L’arcivescovo Angelo a Castelfidardo per il giorno di Santo Stefano Celeste Patrono della Collegiata

Sua Ecc. Mons. Angelo Spina ha presieduto la Celebrazione Eucaristica, a Castelfidardo, per la Festa di Santo Stefano, Celeste Patrono, della Parrocchia Collegiata. Con lui hanno celebrato: il parroco Don Bruno Bottaluscio e Fra Andrea Cannuccia, fidardense, dei Francescani Minori Conventuali. Durante la Santa Messa hanno ricevuto il battesimo Anna Chiara, Giulio e Alessandro che, insieme ai loro genitori, l’Arcivescovo ha chiamato vicino a sé, presentandoli alla comunità cristiana fidardense, come gesto di accoglienza, ma soprattutto ad indicarli come “piccoli cristiani” da aiutare a crescere.

Una cerimonia suggestiva, per la presenza della Corale “Amici del coro” che ha animato la liturgia con canti natalizi, per la presenza dei Confratelli delle due Confraternite: del Santissimo Sacramento e del Santissimo Crocifisso, ma soprattutto per la presenza dell’Arcivescovo Angelo che ha saputo illuminare ogni momento con quel tocco dinamico di sapienza e di umanità che gli sono propri.

Durante l’omelia ha fatto più volte riferimento al presepio ed ai comportamenti di Gesù, Maria e Giuseppe collegandoli ai comportamenti di Anna Chiara, Giulio, Alessandro e dei loro rispettivi genitori, ricordando come anche Maria e Giuseppe hanno tenuto tra le braccia Gesù Bambino che pur essendo figlio di Dio, era un uomo in carne ed ossa come noi, venuto a salvarci dalla nefandezza del peccato.

Peccato a cui ci conduce satana, che non è una invenzione o un pupazzetto disegnato di coloro rosso, con il mantello nero e con le corna, ma un elemento malefico che ci spinge a compiere il male, allontanandoci da Dio.

Il battesimo ci inserisce nella grande comunità della Chiesa e ci aiuta a restare tra le braccia di Dio. Ma un bambino, un infante, da solo non ce la può fare ed allora ecco l’aiuto dei genitori, dei nonni, dei padrini e di tutta la comunità cristiana, che si rende disponibile, sin da subito, sin da oggi, per i tre bambini, con l’accoglienza nella casa di Gesù durante una Celebrazione eucaristica.

Poi l’Arcivescovo ha parlato di Santo Stefano, primo martire cristiano, che mentre veniva lapidato alzava le mani al cielo e diceva al Signore di perdonare i suoi assassini. Una delle pietre che erano servite per condurre alla morte Santo Stefano è stata raccolta da una persona che l’ha portata in Ancona. Di essa e di Ancona parla Sant’Agostino in una omelia del 425.