In partenza per l’Amazzonia

Prosegue il gemellaggio tra l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e la diocesi dell’AltoSolimões, nato nel 2019. Fra poche ore, una delegazione diocesana composta da Mons. Angelo Spina, il direttore della Caritas Diocesana Ancona-Osimo Simone Breccia, il direttore del Centro Missionario Diocesi Ancona Osimo Alessandro Andreoli, don Lorenzo Rossini e i seminaristi Luigi, Pietro e Jacopo, partirà per l’Alto Solimões (Brasile) per alimentare il cammino fraterno tra le nostre due Chiese sorelle. Un’occasione per promuovere lo scambio fecondo di doni spirituali e materiali, nel segno della fraternità.

Da ottobre 2019 le due diocesi infatti camminano insieme in ascolto della Parola del Signore, con la preghiera e la carità. Più volte, in questi anni, Mons. Adolfo Zon Pereira, Vescovo della diocesi dell’Alto Solimões, è venuto ad Ancona e ha raccontato i frutti del gemellaggio e la ricchezza e le criticità dell’Amazzonia. La sua diocesi si trova nella triplice frontiera tra Brasile, Colombia, Perù e ha una grande estensione, 131mila chilometri quadrati. Il territorio è «molto esteso e pochi sono i sacerdoti, tra cui alcuni padri Missionari Saveriani. Le sfide che dobbiamo affrontare sono diverse, a partire dalle grandi distanze, le comunicazioni sono per il fiume e sono difficili. In più ci sono le sfide sociali, come il traffico di droga, la tratta delle donne, la violenza e lo sfruttamento delle persone. Ci sono vari popoli indigeni, varie etnie, con i ticuna che sono il popolo indio più numeroso, e tantissime religioni. A tutto ciò la risposta che dobbiamo dare è la nostra presenza. Con l’incontro inizia il processo di evangelizzazione».

In questi anni l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo ha deciso di sostenere con una raccolta fondi le spese per la formazione sacerdotale di tre seminaristi dell’Alto Solimões presso l’lstituto Teologico di Manaus. Come ha però sottolineato più volte Mons. Angelo Spina, «gemellaggio non è semplicemente dare un aiuto economico, ma significa incontro, conoscenza, preghiera reciproca e scambi spirituali perché l’umanità ha una ricchezza enorme». La delegazione diocesana che, partirà tra quale ora, vivrà quindi un’esperienza di missione in Amazzonia che durerà circa quindici giorni. «Abbiamo 72 parrocchie nella nostra diocesi – aveva sottolineato Mons. Angelo Spina la scorsa estate, durante un incontro ad Osimo con Mons. Adolfo Zon Pereira – e la metà dei sacerdoti è anziana. Tra qualche anno non ci sarà più un sacerdote in ogni parrocchia, ma i preti saranno chiamati a guidare più comunità insieme. Dal viaggio in Amazzonia possiamo imparare molto perché la diocesi dell’Alto Solimoes ha pochi sacerdoti e un territorio molto esteso. Ecco perché è importante che i seminaristi facciano un’esperienza di missione in quella terra». L’Arcivescovo ha anche spiegato che «nella nostra diocesi ci sono 101 etnie diverse e tante religioni. Dobbiamo imparare ad accogliere queste persone, per essere fratelli. L’Amazzonia ci aiuterà ad aprire la mente e i cuori. Con il gemellaggio ci si arricchisce a vicenda. Non è bene camminare da soli, è bello crescere insieme, incontrarsi, dialogare e condividere. Non bisogna chiudersi, ma avere una visione aperta, accogliente e dinamica».