Tempo del Creato: conferenza sulle comunità energetiche

Le comunità energetiche e l’ecologia integrale sono state al centro della conferenza organizzata a Falconara mercoledì 13 settembre, nell’ambito delle iniziative per il Tempo del Creato. Presso la biblioteca storico-francescana e picena “San Giacomo della Marca”, il prof. Gabriele Comodi, docente di “Sistemi per l’energia e l’ambiente” dell’Univpm, ha spiegato cosa è e come funziona una comunità energetica rinnovabile, un soggetto giuridico riconosciuto dalla legge 199/2021, che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria di persone, imprese, associazioni, enti locali ed enti religiosi. L’obiettivo principale di una comunità energetica è fornire benefici ambientali, economici e sociali ai suoi membri e alle comunità locali in cui essa opera, attraverso la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. In tal modo contribuisce sia alla decarbonizzazione sia alla sicurezza energetica del Paese. La comunità energetica gode di alcuni incentivi di natura fiscale, tariffaria, finanziaria che le consentono di ridurre i costi degli investimenti necessari per la costituzione e l’operatività e per partecipare dal basso alla conversione energetica basata sul ricorso alle fonti rinnovabili.

La Cei ha proposto a tutte le parrocchie di costituire comunità energetiche, perché è una scelta etica, maturata sinodalmente durante la 49esima Settimana sociale di Taranto (ottobre 2021), frutto di un cammino spirituale fondato sulla consapevolezza che l’umanità è chiamata a prendersi cura della “casa comune”. I benefici sono ambientali, economici e sociali. Tra i vantaggi delle comunità energetiche c’è la diffusione delle rinnovabili, soprattutto fotovoltaico, al posto delle fonti fossili. Questo implica una diminuzione delle emissioni nocive dei gas responsabili dell’effetto serra (anidride carbonica) e un beneficio diretto sugli ecosistemi ambientali e sul cambiamento climatico. I benefici sono anche economici perché grazie ai meccanismi di incentivazione derivanti dall’energia prodotta e utilizzata, la comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire, ovvero un surplus remunerativo proveniente dall’ energia prodotta. I risparmi energetici si traducono in cali dei consumi e dei costi in bolletta, a cui si aggiungono i meccanismi degli incentivi del GSE (Gestore Servizi Energetici). Tra i benefici sociali, si stimola l’aggregazione sociale sul territorio e si educano i cittadini a una cultura rivolta alla sostenibilità urbana. Le comunità energetiche rinnovabili sono anche un’ottima occasione per accrescere la consapevolezza dei consumatori sull’importanza delle risorse, promuovendo comportamenti virtuosi e in grado di contrastare la povertà energetica.

Il prof. Gabriele Comodi ha spiegato che «le parrocchie e la diocesi sono realtà privilegiate per creare comunità energetiche perché sono realtà in cui la comunità già esiste. Con la Caritas a Fabriano stiamo ragionando su un progetto, ovvero mettere a disposizione i tetti delle strutture ecclesiastiche per installare pannelli fotovoltaici (tanti cantieri medio-piccoli), coinvolgendo le parrocchie, i parrocchiani, le attività commerciali e i cittadini nella comunità energetica. L’incentivo economico ricevuto servirà per ripagare l’impianto fotovoltaico (decarbonizzazione) e l’incentivo rimanente si potrà usare per scopi sociali, come borse lavoro, progetti parrocchiali o pagamento delle bollette di cittadini con problemi economici (povertà energetica). Per quanto riguarda l’aspetto normativo, alcune sperimentazioni sono partite nel 2020, ma siamo in attesa dei decreti attuativi».

Alla conferenza, organizzata dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo e dalle parrocchie S. Rosario e S. Giuseppe, con la collaborazione del comune di Falconara Marittima e delle associazioni scout Masci-Agesci-Fse, è intervenuto anche Mons. Angelo Spina. Ricordando il Cantico delle creature che San Francesco scrisse nel 1225, ha sottolineato che «oggi il pianeta soffre e la Terra si ribella perché noi creature non stiamo facendo un uso, ma un abuso di risorse. Bisogna quindi tornare ad avere un atteggiamento di umiltà: se noi amiamo ciò che custodiamo, custodiamo ciò che amiamo. Siamo tutti connessi e non si può avere un’ecologia umana escludendo quella ambientale e viceversa. Il Papa ci ha dato due documenti, l’enciclica “Laudato si’” nel 2015 in cui parla di ecologia integrale, e l’enciclica “Fratelli tutti” nel 2020, sulla fraternità e l’amicizia sociale, perché prendersi cura del creato significa prendersi cura dei fratelli e delle sorelle e, quindi, dell’umanità. Dunque cosa fare? Innanzitutto tornare all’umiltà di San Francesco, capire che non siamo i padroni ma i custodi della Terra, saper usare e non abusare, cambiare stili di vita».

Paolo Perucci, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, ha sottolineato che «la conferenza di oggi è un’iniziativa organizzata nell’ambito del Tempo del Creato (1 settembre – 4 ottobre), periodo in cui attraverso alcuni incontri viene sottolineata l’importanza di preservare la Terra e l’ambiente in cui viviamo. Le comunità energetiche promuovono l’ecologia integrale e il Papa per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato ha lanciato tre proposte: trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società. Il Santo Padre ci invita ad adottare comportamenti con meno sprechi e meno consumi inutili e a fare un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà. Quanto alle pressioni sulle politiche pubbliche, l’appuntamento più significativo di quest’anno sarà il vertice Cop28 in programma a Dubai alla fine di novembre, in cui i leader mondiali dovranno, sottolinea il Papa, ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili». Presente alla conferenza anche la sindaca Stefania Signorini che ha spiegato come il «comune di Falconara, grazie all’installazione di impianti fotovoltaici sul tetto del Palasport Liuti e della scuola Aldo Moro, darà vita alle prime due comunità energetiche del territorio».

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