Giubileo diocesano dei migranti

Le comunità straniere presenti in diocesi hanno partecipato al Giubileo dei migranti, organizzato domenica 11 maggio dall’Ufficio Migrantes. Un’occasione di preghiera, speranza e fraternità, che ha rafforzato il legame tra le diverse culture, celebrando l’universalità della fede e l’importanza dell’accoglienza. «Ad Ancona vivono 14mila persone, provenienti da varie parti del mondo, – spiega Simone Breccia, direttore Ufficio diocesano Migrantes – e sono presenti 101 etnie. Molti sono cattolici, alcuni cristiani, altri appartengono ad altre religioni. Questo Giubileo è un’occasione per camminare insieme nella fede, nell’ascolto e nella solidarietà».

Le comunità peruviane, camerunensi, angolane, e coloro che lavorano a supporto delle comunità migranti hanno quindi partecipato al pellegrinaggio giubilare, che è iniziato dal Centro Giovanni Paolo II di via Podesti ed è terminato nella Cattedrale di San Ciriaco, con la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo. Il pellegrinaggio a piedi è infatti uno dei segni che accompagna il Giubileo “Pellegrini di speranza”.

Gesù ci ha dato il comandamento dell’amore: “Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12,29-31). Partendo da queste parole il cristiano è chiamato alla concretezza. Nella prima tappa è stata quindi ascoltata la testimonianza di Stefania Papa, referente Caritas, che ha parlato del centro di ascolto. Qui tante persone straniere vengono ascoltate e accolte. Il cammino è poi proseguito nella Chiesa di Santa Maria della Piazza, dove i partecipanti hanno rinnovato le promesse battesimali, e nella Chiesa del Gesù dove è stata allestita una mostra sulla Bibbia, con venti pannelli e nove bacheche contenenti documenti antichi originali, tra cui l’Evangeliario del VI sec. di San Marcellino, vescovo di Ancona. In questa tappa è stata sottolineata l’importanza della Parola di Dio nella vita del credente, dopodiché i migranti hanno visitato il Museo diocesano.

Una guida ha spiegato il sarcofago di Gorgonio del IV secolo, i cinque stendardi processionali realizzati nel 1753 dal pittore anconetano Nicola Bertucci e i quattro arazzi (XVII secolo) eseguiti sui cartoni di Peter Paul Rubens. Il pellegrinaggio è poi terminato nella Cattedrale di San Ciriaco, chiesa giubilare in cui è possibile ricevere l’indulgenza plenaria fino al 28 dicembre 2025. È stato celebrato il sacramento della riconciliazione nelle diverse lingue, sottolineando il valore della multiculturalità e dell’inclusione, e Mons. Angelo Spina ha presieduto una Santa Messa internazionale, con le letture in portoghese, spagnolo e francese, arricchita dai canti e dai tamburi delle comunità migranti.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha ringraziato l’Ufficio Migrantes e le comunità straniere e ha ricordato che «ad Ancona vivono tante persone che provengono da tutto il mondo. È una città che accoglie e la presenza di questi fratelli e sorelle è una ricchezza per tutti. La Chiesa è la casa di tutti i popoli. Gesù ha inviato i discepoli ad annunciare il Vangelo a tutte le genti, la salvezza è per tutti. La Chiesa è cattolica, aperta a tutti». Mons. Angelo Spina ha anche spiegato che «questa è la domenica del Buon pastore» e ha invitato tutti a pregare per il Papa Leone XIV, i sacerdoti e le vocazioni. Ha poi ricordato il Salmo 22: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me”. «Anche se nella vita attraverserete momenti difficili, – ha continuato l’Arcivescovo – come la malattia, l’ingratitudine, le incomprensioni, e camminerete in una valle oscura, non dovrete temere alcun male perché Gesù è con voi e, quando tutto è buio, vi dona la forza e la luce. La fede illumina e fa camminare».

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