Festa del mare, Mons. Angelo Spina: «L’acqua è vita, custodiamo il nostro mare»

«Prendiamoci cura del nostro mare. Chiediamo al Signore che ci renda operatori di pace, perché ciascuno nel proprio ambito promuova l’ecologia integrale». Queste le parole di Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo, durante la Santa Messa presieduta questa mattina nella Cattedrale di San Ciriaco, alla presenza dei cittadini e delle Autorità civili e militari, tra cui il prefetto Darco Pellos, il sindaco Daniele Silvetti, il questore Cesare Capocasa, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale Vincenzo Garofalo.

In occasione della festa del mare, l’Arcivescovo ha ricordato l’esortazione apostolica “Laudato sì” in cui «Papa Francesco sottolinea che siamo tutti connessi, realtà ambientale e realtà umana camminano insieme. Mi sono rimaste impresse le parole che il Santo Padre mi disse ad una udienza: “Prenditi cura del mare”. Lo abbiamo fatto con la celebrazione dell’Anno francescano nel 2018-2019 e continueremo a farlo come Chiesa locale.
Non posso dimenticare le parole di un anziano ed esperto pescatore: “Se vuoi parlare del mare, guarda gli occhi di un marinaio, di un pescatore”. Quando si guardano i volti delle persone allora tutto si illumina. Oggi sono tante le difficoltà che incontrano i pescatori, coloro che vivono il mare e vivono di mare, che lamentano la fatica e il disagio economico a cui si aggiungono dei provvedimenti legislativi e una burocrazia che ritengono penalizzanti. Se non si entra in contatto con il mondo del mare non si riesce a capire quanto sia faticosa la vita dei marittimi. Con il loro lavoro sulle navi che trasportano merci in tutto il mondo, in modo spesso invisibile rendono possibile la nostra quotidianità e sostengono l’economia.

Il mare è fonte di vita, oggi il pensiero va anche a tutte le persone che vi si recano in vacanza e trovano servizi efficienti, a quanti vi fanno sport, a quanti ne godono la bellezza. A tutti gli operatori che fanno del turismo la loro ragione professionale e pastorale giunga la gratitudine affinché non si trascuri di contemplare la bellezza del creato nel prenderci cura della nostra casa comune, affidataci da Dio. Quante attenzioni e opere virtuose sono in campo oggi: penso a quanti con responsabilità non intossicano il mare scaricandovi rifiuti, in modo particolare la plastica. Qui ad Ancona c’è un cantiere che ha costruito Pelikan, il battello ecologico che ripulisce il mare dai rifiuti. Quanti pescatori, con le loro imbarcazioni e gratuitamente, si prendono cura del mare ripulendolo dalla plastica. Grazie a quanti vigilano con perizia e professionalità per affermare la chiara legalità. Guardiamo il nostro mare come grande opportunità di lavoro e non dimentichiamo il dramma delle migrazioni che responsabilizza a vivere il mare come opportunità di incontro tra culture, di scambi e commerci: perché non deve e non può essere un luogo di morte. Papa Francesco, nell’Angelus di qualche domenica fa, ha parlato delle oltre duemila persone migranti che sono morte tentando di attraversare il Mediterraneo, dall’inizio del 2023 a oggi. Ha definito la loro morte “una piaga aperta nella nostra umanità” e ha invitato ad agire con “solidarietà e fratellanza”.

Oggi diciamo grazie al Signore per il dono del mare. Ancona, porta d’Oriente e via della pace sappia essere sempre più città viva e accogliente. Chiediamo al Signore che ci renda operatori di pace, perché ciascuno nel suo ambito promuova una ecologia integrale. É noto a tutti che la crisi ecologica è la manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità (LS 119). L’ecologia integrale ci invita a guardare in modo diverso la situazione odierna, nella consapevolezza che la crisi socio-ambientale deriva da un’antropologia distorta, che mentre riduce la persona umana a individuo isolato – inteso per lo più come homo oeconomicus –, considera la natura esclusivamente come una risorsa da sfruttare, portandoci così a un all’allontanamento dalla relazione vitale che dovremmo avere con il Creatore. Camminiamo insieme per perseguire il sogno di Dio per tutti noi che ci vuole vivi e gioiosi nella fratellanza umana e nell’armonia del creato. Custodiamo il nostro mare».

Durante l’offertorio, un pescatore ha portato all’altare un cesto pieno di pesci, dopodiché la festa del mare è continuata al porto antico con il corteo delle barche. A bordo del rimorchiatore Elisabetta, seguito da decine di imbarcazioni, Mons. Angelo Spina e il cappellano del porto don Dino Cecconi hanno animato un momento di preghiera invocando la Madonna “Stella Maris”. L’Arcivescovo ha anche ricordato tutti coloro che purtroppo hanno perso la vita in mare e, insieme al sindaco Daniele Silvetti, ha lanciato la corona d’alloro nel bacino dello scalo.

L’omelia integrale: Omelia festa del mare 3 settembre 2023

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