Messa in cattedrale per la Giornata mondiale della vita consacrata

Domenica 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, nella cattedrale di san Ciriaco l’Arcivescovo Angelo Spina ha presieduto la santa messa per la XXIV Giornata mondiale della vita consacrata. La celebrazione è iniziata con la recita dei vespri e la benedizione delle candele, mentre dopo l’omelia i religiosi e i consacrati hanno rinnovato i voti davanti all’Arcivescovo.

«Abbiamo iniziato questo momento di preghiera con la benedizione delle candele che danno luce. Luce, luce e ancora luce. Dovrebbe bastare questa sottolineatura per commentare il Vangelo di oggi – ha detto Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo – perché la festa della Presentazione di Gesù al tempio altro non è che il racconto di cosa sia la luce quando tocca la vita delle persone. Il vangelo di oggi racconta di questi due testimoni della gioia: Anna e Simeone che non sono altro che un segno per tutti noi, proprio come la vita religiosa, che è tale solo se indica qualcosa al mondo: una Luce».

L’Arcivescovo ha anche sottolineato che «la vita consacrata nasce e rinasce dall’incontro con Gesù così com’è: povero, casto e obbediente. C’è un doppio binario su cui viaggia: da una parte l’iniziativa d’amore di Dio, da cui tutto parte e a cui dobbiamo sempre tornare; dall’altra la nostra risposta, che è di vero amore quando è senza se e senza ma, quando imita Gesù povero, casto e obbediente. Così, mentre la vita del mondo cerca di accaparrare, la vita consacrata lascia le ricchezze che passano per abbracciare Colui che resta. La vita del mondo insegue i piaceri e le voglie dell’io, la vita consacrata libera l’affetto da ogni possesso per amare pienamente Dio e gli altri.

La vita del mondo s’impunta per fare ciò che vuole, la vita consacrata sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande. E mentre la vita del mondo lascia presto vuote le mani e il cuore, la vita secondo Gesù riempie di pace fino alla fine, come nel Vangelo, dove gli anziani arrivano felici al tramonto della vita, con il Signore tra le mani e la gioia nel cuore. La vita consacrata non è sopravvivenza, è vita nuova perché è incontro con il Signore che dà luce, che purifica, che consacra. Papa Francesco ci ricorda: “…che una chiesa locale senza la presenza della vita consacrata sarebbe una chiesa orfana, non completa”. Questa sera ringrazio il Signore per tutte voi donne e uomini consacrati, per quello che siete e anche per quello che fate. Per la vostra dedizione a Dio e ai fratelli e sorelle nel servizio quotidiano secondo il vostro carisma».

All’offertorio le religiose hanno portato all’altare il pane e il vino, il cero offerto dalle claustrali in segno di comunione e simbolo della preghiera e della vita che si dona perché ogni persona sappia di essere amata da Dio; la Regola che indica il cammino da vivere nell’obbedienza, con la libertà e la disponibilità alla vocazione ricevuta; i fiori che esprimono la varietà e la bellezza dei carismi donati alla Chiesa per il mondo e la gioia di essere Comunità aperte all’accoglienza di tutti, soprattutto dei più piccoli e poveri. Al termine della santa messa, l’Arcivescovo ha donato il Nuovo Testamento ai sacerdoti e alle religiose.

Di seguito l’omelia integrale dell’Arcivescovo Angelo Spina, in occasione della messa per la XXIV Giornata mondiale della vita consacrata

Omelia Giornata della vita consacrata – 2 febbraio 2020 – Cattedrale S. Ciriaco

 

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