Visita pastorale nella parrocchia del Rosario: incontro con i catechisti e gli educatori

Durante la visita pastorale nella parrocchia Beata Vergine Maria del Rosario, mercoledì 10 maggio Mons. Angelo Spina ha incontrato i catechisti, i capi scout, gli educatori dell’Azione Cattolica e i responsabili delle altre attività educative. Il parroco don Giovanni Varagona ha presentato le varie realtà presenti nella parrocchia e tutti i responsabili hanno raccontato cosa fanno per i bambini e per la comunità, le gioie e le difficoltà che vivono.

Le catechiste hanno così spiegato di aver seguito le «tracce del catechismo esperienziale» e di aver vissuto varie esperienze, come la visita alla Caritas diocesana, all’Unità di strada e alla Tenda di Abramo. Tra le difficoltà provate, «la fatica di coinvolgere i genitori dei ragazzi», mentre i responsabili di un gruppo nato da poco che coinvolge le famiglie della parrocchia hanno raccontato l’emozione di aver «incontrato tanti genitori che hanno un gran desiderio di dialogare e di conoscere Dio». Il gruppo scout Falconara 1 quest’anno compie 60 anni e i capi scout hanno spiegato che «curano anche la preparazione ai sacramenti, andiamo alla messa con i bambini e alcuni di loro sono chierichetti», e hanno sottolineato la «collaborazione tra i vari educatori e i movimenti» presenti nella parrocchia. Anche l’Azione Cattolica è molto impegnata nella parrocchia e i responsabili hanno parlato del cammino di iniziazione cristiana, della catechesi esperienziale e della «grande collaborazione con gli altri educatori». Un discorso a parte è stato fatto per l’oratorio, frequentato anche da giovani extracomunitari di altre religioni e da ragazzi che purtroppo non rispettano le regole.

Don Giovanni ha poi spiegato che uno degli obiettivi è quello di essere comunità, «cerchiamo di far sì che i bimbi riconoscano di far parte della comunità e che i responsabili si sentano responsabili dei percorsi educativi. I sacramenti sono sempre vissuti nelle celebrazioni a cui partecipa la comunità parrocchiale». Un altro aspetto importante per il parroco è «il percorso con i genitori. Se vengono provocati e trattati da adulti, si lasciano coinvolgere». Dopo aver ascoltato don Giovanni, i catechisti e gli educatori, l’Arcivescovo ha sottolineato che «la Chiesa esiste per evangelizzare. Il nostro compito è l’annuncio del Vangelo e possiamo annunciarlo solo se abbiamo sperimentato l’amore di Gesù che ci ha cambiato la vita. Ciò che abbiamo ricevuto, non possiamo tenerlo solo per noi, ma dobbiamo annunciarlo e donarlo agli altri. In questo tempo che viviamo dobbiamo quindi chiederci: come e chi evangelizzare? Se le persone non vanno in chiesa, dobbiamo andare noi dalle persone. Anche gli adulti e i genitori hanno bisogno di essere rievangelizzati. Oggi si parla di nuova evangelizzazione e come diocesi ci stiamo interrogando su come trasmettere la fede e su come fare catechesi. Bisogna trovare nuovi linguaggi, ma l’annuncio deve sempre essere kerigmatico. Il compito della Chiesa non è creare un posto dove stare bene, ma è portare la buona notizia che Gesù è morto e risorto per noi, che Dio è amore. Da questo annuncio nasce la comunità. Andate dunque avanti con il primato della parola di Dio e la centralità dell’eucarestia. Senza eucarestia non c ‘è chiesa».

Per quanto riguarda l’oratorio multietnico, Mons. Angelo Spina ha detto che «la chiesa abbraccia e accoglie tutti. L’oratorio non è solo un luogo dove i ragazzi possono giocare. Dovete parlare il linguaggio della carità che lo capiscono tutti, anche i non credenti e chi appartiene ad altre religioni». L’Arcivescovo ha quindi ringraziato gli educatori per tutto ciò che fanno per i bambini e per la comunità: «Non è tempo perso, è li tempo migliore che avete speso. È  vostra responsabilità evangelizzare e proporre un cammino educativo. Ciò che oggi i ragazzi sperimentano, quando cresceranno non lo dimenticheranno. Andate avanti insieme, soprattutto in questo tempo del cammino sinodale che la Chiesa sta vivendo». L’incontro è terminato con la recita di un’Ave Maria e con la benedizione dell’Arcivescovo.

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