Via Crucis dei giovani sul Monte Conero

La Caritas diocesana, l’Azione Cattolica, Fides Vita, Comunione e Liberazione, i seminaristi hanno preparato le riflessioni della Via Crucis dei giovani, vissuta venerdì 31 marzo sul Monte Conero. Nel buio della notte, guardando e seguendo la croce, i ragazzi hanno iniziato il cammino da Metàmonte e hanno raggiunto la Badia di San Pietro al Conero, meditando la Passione di Gesù. Con la preghiera e il canto, hanno ripercorso il cammino di Gesù sulla via della croce, una via che sembrava senza uscita e che invece ha cambiato la vita e la storia dell’uomo.

Con le torce accese e le scarpe da trekking, alle ore 21 i giovani hanno iniziato la salita e hanno meditato cinque stazioni, i principali momenti della passione e morte di Gesù. Nella prima stazione “Gesù, arrestato, è rinnegato da Pietro”, il pensiero è andato ai migranti morti in mare. La Caritas ha letto le parole del Cardinale Matteo Zuppi, a seguito del tragico naufragio avvenuto a Steccato di Cutro la notte del 25 febbraio 2023, e la testimonianza di Farid, un giovane afghano sopravvissuto al naufragio. Nelle preghiere sono così stati ricordati «i naufraghi morti, i dispersi e le loro famiglie, tutti vittime delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della cecità̀ e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito dall’indifferenza. Una malattia di cui anche noi cristiani soffriamo. Riconosciamo i nuovi crocifissi di oggi: i senza dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a fare viaggi inauditi e a vivere nella precarietà ai margini della nostra società, dopo avere affrontato sofferenze inenarrabili».

Nella seconda stazione “Gesù è condannato da Pilato”, l’Azione Cattolica ha invitato a riflettere sul «dilemma di Pilato che è quello che abbiamo di fronte tutti quanti i giorni della nostra vita, quando siamo chiamati a scegliere fra la nostra coscienza e la tentazione di adattarsi a quello che è più conveniente». I ragazzi hanno così chiesto al Signore di «amare senza timore. Aiutaci a non dire “non è un problema mio”, aiutaci a non lavarcene le mani, a non essere indifferenti, aiutaci a non seguire gli altri perché “così fan tutti”. Dacci il coraggio di schierarci sempre in favore della verità». Nella terza stazione “Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce”, Comunione e Liberazione ha invitato i giovani a immedesimarsi nel Cireneo e a dire il proprio “sì” a Dio: «Gesù sta passando sfinito e cade e i romani prendono il primo che passa per strada, un certo Simone di Cirene, e gli dicono “aiuta quest’uomo”. Quest’uomo, Simone, è stato costretto a fare la cosa più importante della sua vita. Quest’uomo ha preso Gesù e gli ha permesso di arrivare fino al punto in cui è stato messo in croce, la croce attraverso la quale Gesù ha salvato il mondo. Dio ha bisogno del nostro Sì, del sì di noi uomini davanti alla realtà che ci pone davanti».

Nella quarta stazione “Sulla via della croce, Gesù incontra sua madre”, Fides Vita ha ricordato che «l’affermazione più attesa dal cuore di ogni uomo sono le parole di Gesù: “Sono io, non abbiate paura”. È ciò che abbiamo sempre bisogno di incontrare e di ascoltare in ogni istante della nostra vita. In ogni momento della nostra vita, anche il più faticoso e doloroso, possiamo incontrare e ascoltare la presenza di Gesù che ci dice ciò che è impossibile che qualcun altro possa dirci: “Sono io, non temere, io ho vinto, non avere più paura”. Solo tu, o Gesù, puoi dire alla nostra vita non avere più paura, perché solo tu sei Dio, solo tu sei la resurrezione e la vita». Nella quinta stazione “Gesù muore, inchiodato alla croce”, i seminaristi hanno sottolineato che «Gesù muore e con lui rimangono in pochi. Questi condividono con il Maestro quello che sembra essere l’ultimo istante; sarà invece questo momento a dischiudere l’eternità. Saper stare sotto la croce è saper accettare tutto dalla vita, compresa la morte. Chi rimane sotto la croce di Gesù sa che ogni sua pena, ogni sua sofferenza è parte di un tutto. Una voce in un orizzonte più grande. Un orizzonte che ci accoglie e ci circonda come le braccia di Cristo stesso distese sulla Croce e presenti, oggi, nella sua Chiesa».

Il percorso, durante il quale è stato meditato il cammino di Gesù verso il Golgota, è terminato alla Badia di San Pietro al Conero, dove Mons. Angelo Spina ha benedetto i giovani e ha sottolineato che «nel buio abbiamo guardato la croce gloriosa di Cristo. Questa croce è l’abbraccio di amore per ciascuno di noi. Un abbraccio di perdono, misericordia e pace. Quest’estate vivremo la Gmg a Lisbona e lì viene portata la croce di legno che per i giovani è sicura speranza. Lungo la strada abbiamo detto più volte: “Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo”. Gesù è la luce di speranza, Pasqua di resurrezione. Signore donaci la pace in questo tempo martoriato».

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