dall’ultima indagine dell’Istituto Toniolo sui giovani e la religiosità in Italia emerge che i ragazzi credono a ciò che si tocca e si dimostra e a ciò che si può consumare. Si tocca Dio? Certo perché si è fatto carne e si può consumare, ovviamente in senso positivo, perché ci si può nutrire della Sua parola, del Suo corpo e del Suo sangue. A Matera, durante il recente Congresso eucaristico nazionale, si è parlato proprio che bisogna tornare al gusto del pane, cioè a fare le cose non per forza, ma per gusto, piacere e con entusiasmo. Con noi c’è Gesù che ci scalda il cuore, si spezza per noi e ci nutre con il Suo amore. Questo va annunciato agli altri e alle nuove generazioni».

Prima di iniziare il percorso, anche don Lorenzo Tenti ha augurato un buon cammino ai giovani e ha spiegato come è nata l’idea del trekking eco-spirituale, pensato per iniziare insieme il nuovo anno scolastico: «Ciò che permette un nuovo inizio è riscoprire, in se stessi e nella realtà, la bellezza della vita. Non basta l’obbedienza ad un dovere, ma diventa sempre di più decisivo che la nostra libertà sia presa dal fascino delle cose presenti e dalla grandezza di ciascuna persona. Proprio per questo abbiamo riconosciuto che il contatto con il Creato apre allo stupore di vedere le meraviglie della natura e dell’umanità stessa, che allargano il cuore e ci rendono partecipi di una realtà grande che ci viene donata. Necessaria è la fatica del cammino per vivere al meglio e riconoscere ancor di più la grandezza e la bellezza che ci vengono donate. Il camminare di oggi nel silenzio,  con l’ascolto della musica e con le riflessioni fatte da alcuni studenti sulla Laudato si’, sono un’occasione favorevole per riprendere il nostro naturale protagonismo di soggetti non oppressi dal peso delle varie circostanze che tendono ad opprimerci, ma coscienti che ogni cosa che ci accade, sia nella gioia che nella fatica e nel dolore, è portatrice di ciò che ci fa crescere e maturare. Riconosciamo la vita, per accoglierla e accoglierci l’un l’altro. Non si può vivere la scuola ogni giorno così?”.

Partendo dalla chiesa ed equipaggiati con scarpe da trekking e occhiali da sole, i giovani con i loro insegnanti hanno poi iniziato il cammino sui sentieri del Monte Conero. Tra panorami mozzafiato, immersi in una natura di colori, e meditazioni sull’enciclica papale, i giovani hanno parlato di cambiamenti climatici, rispetto dell’ambiente e conversione ecologica, in cui l’incontro con Gesù porta a una comunione più profonda con Dio, gli altri e il mondo della natura. C’è stato dunque un giovane che ha sottolineato che «la natura viene vista solo come una risorsa da sfruttare e non come la propria casa da custodire». Ecco dunque che è «necessaria una conversione interiore di vita. La conversione ecologica deve essere voluta da tutti perché il mondo è di tutti». Un ragazzo, Tommaso, ha ricordato che «l’uomo ha perso, come ha detto Papa Francesco, la saggezza del buon vivere. Dobbiamo vivere l’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale. Un’amorevole consapevolezza è ciò che ci serve per salvare l’ambiente».

Un’altra ragazza, Giorgia, ha detto agli altri giovani che «dovremo in primis noi ragazzi iniziare ad agire e non solo ascoltare. Dovremmo provare a cambiare, non solo pensare di farlo e rimandare sempre. Dio ha dato a noi la casa perfetta in cui vivere e non abbiamo nessun diritto di distruggere ciò che ci è stato dato in dono. Il male nasce là dove c’è l’indifferenza per il prossimo». Anche Sofia ha ricordato che «la conversione ecologica è un modo di vivere vero e proprio: bisogna impegnarsi prendendo ogni giorno piccole ma efficaci scelte che creano uno stile di vita sostenibile. La conversione ecologica stimola in ciascuno la creatività e la realizzazione di nuovi movimenti collettivi sensibili alla salute del pianeta Terra, proprio come l’evento di oggi, nella speranza che questo sia il primo di moltissimi altri». Terminato il percorso, i giovani sono tornati alla Badia di San Pietro al Conero dove è stata celebrata la Santa Messa, e ora sperano di poter vivere presto un nuovo momento insieme per continuare a camminare con Dio e tra di loro.

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