L’Arcivescovo ha visitato il Centro Papa Giovanni XXIII e l’impianto sportivo PalaMassimo

I fedeli della parrocchia Cristo Divino Lavoratore hanno accolto gioiosamente e fraternamente l’Arcivescovo Angelo Spina che, lunedì 6 marzo, ha iniziato la sua visita pastorale nella chiesa di Piazzale Camerino, con la Santa Messa preceduta dal tradizionale rito di accoglienza. Tanti gli incontri in questi giorni: con il consiglio pastorale e quello per gli affari economici, con le persone disabili del Centro Papa Giovanni XXIII, la corale parrocchiale e il mondo dello sport, le atlete della Mantovani Volley e gli atleti della Mantovani calcio a 5 nell’impianto sportivo PalaMassimo Galeazzi.

In particolare mercoledì 8 marzo Mons. Angelo Spina, accompagnato dal parroco don Giancarlo Sbarbati, ha visitato i Centri Diurni e le Comunità Residenziali del Centro Papa Giovanni XXIII che dal 1997 offre servizi a sostegno della disabilità. Sono stati accolti dalla presidente Giorgia Sordoni che ha raccontato la nascita e i servizi del Centro, che ogni giorno si impegna a difendere il rispetto, la dignità, il diritto alla felicità e all’autonomia di ogni persona con disabilità. La Cooperativa Centro Papa Giovanni XXIII è infatti nata ad Ancona tanti anni fa su iniziativa del parroco don Giancarlo Sbarbati e di alcuni giovani della parrocchia, con l’obiettivo di creare spazi di aggregazione e animazione per alcuni ragazzi con disabilità del quartiere, rispondendo così ad un bisogno reale di una parte, forse ancora inascoltata, della cittadinanza. In breve tempo un’attività inizialmente di volontariato, è cresciuta e si è trasformata. Nel 1997 è nato il primo Centro Diurno che è diventato subito uno dei pochi servizi rivolti alle famiglie delle persone con disabilità che avevano terminato il percorso scolastico. Poco dopo, è stato aperto un secondo Centro.

Questi Centri Diurni sono frequentati da 27 persone che questa mattina hanno accolto l’Arcivescovo e pregato con lui. Gli ospiti si sono presentati e hanno detto il proprio nome, qualcuno ha anche voluto abbracciare Mons. Angelo Spina che, dopo aver pregato con loro un Padre Nostro e un’Ave Maria, li ha benedetti e ha ringraziato il Signore per l’incontro, per il dono della vita e dell’amicizia. La presidente ha poi raccontato le varie attività che svolgono i disabili, dall’andare in biblioteca al fare la spesa al supermercato, dal curare le piante ai laboratori didattici. Come ha spiegato Giorgia Sordoni, «il nostro motto è: la persona al centro. Crediamo che nessuno debba essere escluso, ma tutti debbano avere la possibilità di realizzare se stessi al massimo delle proprie potenzialità. Con i nostri servizi mettiamo al centro sogni e aspettative di coloro che ci sono stati affidati». L’incontro è terminato con una merenda, dopodiché Mons. Angelo Spina ha visitato la Casa Sollievo, un appartamento di pronta accoglienza che ospita persone con disabilità che “si allenano” a vivere al di fuori dell’ambiente consueto, permettendo allo stesso tempo alle loro famiglie di vivere serenamente anche momenti di particolare difficoltà, come ricoveri ospedalieri improvvisi o altre emergenze, durante i quali risulta spesso difficile gestire adeguatamente i propri cari.

La visita è continuata nei locali di Fricchiò, il progetto di ristorazione solidale del Centro Papa Giovanni XXIII dedicato all’attività di catering e ristorazione su prenotazione. Fricchiò è un esempio di inclusione lavorativa: all’interno della cucina, infatti, lavorano anche persone con disabilità, assunte come camerieri professionisti e formate per questo tipo di lavoro. È nato per promuovere lo sviluppo delle abilità degli ospiti e nel contempo raccogliere fondi a sostegno dei progetti del Centro. La stessa cosa vale per le bomboniere solidali. Nel Centro c’è infatti un laboratorio di creazione bomboniere, che è stato visitato dall’Arcivescovo e coinvolge quotidianamente persone con disabilità ed educatori. Mons. Angelo Spina ha poi incontrato i disabili delle due Comunità Residenziali “Il Samaritano” e “Don Paolo Paolucci”. Qui vengono ospitati coloro che non possono più essere accuditi dalle loro famiglie e la Comunità è la loro casa. L’Arcivescovo ha conosciuto gli ospiti delle due Comunità e ha pregato con loro. Ha dato la benedizione e ha fatto gli auguri a tutte le donne in occasione della festa dell’8 marzo. La Comunità “Il Samaritano” gli ha donato un quaderno, mentre la Comunità “Don Paolo Paolucci” un cuore e un angelo, realizzati dai disabili insieme ai loro educatori.

Nel pomeriggio Mons. Angelo Spina ha invece celebrato la Santa Messa nella parrocchia e ha poi incontrato gli atleti della Mantovani calcio a 5 nell’impianto sportivo PalaMassimo Galeazzi. Accolto con un applauso dal vice presidente Maurizio Ferraresi, dagli allenatori e dai ragazzi, ha sottolineato la bellezza dello sport e del gioco di squadra: «Una mano è formata da cinque dita diverse che si aiutano l’un l’altra, ad esempio quando si prende un oggetto. Anche nella squadra ci sono diversi calciatori, ma è importante il gioco di squadra. Si vince insieme, non da soli». L’Arcivescovo ha anche ricordato che lo sport «educa alla lealtà e al sacrificio. Nel calcio, come negli altri sport, nascono le amicizie e si impara il rispetto degli altri e degli avversari. Giocare con i compagni permette anche di staccarsi dal mondo virtuale, dai telefoni e dai computer, e di vivere relazioni vere con gli altri».

Come ha spiegato il vice presidente Ferraresi, la società Mantovani calcio a 5, «inizialmente nata nel 1988 nella chiesa parrocchiale dove esisteva un campetto per il calcio a 5, è stata ricostituita nel 2010 quando il parroco don Giancarlo Sbarbati fece costruire l’impianto sportivo. Se all’inizio i ragazzi erano solo cinque, oggi gli atleti sono circa 70, dai cinque anni fino ai quaranta. La società prende il nome dal primo parroco della chiesa, don Giovanni Mantovani». Al termine dell’incontro, è stato recitato un Padre Nostro e l’Arcivescovo ha dato la benedizione. Una bambina, poi, a nome di tutta la società, ha donato un gagliardetto a Mons. Angelo Spina che, prima di salutare i ragazzi, ha giocato con loro e ha segnato un rigore.

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