Visita pastorale nella parrocchia di Campocavallo: incontro con i gruppi parrocchiali, consiglio pastorale e Covo

I giovani e la fede, la forza della preghiera, l’importanza delle alleanze educative e di mettere i propri talenti e doni al servizio della comunità. Di questo si è parlato giovedì 10 novembre nella parrocchia Beata Vergine Addolorata di Campocavallo, durante l’incontro dell’Arcivescovo con il consiglio pastorale e quello per gli affari economici, i gruppi parrocchiali, la Confraternita del Santissimo Sacramento e coloro che realizzano ogni anno il Covo. Il parroco padre Domenico Maria Spadafina ha presentato i vari gruppi presenti in parrocchia e Mons. Angelo Spina ha ricordato ai presenti che, «in quanto battezzati, sono protagonisti della vita della parrocchia. Il santuario non è dei frati ma dell’intera comunità, chiamata a dare il meglio di sé. Ogni gruppo è importante e ognuno deve mettere i propri talenti e doni al servizio della comunità». L’Arcivescovo ha quindi fatto l’esempio della «mano che ha tante dita, distinte ma vicine. I vari gruppi, anche se diversi, devono fare un cammino insieme per costruire la civiltà dell’amore. Anche i contadini di questo territorio ci insegnano cosa significa aiutarsi l’un l’altro».

Si è poi parlato del rapporto dei giovani con la fede e la Chiesa. Una signora ha parlato dell’importanza di un cammino dopo la cresima per i ragazzi che, spesso, dopo aver ricevuto il sacramento si allontanano dalla parrocchia. Mons. Angelo Spina ha quindi invitato i fedeli a domandarsi perché i giovani non frequentano più la chiesa e ha chiesto se parlano del tema della fede con i propri figli e nipoti e quale esempio gli hanno dato. «È necessaria creare una rete di alleanze educative – ha detto – con la famiglia che educa, la scuola che forma, l’oratorio parrocchiale spazio di vita, lo sport sano. È importante anche l’alleanza di generazioni con cui si tramandano le tradizioni, come quella del Covo di Campocavallo. I giovani arrivano prima, ma gli anziani conoscono la strada». Parlando poi della possibilità di riaprire ad esempio l’oratorio, spazio per i giovani, ha sottolineato che non basta chiedere che venga riaperto, «i genitori per primi dovrebbero dare la propria disponibilità e impegnarsi per un progetto educativo all’interno dell’oratorio».

Tra i temi toccati anche quello della preghiera. Claudio, responsabile del Movimento sacerdotale mariano, ha parlato dell’importanza di recitare il rosario in famiglia e dell’intercessione della Madonna. Mons. Angelo Spina ha così sottolineato che «la preghiera più importante da fare tutti i giorni è ascoltare la parola di Dio, mettendola in pratica. Durante le nozze di Cana, quando venne a mancare il vino, la Madonna disse infatti ai servi: “Fate quello che Gesù vi dirà”. Lei intercede per noi, per l’unità delle famiglie e la pace nel mondo». Durante l’incontro si è anche parlato dei danni provocati dal terromoto e si sono presentati gli altri gruppi parrocchiali, tra cui la Confraternita del Santissimo Sacramento, presente a Campocavallo da più di cento anni, e coloro che ogni anno realizzano il Covo.

Sin dal 1939, come ringraziamento per il raccolto viene infatti realizzato e offerto alla Madonna il Covo, una scultura ricoperta di spighe di grano che riproduce in scala esatta una cattedrale o un simbolo della cristianità. Ad esempio, per la prima edizione venne riprodotta la corona di pietre preziose posta sul capo dell’Addolorata nel quadro miracoloso. In seguito, l’affinarsi delle abilità dei contadini e degli artigiani all’opera, rese possibile la riproduzione di imponenti basiliche tra le quali San Pietro in Vaticano, San Marco a Venezia, San Basilio di Mosca e il santuario di Lourdes in Francia. Donne e uomini del paese si tramandano l’arte del lavorare le spighe di grano per farne delle trecce dorate che diverranno il rivestimento della struttura del Covo, sapientemente progettata e realizzata con estrema cura sin nei più piccoli dettagli. Grazie a questa tradizione Campocavallo è gemellato con i luoghi più significativi della cristianità di tutto il mondo. Ogni nuovo Covo viene infatti portato in mostra nel paese scelto per essere rappresentato e allo stesso tempo una delegazione di tale paese viene accolta con tutti gli onori durante la Festa del Covo, che si svolge ogni anno a Campocavallo la prima domenica di agosto.

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