Giubileo dei cresimandi

Un viaggio con tre tappe è stato il Giubileo dei cresimandi che hanno vissuto un pomeriggio insieme riflettendo sulla pace, la speranza e le cose essenziali per la loro vita, prendendo come esempio il beato Carlo Acutis, un giovane come loro che in Gesù aveva compreso il senso autentico della vita e trovato la felicità. Martedì 22 aprile nella Cattedrale di San Ciriaco, la Pastorale giovanile diocesana ha organizzato un incontro di preghiera e condivisione, sul tema del viaggio. La cresima, infatti, non è una meta, ma una tappa nel viaggio della vita, un sacramento importante nel percorso di fede dei cristiani. I ragazzi quindi, dopo aver ricordato all’inizio dell’incontro Papa Francesco e aver recitato con Mons. Angelo Spina il rosario per lui, hanno vissuto un viaggio con tre tappe: la pace, la speranza e l’essenziale.

Nel chiostro della Cattedrale, c’è stata la prima tappa dedicata alla pace. Con la musica in sottofondo, i cresimandi hanno guardato alcune foto di Ugur Gallen, un fotografo e artista turco che crea fotomontaggi che uniscono foto del mondo benestante e dei paesi devastati da guerre e sfruttamento. Molto spesso i soggetti sono bambini, quelli benestanti messi a confronto con quelli del terzo mondo. Guerra e pace, ipersviluppo e povertà, ricchezza e miseria, rispetto dell’ambiente e sua distruzione, allegria e disperazione si combinano nelle opere del fotografo turco. Dopo aver visto le foto, i cresimandi hanno scritto su un biglietto la guerra personale che combattono e l’hanno affidata al Signore chiedendogli di portarci la pace.

All’interno della Cattedrale è stata vissuta la seconda tappa sulla speranza. Qui i ragazzi hanno trovato delle fotografie legate al tema della speranza e dei versetti della Bibbia e di Papa Francesco. “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14,1), “Non lasciatevi rubare la speranza, per favore, non lasciatevi mai rubare la speranza” (Papa Francesco), sono alcune delle frasi sulla speranza e ai giovani è stato chiesto di accoppiarle a un’immagine.

Nella terza tappa, all’esterno della Basilica, aiutati dall’esempio del beato Carlo Acutis che presto sarà canonizzato, i ragazzi hanno riflettuto prima su ciò che è essenziale in un viaggio e poi hanno scelto le cinque cose essenziali per loro vita. Insieme ai loro catechisti, hanno quindi prima scelto i cinque oggetti essenziali per un viaggio, ad esempio zaino, borraccia, kit pronto soccorso, cappello e cibo, e poi hanno visto un video su Carlo Acutis, che ha mostrato le cinque cose importanti per lui: l’Eucaristia, gli affetti, il condividere con i poveri, la preghiera, la comunicazione. Sono quindi stati invitati a scrivere su un foglietto le cinque cose essenziali per loro e c’è chi ha scritto la famiglia, gli amici, la preghiera, la fede e la salute.

Infine i giovani, accompagnati dai catechisti e dai loro genitori, si sono ritrovati all’interno della Cattedrale e hanno recitato insieme una preghiera a Carlo Acutis e il Padre nostro. L’Arcivescovo li ha benedetti e ha ricordato che Carlo è «un modello di santità. Un giovane normale come la maggior parte dei suoi coetanei, ma che viveva una profonda amicizia con Gesù. “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”, è una delle sue frasi più famose. La sua devozione, rivolta in particolare all’Eucaristia (che chiamava «La mia autostrada per il Cielo») e alla Madonna, lo portava quotidianamente a partecipare alla messa e a recitare il rosario, che per lui era la scala più corta per salire in cielo».

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