
Esposizione MAB nel Museo diocesano di Ancona
In occasione della Lunga notte delle chiese sono state inaugurate nei Musei diocesani di Ancona e Osimo le due esposizioni MAB (Musei, Archivi e Biblioteche) dal titolo “L’Arte del Dono”, organizzate per il Giubileo, ed è stato presentato il relativo catalogo (a cura di Diego Masala e Paola Pacchiarotti). Venerdì 6 giugno, alle ore 21.15, si è aperto il format delle aperture serali della rassegna Scrigni Sacri, con l’evento di portata nazionale La lunga notte delle chiese. Giunta alla dodicesima edizione, la notte bianca dei luoghi di culto ha unito musica, arte, cultura e spiritualità.
Il duplice evento ha visto coinvolte la Cattedrale di San Ciriaco ad Ancona e la Concattedrale di San Leopardo a Osimo. L’inaugurazione nei due Musei, infatti, è stata preceduta dalla presentazione delle opere esposte e del catalogo nelle due chiese. Nella serata di Ancona sono intervenuti Mons. Angelo Spina, l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Marta Paraventi, il prof. Diego Masala, uno dei curatori della mostra e del catalogo, e la Corale Regina di tutti i Santi. A Osimo hanno presentato l’esposizione MAB don Luigi Burchiani, direttore dei Musei, Archivi e Biblioteche dell’Arcidiocesi, Eleonora Barontini, curatrice della mostra di Osimo e del catalogo, la restauratrice Maria Laura Passarini e Riccardo Lorenzetti che ha suonato l’organo del XVII secolo conservato nel Museo.

Antonio o Tommaso Politi, Reliquiario a ostensorio e reliquia di santo Stefano, quarto-quinto decennio del secolo XVIII
Ad Ancona l’assessore Paraventi si è complimentata con il Museo diocesano di Ancona per «la rassegna Scrigni Sacri e la Lunga notte delle chiese che permettono di scoprire ancor di più il grande valore storico, culturale e religioso di tante opere d’arte». Diego Masala ha poi presentato le opere presenti nell’esposizione, dedicata principalmente a Santo Stefano e con filo conduttore il tema del dono. Alcune delle opere sono state recuperate dal deposito del Museo e il prof. Masala ha mostrato gli esiti degli accurati restauri, realizzati grazie ai fondi dell’8xmille, tra cui quello riguardante il reliquario di Santo Stefano in argento.
Il reliquiario a ostensorio, appartenente a una tipologia particolarmente diffusa nel Settecento, presenta una teca con luce definita da mosse volute vegetali che contiene una reliquia del protomartire Santo Stefano identificata da un cartiglio con la scritta: “S. Steph. Prot”. Masala ha spiegato che «la collocazione di questa reliquia nella prima sala del Museo diocesano, denominata “Sala delle Origini”, è motivata dal fatto che le vicende di Santo Stefano sono particolarmente legate alla città di Ancona, dove, secondo Sant’Agostino, molti miracoli furono attribuiti alla sua intercessione. La tradizione narra, infatti, che una pietra, rimbalzata dal gomito di Stefano durante la sua lapidazione, fu raccolta da un marinaio che, poco dopo, la portò ad Ancona, dove costruì una cappella in suo onore. Da ciò deriva l’edificazione della prima cattedrale di Ancona, dedicata proprio al santo, protettore della città nei primi secoli». L’arrivo del Cristianesimo sulla costa adriatica è testimoniato dalla presenza della reliquia del sasso, che è attualmente esposta nella cripta delle Lacrime della Cattedrale di San Ciriaco e conservata in un reliquiario databile al XV secolo.

Bottega marchigiana, Lapidazione di santo Stefano, Secoli XVII-XVIII
Altre due opere raffigurano l’episodio della lapidazione di santo Stefano, primo discepolo di Cristo ad affrontare il martirio nel I secolo d.C.: la prima è un’incisione che, rinvenuta nel 2023 sul mercato antiquario, è stata acquisita dal Museo diocesano di Ancona; l’altra è un dipinto ovale che è stato donato nel 2024 da un privato al Museo, aggiungendosi così alle opere legate al protomartire presenti nella Sala delle Origini.
Masala ha anche mostrato gli esiti del restauro del libro multiplo della Parrocchia di S. Nicolò di Bari in Sirolo, dove sono stati annotati diversi sacramenti: così come scritto su di una etichetta posta sulla coperta “Regestrum Baptizatorum, Confirmatorum, Conjugatorum, et Denatorum in Paroecia Siraulensis ab die 14 Aprilis An(ni) 1597 ad diem 25 Sept(embris) Anni 1638”, cioè registro dei battezzati, cresimati, dei coniugati e dei defunti della parrocchia di Sirolo dal 14 aprile 1597 al 25 settembre 1638. L’importanza dei registri parrocchiali, specialmente per l’età moderna, risiede nel loro valore di fonte storica utile per lo studio dei vari aspetti sociali della popolazione.
«Il tema di questa esposizione è il dono – ha sottolineato Masala – Santo Stefano protomartire è considerato il primo cristiano che ha donato la sua vita per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Inoltre ha donato il suo perdono a coloro che lo hanno lapidato. Altre opere hanno visto il concatenarsi di una serie di azioni di generosità, ad esempio è stato donato al Museo diocesano di Ancona il dipinto ovale raffigurante il martirio di Santo Stefano, e l’antiquario da cui abbiamo acquistato l’incisione ci ha donato la cornice».
Nell’esposizione MAB di Osimo sono invece esposti “Il polittico della Madonna col Bambino, angeli e Santi” (Pietro di Domenico da Montepulciano, 1418), il libro dei battesimi della Cattedrale di Osimo (1558-1573), Autores historiae ecclesiasticae (Iohannes Froben, Basilea 1523) che proviene dalla biblioteca dei canonici della Concattedrale di San Leopardo.

Inaugurazione dell’esposizione MAB nel Museo diocesano di Osimo
Mons. Angelo Spina ha ringraziato quanti hanno lavorato per l’inaugurazione delle due esposizioni e ha sottolineato che «i Musei diocesani di Ancona e Osimo, come pure gli archivi e le biblioteche, sono luoghi dove vengono esposti oggetti importanti. Sono scrigni di bellezza, di fede, luoghi vivi che, pur presentando segni “antichi”, mai portano i segni della vecchiaia. Il tema di questo Giubileo è la speranza e guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo invece assistiamo in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità. Il polittico della Madonna col Bambino, angeli e Santi conservato nel Museo diocesano di Osimo apre alla speranza. La Vergine Maria, pur nelle difficoltà, andando incontro a incomprensioni, dice “sì” a Dio che nel suo grembo si fa carne e lo dà alla luce. È lei la Madre della speranza che si fida di Dio, apre il suo cuore ad accogliere la vita e dona il suo figlio a tutti noi. Per tante mamme che oggi incontrano difficoltà, lei è un segno di vicinanza e di speranza».
Parlando delle opere esposte ad Ancona, dedicate a Santo Stefano, l’Arcivescovo ha sottolineato che «Gesù sulla croce ha dato la vita per la nostra salvezza. Gesù ha detto a ognuno: “Ti amo da morire” e noi cosa gli rispondiamo? Stefano ha risposto: “Io sono disposto a morire per dirti che ti amo”. Stefano dona anche il perdono e dice: “Signore, non imputare loro questo peccato”. Dal perdono nascono la speranza e la pace per il futuro».
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