Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: veglia ecumenica per la pace

Il comandamento dell’amore è al centro della settimana per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), che ha come tema Ama il Signore Dio tuo… e ama il tuo prossimo come te stesso (Lc 10, 27). Sull’amore verso Dio e verso gli altri e sulla parabola del buon samaritano è stata quindi incentrata la veglia ecumenica per la pace, vissuta domenica 21 gennaio nella parrocchia Ss. Cosma e Damiano. Organizzata dal Gruppo Interconfessionale in Dialogo, ha riunito tantissimi fratelli e sorelle che hanno pregato per l’unità tra i cristiani e i rappresentanti delle Chiese cristiane: Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo, i Pastori Gionatan Breci e Michele Abiusi per la Chiesa Avventista del 7° Giorno, Padre Ionel Barbarasa per la Chiesa Ortodossa Romena, Padre Dmitri Zhavko per la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Costantinopoli.

Dopo l’invocazione allo Spirito Santo e la litania di lode e ringraziamento, c’è stata la confessione di peccato con la richiesta di perdono. I presenti hanno chiesto perdono al Signore per tutte le volte che non hanno vissuto il comandamento dell’amore e non hanno avuto compassione del prossimo, per l’egoismo, l’indifferenza, il desiderio di possesso e dominio che separano da Dio. Sono poi state ascoltate alcune testimonianze di carità e aiuto al prossimo presenti ad Ancona e nel territorio dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo: Servizio di Strada, Mensa di padre Guido, Orto del Sorriso e Caritas, Adra, l’agenzia umanitaria della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno. I volontari di queste realtà non sono indifferenti ai poveri e a coloro che hanno bisogno di un aiuto, sanno farsi prossimi come il buon samaritano.

È seguita la proclamazione della parola di Dio, con le meditazioni di Padre Ionel Barbarasa, del Pastore Gionatan Breci e di Mons. Angelo Spina. Dopo la lettura del brano della Genesi (18, 1-8), in cui il Signore appare ad Abramo alle Querce di Mamre, Padre Ionel Barbarasa ha parlato «dell’ospitalità di Abramo che è un esempio per tutti noi. Questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci invita a un cammino di conoscenza, unità e preghiera. Oggi viviamo tempi difficili, ci sono le guerre e tanti fratelli e sorelle hanno dimenticato il comandamento dell’amore. Per questo motivo ci incontriamo e preghiamo insieme per la pace e l’amore». Padre Ionel Barbarasa ha poi ricordato che lo scorso anno Mons. Angelo Spina ha donato un frammento della reliquia di San Dasio alla chiesa ortodossa romena di via Podesti. Gli ortodossi sono molto legati a questo santo martire, perché è morto il 20 novembre 303 in Dacia, oggi Romania.

Il Pastore Gionatan Breci ha poi meditato l’inno alla carità di San Paolo (Prima lettera ai Corinzi 13, 1-13) e ha sottolineato che «l’amore è un verbo di situazione, si inserisce cioè nelle circostanze della vita. Amare non riguarda solo il nostro comportamento, perché le cose che si fanno non dicono le intenzioni del cuore. Paolo spiega la natura dell’amore con sedici verbi su 13 versetti proprio perché amare implica un’azione in ogni situazione. Paolo scrive che “l’amore non cerca il proprio interesse”. È necessario dunque scegliere in ogni momento di amare e di non seguire il proprio egoismo e i propri interessi. L’amore deve partire dal cuore, deve esserci l’intenzione di amare».

È stato poi ascoltata la parabola del buon samaritano (Luca 10, 29-37) e Mons. Angelo Spina si è soffermato su chi è il nostro prossimo. «Noi pensiamo che il nostro prossimo sia chi ci sta vicino, – ha detto – ma dovremmo cambiare modo di vedere. Il prossimo è la persona a cui tu ti avvicini. Nella parabola del buon samaritano troviamo dieci verbi: passò, vide, compatì, andò vicino, versò, fasciò, caricò, portò, tirò fuori, pagherò. I verbi sono azioni. Purtroppo nella nostra società c’è chi è indifferente e passa oltre, ma tutte le testimonianze ascoltate questa sera ci dicono che ci sono anche tante persone che sono attente, si fermano e versano parole di consolazione sulle ferite della vita. In chiave ecumenica dobbiamo chiederci: chi è il mio prossimo? Solo chi mi sta vicino o chi cerco per avvicinarlo? Gesù ci ha cercati tutti per avvicinarci a Lui, ha cucito le nostre ferite. Colui che è più prossimo a noi è proprio Gesù, che è l’amore».

Un gesto significativo è stato poi legato all’acqua. Ogni anno infatti è proposto un segno per le celebrazioni ecumeniche: all’inizio della celebrazione ogni rappresentante delle Chiese cristiane ha portato una caraffa di acqua vicino all’altare e al termine della veglia è stato consegnato a ogni fedele un bicchiere, in cui è stata versata l’acqua. Un gesto di accoglienza, tipico delle comunità del Burkina Faso che quest’anno hanno preparato il sussidio per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, insieme alla Comunità Chemin Neuf. In Burkina Faso infatti quando giunge un ospite, prima di conversare sul motivo della visita, gli si offre dell’acqua per rinfrescarsi.

Fotogallery