Veglia missionaria diocesana: “Di me sarete testimoni – Vite che parlano”

In preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale, venerdì 21 ottobre nella Chiesa di San Giuseppe a Falconara, si è tenuta la veglia missionaria diocesana “Di me sarete testimoni – Vite che parlano”, presieduta dall’Arcivescovo Angelo Spina. Ascoltando le parole di Madre Teresa di Calcutta, testimone della carità, e di Papa Francesco, la serata è stata scandita dalla preghiera, dai canti e dalle testimonianze di alcuni giovani che hanno vissuto un’esperienza di missione. Come è stato spiegato all’inizio della veglia, “Di me sarete testimoni” (At 1,8) è infatti il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale e rappresenta la chiamata di ogni battezzato a rendere testimonianza di Gesù nel mondo.“Vite che parlano” è lo sviluppo tematico scelto dalla Chiesa italiana per l’ottobre missionario.

Dopo aver ascoltato un brano degli Atti degli Apostoli (Atti 1,6-11), sono state medicate alcune parole di Gesù con le riflessioni di Madre Teresa e di Papa Francesco. In particolare, «andare a due a due» è importante perché, come ha sottolineato il Santo Padre, «la missione si fa insieme, non individualmente, in comunione con la comunità ecclesiale». Arianna e Tullia hanno quindi raccontato la loro esperienza di missione in Bosnia, all’interno del progetto “Remap Community – Marche” che ha offerto ad alcuni giovani delle diocesi marchigiane un’esperienza di volontariato internazionale. Le due ragazze hanno raccontato che, insieme ad altri giovani, hanno avuto la possibilità di fare un’esperienza di circa due settimane vicino a Sarajevo, presso le strutture Caritas che offrono servizi e accompagnamento ai migranti che percorrono la Rotta Balcanica. Prima di leggere una poesia scritta dopo questa missione, Tullia ha sottolineato che è stata «un’esperienza intensa e coinvolgente, in cui più che fare qualcosa, abbiamo vissuto lo stare insieme, l’incontro e l’ascolto».

Riflettendo poi sull’invito di Gesù ad essere testimoni “fino agli estremi confini della terra”, Samuele ha raccontato la sua esperienza di missione in Thailandia, mostrando anche un video. Partito con un gruppo da Filottrano, è stato ospitato dai Missionari Saveriani. «Siamo partiti con entusiasmo e voglia di metterci in gioco – ha detto – ed è stata un’esperienza bellissima. Con i Saveriani abbiamo portato un saluto nelle case e risposto ai bisogni primari, come cibo e vestiti». Meditando poi sulla promessa di Gesù “Avrete forza dallo Spirito”, Catello in collegamento su Zoom, ha parlato dell’esperienza vissuta nella diocesi dell’Alto Solimoes in Amazzonia e ha sottolineato l’importanza dello «Spirito Santo, che ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria».

Centrale nella veglia è stata dunque la testimonianza di alcuni giovani che hanno avuto il coraggio e la voglia di uscire, mettersi in gioco, donare il loro tempo per vivere esperienze di servizio, missione, dialogo. I loro racconti sono stati l’occasione per ricordare a ciascuno che è chiamato a essere testimone di Gesù e del suo Vangelo. «Le testimonianze ascoltate sono vite che parlano», ha sottolineato l’Arcivescovo che ha anche parlato dell’attività missionaria della Chiesa. «La missione si fa insieme, non da soli, – ha detto – e il cammino sinodale che la Chiesa sta vivendo mette ancor più in luce questo aspetto ecclesiale. I colori ai piedi dell’altare che indicono i cinque continenti ci mostrano il carattere universale della missione. Le parole di Gesù sono per tutti, nessuno escluso. La Chiesa quindi annuncia fino ai confini della terra, con la potenza dello Spirito Santo, che crea, rinnova e dona forza. Il Signore ci incoraggia e dice: “Non abbiate paura. Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”». Pregando per tutti i missionari, Mons. Angelo Spina ha anche ricordato «i martiri della Chiesa, coloro che hanno dato la vita per il Vangelo e sono stati uccisi» e ha sottolineato le parole del Papa nell’Evangelii gaudium, dove il Santo Padre ricorda che, «in forza del battesimo, ciascuno di noi è discepolo di Gesù e, nello stesso tempo, missionario nella propria casa, famiglia, comunità parrocchiale e città in cui vive. Il mondo di oggi ha tante cose ma è privo dell’amore di Dio. Preghiamo allora Gesù che ci doni cuori nuovi, capaci di annunciare il Suo amore e la Sua parola».

Nella seconda parte della veglia, c’è stato invece il mandato missionario. Coloro che partiranno a gennaio per vivere un’esperienza di missione nella diocesi dell’Alto Solimoes in Amazzona, gemellata con l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, hanno ricevuto il mandato dall’Arcivescovo che ha consegnato loro anche il Crocifisso missionario. Partiranno per l’Amazzonia Mons. Angelo Spina, Simone Breccia, direttore della Caritas diocesana, Alessandro Andreoli, direttore del Centro Missionario diocesano, don Lorenzo Rossini e i seminaristi Pietro Casi, Luigi Burchiani e Jacopo Maglioni. C’è stato poi il rito di accoglienza degli operatori pastorali stranieri presenti nella diocesi e, infine, sono stati chiamati i sacerdoti rientrati che, per molti anni, hanno prestato il loro servizio come fidei donum della nostra Arcidiocesi in terre di missione. Don Sergio e don Isidoro hanno raccontato la loro esperienza in Argentina, dopodiché la veglia è terminata con la preghiera di un ragazzo argentino che, nella sua lingua di origine, ha invocato la Madonna, venerata in quei luoghi come Vergine di Huachana.

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