La Quaresima è un grande dono che ci viene fatto, è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. Il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore.
Papa Francesco nel messaggio di quest’anno scrive: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo». La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti.
Quali mezzi offre la comunità cristiana, in questo periodo, per permettere ad ogni battezzato un cammino di autenticità, di liberazione, di eventuali “correzioni di rotta”? Sono quelle pratiche penitenziali molto care alla grande tradizione biblica, cristiana e patristica della Chiesa: il digiuno, la preghiera, l’elemosina, il silenzio, il perdono. Sono pratiche che racchiudono una saggezza secolare, esperienze di vita collaudate, tesori inestimabili.
Digiuno. Il digiuno lavora il campo del nostro corpo per la semina di Dio. “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Come è bello se in ogni giorno di quaresima la famiglia si ferma per un attimo e si mette in ascolto della Parola di Dio. Il nutrimento della parola fa digiunare da tante cose inutili che distraggono. Digiunare dal cibo non per moda ma per condividere quello che si ha con chi non ha.
Preghiera. La preghiera, come il digiuno, è iscritta nella stessa natura dell’uomo secondo gli insegnamenti degli antichi: “gli uccelli volano, i pesci nuotano e… l’uomo prega”. Il cristiano, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà.
Elemosina. È importante, in quaresima, riscoprire il valore dell’elemosina, dell’intervento immediato, che non pretende di risolvere tutto, ma fa quello che è possibile al momento. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo.
Silenzio. In questo tempo favorevole, lasciamoci condurre come Israele nel deserto (cfr Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità.
Perdono. Chiedere perdono, come anche dare il perdono (per-donare), non sono azioni spontanee e naturali; sono valori prettamente cristiani, sono gesti creatori, innovativi che richiedono coraggio. Li possiamo vivere solo se riusciamo a far emergere in noi la vita nuova. Accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio.
Anche quest’anno il Signore ci concede questo tempo propizio per prepararci alla Pasqua, perciò, benedetta quaresima!
+Angelo, Arcivescovo