Durante la visita pastorale nelle parrocchie di Casenuove e San Paterniano, iniziata lunedì 19 maggio, Mons. Angelo Spina ha incontrato i bambini del catechismo con i loro genitori, i padrini e le madrine, i soci e i giovani delle Acli. Suonando la chitarra e cantando con i ragazzi del catechismo, l’Arcivescovo ha sottolineato che «i giovani hanno tante cose, ma ciò che conta è l’amore. Chi si sente amato da Gesù, anche se ha avuto una giornata difficile, sa che Dio gli è sempre accanto ed è sereno. La fiducia in Dio ci fa vivere bene». Ha poi invitato i genitori «ad accompagnare i figli nel cammino della fede. Le catechiste non sono babysitter. Voi siete protagonisti nella crescita dei vostri figli e siete chiamati a dare l’esempio. La fede non si dice, si vive. Se la mettiamo da parte, ci priviamo dell’amore, è come se la terra non avesse l’acqua e diventa arida». Li ha quindi invitati a pregare insieme, ad esempio «prima dei pasti, che sono frutto della terra e del lavoro dell’uomo, e dono di Dio. Prima di mangiare fate il segno della croce e chiedete la benedizione a Dio. Spesso in famiglia si fanno tante cose e non si prega mai insieme. È importante riscoprire la preghiera in famiglia».
Durante la visita pastorale l’Arcivescovo ha incontrato anche i soci e i giovani delle Acli di Casenuove e San Paterniano. Mons. Angelo Spina si è complimentato perché «sono due luoghi di aggregazione. I giovani oggi vivono di connessioni, sono spesso davanti al cellulare e al computer, e hanno quindi bisogno di relazioni». I soci hanno spiegato che vorrebbero tenere i locali maggiormente aperti, ma con il lavoro e gli altri impegni non è possibile, e hanno condiviso le loro speranze e difficoltà. Le due parrocchie sono preoccupate perché il parroco è anziano e hanno chiesto all’Arcivescovo se in futuro ci sarà un altro sacerdote che guiderà le due comunità. Mons. Angelo Spina ha chiarito che «al momento nel territorio dell’Arcidiocesi ci sono 230mila abitanti, 72 parrocchie e 69 sacerdoti diocesani, di cui molti sono anziani. I seminaristi sono pochi e quindi un parroco è chiamato a seguire più parrocchie. Le identità delle parrocchie restano e devono essere conservate, ma bisogna fare rete, camminare e lavorare insieme». L’Arcivescovo ha ringraziato don Luigi per il suo servizio e impegno, ma ha sottolineato che «oggi la comunità cristiana deve rendersi protagonista e fare un cammino di responsabilità all’interno della parrocchia. Ad esempio se la sera il parroco non c’è, la comunità si può ritrovare insieme in chiesa per pregare. In futuro arriverà un altro sacerdote, che avrà bisogno dell’aiuto della comunità. Dobbiamo pregare per vocazioni, sostenere il parroco e preparare una comunità corresponsabile».
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