Inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 dell’ITM con il Cardinal Semeraro

Il nuovo anno accademico 2021-2022 dell’Istituto Teologico Marchigiano e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle Marche “Redemptoris Mater” è stato inaugurato mercoledì 10 novembre dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha tenuto una prolusione sul tema “Per una Chiesa in uscita. La riforma della Chiesa come dinamica permanente della comunità credente”. All’incontro, molto partecipato, erano presenti gli studenti, i docenti, il preside dell’Itm don Massimo Regini, il direttore dell’ISSR padre Roberto Cecconi, il presidente della CEM Mons. Piero Coccia, l’Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina, gli altri vescovi delle Marche e il prefetto di Ancona Darco Pellos.

Durante il suo intervento, il Cardinal Semerano ha parlato di “Chiesa in uscita” e “Riforma della Chiesa”, secondo il pensiero di Papa Francesco. «La prima espressione “Chiesa in uscita” – ha spiegato Semeraro – la troviamo per la prima volta in Evangelii Gaudium, un documento indispensabile per comprendere il processo di riforma voluto dal Papa. Nel capitolo 1 il Santo Padre parla della trasformazione missionaria della Chiesa e, quindi, della Chiesa in uscita. Al n. 27 si legge: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”.

Appare subito chiaro che la “riforma” ha per Papa Francesco un’impronta missionaria. La riforma è la conversone missionaria – personale, comunitaria, strutturale – di tutto il popolo di Dio». Il Cardinale ha anche spiegato che nel linguaggio di Francesco ricorre pure, benché in contesti diversi, l’espressione Ecclesia semper reformanda. «La prima eco che questa espressione suscita nell’animo di Francesco – ha spiegato – è una riforma della propria vita. Il Papa, quando parla di reformatio pensa certo ad una riforma delle strutture ecclesiastiche: in primo luogo, però, guarda ad una riforma che giunga a toccare la vita dei cristiani, sappia mutarla e trasformarla. L’idea di riforma propria di Francesco non è un ideale, ma qualcosa di concreto. Senza dubbio egli pensa che una riforma esteriore delle strutture non sia sostenibile senza uno spirito e uno stile di vita adeguati».

Infine il Cardinale ha spiegato che, per descrivere lo stile missionario della Chiesa, il Pontefice ricorre ad alcuni verbi in Evangelii Gaudium: uscire, prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare. C’è bisogno di una «Chiesa capace di uscire da se stessa e andare verso chi non la frequenta, chi se n’è andato o è indifferente. Prendere l’iniziativa significa superare la paura e andare incontro agli altri. Anche coinvolgersi è importante perché è il contrario dello starsene a guardare. Il Papa ci propone l’immagine di Gesù che ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Accompagnare è un verbo caro al Papa, così come fruttificare (portare frutto) e festeggiare (l’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia)».

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