2016/01/06: Dove c'e' Gesu' c'e' una vita bella e non una bella vita!

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Epifania del Signore
Giubileo delle Famiglie
(Is 60,1-6;Sal 71; Ef 3.2-3a.5-6;Mt2,1-16)
CATTEDRALE DI S. CIRIACO – ANCONA
(L’omelia è stata principalmente rivolta ai bambini che sono stati fatti sedere a terra, tra l’altare e la cattedra da dove il Cardinale ha pronunciato, attraverso la loro partecipazione, un tenero ed accorato messaggio alle famiglie convenute). 
Oggi non so a chi parlare, se parlo agli adulti questi non mi capiscono, allora desidero parlare ai bambini che invito a venire qua davanti a me.
L’invito ai bambini presenti
Qua coraggio, non vi preoccupate, venite tutti, tutti !!
Mettetevi seduti qua, tanto il raffreddore se ce l’avete vi passerà, sennò con la pioggia che c’è l’avete preso oggi!
Coraggio! Anche qualcuno più grandicello che sta in mezzo alla chiesa, così ci vediamo meglio negli occhi.
E’ vero? Si o no?
Avete paura? No? Bravi!!!
Vedete che scappano fuori e poi dite che i figli non ci sono, invece ci sono!!
Più vicino!
Dobbiamo stringerci un poco; ce la fai a metterti seduto?
Adesso io parlo qui, così loro (indica gli adulti) mi capiscono di più!
Che festa è oggi? Epifania, però generalmente voi la ricordate con un altro nome, come festa della Befana.
Una festa piena di regali, che penso vi siano arrivati.
Qualche volta non arrivano … ma sapete perché ? Perché arrivano tutti i giorni …
Quando ero piccolo si aspettava la Befana perché ti portava qualcosa e poi c’era sempre un pezzetto di carbone nero, perché eri stato un bambino non sempre buono …
Mi avete detto che questa festa si chiama Epifania e sapete cosa significa questa parola?
Non lo sapete?
Se io dico la parola ‘bello’ è una parola che significa una cosa che mi fa piacere.
La parola Epifania significa semplicemente questo: manifestazione.
Epifania è uno che si manifesta, che si fa conoscere; questo è il giorno in cui un bambino si è fatto conoscere e noi lo ricordiamo.
Di fronte a questa manifestazione dobbiamo farci delle domande: telegraficamente ve le faccio, ma non perdete nessuna parola, mi raccomando!
1) CHI SI MANIFESTA?
2) DOVE SI MANIFESTA?
3) COME SI MANIFESTA?
4) CHE COSA DONA E ANCHE CHE COSA RICEVE?
Rispondiamo brevemente.
1) CHI SI MANIFESTA?
Si manifesta un bambino che ha un nome: Gesù.
Oggi è il giorno in cui Gesù si è manifestato. Però prima avete detto i Magi, chi l’ha detto prima? Tu e anche questa è una manifestazione.
Ma ce ne sono altre due che ci riguardano e non le sapete; i vostri genitori le sapranno, lo domandiamo a loro? Gli facciamo fare brutta figura? No.
Intanto si manifesta a Betlemme, e lì vengono i Magi i grandi cercatori della sapienza, quelli che stanno sempre a pensare al senso della vita, a queste cose qui …
Hanno visto questa stella e sono andati alla ricerca di Colui che doveva venire a spiegare tutto.
Poi oggi ricordiamo un’altra manifestazione quel bambino, che è cresciuto, (quello non resta bambino cresce) dove si manifesta questa volta? Si manifesta adulto attorno al fiume Giordano e anche Lui viene battezzato, Giovanni il Battista lo battezza mentre si sente una voce: “Questo è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo!”
Quindi a Betlemme si manifesta come Bambino, al Giordano si manifesta come Figlio di Dio (coraggio, lo potete dire forte: come figlio? di Dio).
Poi c’è una terza manifestazione e questa forse, da un certo punto di vista, è la più bella!
Vediamo se ci arrivate: c’è un giorno in cui una famiglia sta in pericolo di fare una brutta figura, ha invitato tante persone alla festa e all’improvviso viene a mancare una cosa che fa brillare la testa…il vino!
E dove è avvenuto questo? (bravi! Vedete quante cose sanno i bambini? Sono contento!) A Cana di Galilea.
E Gesù come si è manifestato lì?
Io direi così: Gesù si è manifestato come un amico di famiglia, pensate Dio che va al pranzo degli sposi è strano no? Non aveva niente da fare quel giorno? No! Lui ci vuol dimostrare che fa parte totalmente della nostra u- ma- ni- tà.
Quindi sono tre le manifestazioni, le ricordiamo?
A Betlemme come bambino, al Giordano come Figlio di Dio, a Cana come un amico di famiglia che fa del bene.
2) DOVE SI MANIFESTA?
Un passo avanti: dove si manifesta? Non tanto il luogo come Betlemme, Cana, Giordano, ma che ambiente sceglie per manifestarsi? Lo dico perché celebriamo oggi il Giubileo delle famiglie, sono due i luoghi dove Gesù si manifesta, il primo è la casa.
I Magi vanno trovare lui in quella che in quel momento era la sua casa: una grotta! Del resto la casa a Nazareth, ai tempi di Gesù non pensate che fosse come le vostre case, erano delle grotte, ed il posto migliore, dove non pioveva quasi mai, era dove c’erano  gli animali che dovevano essere custoditi di più, perché erano la fonte di sostentamento, infatti, se la pecora si ammalava il latte non veniva ed erano problemi… e così le bestie stavano al riparo nella grotta.
Gesù si manifesta a casa; anche quando va a Cana, in una festa di nozze, anche lì va a casa.
Questo è importante bambini! Ditelo a vostri genitori!
Nella nostra casa Dio c’è! E si deve manifestare.
Poi ci diremo come si manifesta, ma dobbiamo dircelo!
Tocca anche a voi piccoli, a ridire a voi stessi  e ai vostri genitori quello che vi sto dicendo.
Un luogo, abbiamo detto, dove Gesù si manifesta è al Giordano, ma chi c’era al Giordano? Era solo?
C’erano tanti altri, e tanti altri messi insieme come si chiamano? Popolo (chi l’ha detto? Bravo!)
I luoghi dove Gesù si manifesta sono: la casa e il popolo.
In mezzo al popolo c’è la presenza di Dio.
3) COME SI MANIFESTA DIO?
La terza domanda: Ma come si manifesta Dio?
Voi quando pensate a Dio, a che cosa pensate? A una cosa grande, onnipotente, intoccabile, non è cosi?
E’ difficile dire Dio, ma chissà dove sta e adesso poi gli stupidi hanno fatto la vignetta del Padre eterno con il mitra dietro, si devono vergognare questi adulti ragazzi!
Gli adulti, cari bambini, vi dicono tante cose che loro non fanno, tutte le cose che vi insegnano loro non le fanno!
Allora come si manifesta? Si manifesta da bambino, ma voi in quel bambino vedete Dio? No! Eppure si manifesta come bambino, che vuol dire questo?
Si manifesta nella piccolezza, Dio è onnipotente ma sta soprattutto nelle cose piccole, nella persona più umile, più piccola, lì c’è Dio.
Ci avete mai pensato che in un bambino che non può camminare lì c’è Dio?
Avete mai pensato che in un bambino che soffre perché non ha il papà e la mamma lì c’è Dio?
Questo dobbiamo pensare, Dio si manifesta nella piccolezza, poi l’Onnipotente può fare tante cose, per esempio avrebbe potuto dare qualche schiaffo, qualche malanno a quelli che cercavano di perseguitarlo …
No, Lui si manifesta nella piccolezza e …(se io ti do una carezza quello che faccio è un atto di … tene … tenerezza) Dio si manifesta nella piccolezza e nella tene … tenerezza.
Non solo, se io vengo a casa tua, come Gesù è andato a casa degli sposi, si manifesta una relazione di amicizia, Dio è uno che sta con noi.
Ricordatevelo sempre!
Non pensate di trovare Dio in qualche parte, Dio sta in questi luoghi che il Vescovo vi ha detto: la casa, il popolo, attraverso le cose piccole, le persone più semplici, attraverso le persone piene di tenerezza e attraverso una relazione di ami-ci-zia.
Adulti avete capito qualcosa? Fatemi un segno che non dormite, dite di sì …
Vedi come stanno attenti gli alunni!
Adesso diciamo un’altra cosa.
4) CHE COSA DONA E CHE COSA RICEVE?
E’ vero che il Bambino riceve dei doni, ad esempio, come avete sentito, riceve oro, incenso e mirra, ma è inutile che sto a spiegarvi questo, i vostri genitori troveranno su internet questa cosa e vi spiegheranno cos’è l’oro, l’incenso e la mirra.
Però che cosa dona Lui, non dona niente di sensibile, di materiale (grazie che mi hai suggerito la parola), ai Magi che cosa dona? Avete sentito il Vangelo?
“Videro” e “gioirono” e furono contenti; e così agli sposi (pensate agli sposi di oggi se a un dato momento, dopo che hanno mangiato e bevuto, volessero qualcosa e non ci fosse più niente! Che brutta figura!), gli sposi ricevono da Gesù la letizia di una festa, Gesù aiuta a non rompere la festa.
E al Giordano che cosa dona?
Questo è più difficile, ma è il più importante!
Che anno è questo? L’anno della … (dillo più forte), l’anno della Misericordia.
La Misericordia Gesù già ce la dona appena nato, la dona al Giordano quando Egli viene indicato Figlio di Dio, Padre di Misericordia.
Allora vi dico una cosa che voglio che la impariate a memoria: “Dove c’è Gesù c’è pace.”
La potete ripetere? Però sta ‘mosceria’ non mi piace, adesso sì va bene!
Ora agli adulti faccio dire un’altra cosa: “Dove c’è Gesù c’è una vita bella e non una bella vita!” Capite la differenza cari papà e care mamme?
La vogliamo ripetere insieme: “Dove c’è Gesù c’è una vita bella e non una bella vita!” La vuoi ripetere tu?
Cosa vuol dire una “bella vita”? Me la godo, faccio quello che mi pare, scialacquo … e invece”una vita bella” è …?
Molto semplice! E’ una vita vissuta nell’amore.
A casa vostra c’è una vita bella o una bella vita? Qualcuno si è ‘tradito’ e ha detto: “A casa mia c’è una bella vita.” (ridono)
Ringraziate sempre quando a casa avete le cose, e quindi avete una vita accettabile, però ricordatevi che una vita bella è anche quando non stai bene, anche quando la mamma non sta bene, anche quando il nonno non sta bene, anche quella è una vita bella purché uno l’accetti.
E’ vita bella anche se quest’anno, caso mai fosse successo, a casa ho ricevuto pochi doni, anche quella è vita bella; non è una “bella vita”, ma è una vita bella.
Ora voi direte, ma tutta sta roba a me a che cosa serve?
Serve, serve!
Ricordatevi una cosa, di fronte a quel Bambino, cari figlioli, le cose sono due: o ci stò oppure lo rifiuto.
Guardate l’umanità di quel tempo che cosa fa, c’è l’umanità che lo cerca e sono i…? I Ma …? Magi.
Chi è che lo rifiuta? Lo rifiutano quelli che stavano vicino a Lui: i sommi sacerdoti, quelli lo rifiutano.
Di fronte a Lui o lo si ama, ecco il padre e la madre, o lo si uccide ecco, (quello che avete detto prima) Ero-de.
Quando arriva Lui o fa festa o crea dolore; allora  ecco l’Osanna, ma subito dopo lo crocifiggono.
Ma voi mi direte: “Ma io che c’entro con questa festa qua?”
Allora vi do alcuni riferimenti stavolta per i grandi, ma ascoltate anche voi.
Ogni discepolo è una manifestazione di Gesù.
Come ti chiami che non mi ricordo più? Francesco!
Francesco: ogni bambino, ogni adulto cristiani sono una manifestazione di Gesù, come può farlo questo? Tu sarai manifestazione di Gesù se vivi come Gesù, questo è il punto.
Facciamo un esempio: a Gesù una volta hanno dato uno schiaffo, cosa ha fatto Gesù gliene ha dato un altro? No!
Gli ha detto: “Se ho sbagliato perché non mi correggi?”
Quando è che Francesco sarà manifestazione di Gesù, se uno gli ha dato uno schiaffo? Quando gliene dà un altro? No! Quando gli dice: ”Grazie!”  Difficile, eh?  E’ così, è difficile ma è così.
Ogni famiglia, cari figlioli, è anche essa manifestazione di Gesù, però devono essere simili alla famiglia di Nazareth, che però non era una famiglia dalla ‘bella vita’ senza casa, lavorava uno solo, il Bambino è nato senza fasce, è nato all’aperto, è stato profugo in Egitto.
Non era una famiglia dalla bella vita, ma era una famiglia dalla vita bella, cioè tutti e tre si a-ma-va-no.
Ogni famiglia è manifestazione di Gesù, se quella è una famiglia dove ci si ama.
Ditelo ai vostri genitori: papà e mamma io non ho bisogno delle cose che mi regalate, ho bisogno che mi amiate, TUTTI  E DUE!
Lo dici mai ai tuoi? Lo dici o no? Alcune volte … No! Ditelo tutti i giorni!
Così vanno a scuola anche loro, bisogna ricordarglielo.
Cari adulti, ogni comunità è manifestazione di Gesù, ogni comunità, e mi riferisco soprattutto alla comunità credente, allora anche le nostre comunità parrocchiali piene di amicizia e di servizi.
Mi piacerebbe che le vostre case diventassero luoghi di tenerezza, occorre tanta tenerezza verso la vita. Vi prego donne care, custodite la vita quando avete la gioia di portarla nel grembo, custoditela!
Voglio raccontarvi ciò che mia nonna disse a mia sorella, 48 anni fa.
Noi non avevamo mamma e papà che erano da tempo morti, ma c’era mia nonna.
Mia sorella quel giorno disse a mia nonna: “Nonna aspetto un bambino!” e nonna, donna marchigiana che non aveva studiato, ma sapeva le cose della vita, le disse: “Me raccomando, non fare la cavalla!” come dire “Comportati bene, abbi rispetto della vita che porti dentro di te!”
Era un’espressione poco culturale, ma tanto piena di vita!
La famiglia come grembo della vita, amate questi ragazzi! Cari papà e care mamme amate i vostri bambini, date loro meno cose, ma amateli! Educateli ad uscire da casa, educateli al futuro.
Figlioli dovete guardare avanti voi! Anche papà e mamma sono usciti dalla casa dei loro genitori ed hanno fatto la propria, così toccherà anche a voi.
Voi siete il futuro!
Poi un’altra cosa, a casa imparate le relazioni, sapete cosa sono le relazioni? Le relazioni sono il rapporto tra persone; a casa imparate cosa vuol dire essere figlio e anche chi è padre e chi è madre.
Il figlio sta sopra o sta sotto? Sta alla pari, purché obbedisca!
Poi se siete in famiglia più figli, siete fra di voi fratelli e sorelle, imparate anche tra voi la relazione del volervi bene.
Un’altra cosa: a casa imparate l’esperienza del perdono.
Dite la verità, ma voglio la verità: perdonate mai?
Eh, cari figlioli se non perdonate non siete uomini e donne, avete capito cari adulti?
Mi piacerebbe dirvelo come Papa Francesco: “Per favore, perdonate!”
Francesco tu perdoni? Sempre? Costa, eh? Ma pensa un po’ a quel Bambino, che poi è morto sulla croce, quanto gli è costato perdonarci, (indicando l’immagine del Bambino Gesù davanti al presbiterio e il grande crocifisso sull’altare) guarda che tragitto ha fatto: dalla culla alla? … alla … croce.
E’ uguale la culla rispetto alla croce? No!
Cari adulti, guardate come è strana la nostra cultura, su questo aspetto con impegno dobbiamo risanare tante cose.
Abbiamo cambiato il nome a tutto, oggi non diciamo più casa diciamo appartamento, che vuol dire appartamento? Appartato, sto per conto mio, la casa invece è il luogo di …? Di tutti!
Oggi non si dice più famiglia, si dice compagnia, oppure unioni civili; poi non si dice più comunità si dice realtà sociale, condominio allargato.
E se noi invece cominciassimo a ridire le parole giuste?
Questa giornata che abbiamo vissuto in questa maniera, vorrei che fosse, per tutti voi che siete qui, occasione di essere una famiglia vera, una casa vera e che ognuno di noi manifesti il Signore Gesù.
Avete capito qualcosa? Altrimenti ricomincio daccapo.
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore).