Primo maggio: Santa Messa con le Acli delle Marche

Oggi è la festa di San Giuseppe Lavoratore e questa mattina Mons. Angelo Spina ha presieduto la Santa Messa presso le Terme dell’Aspio di Camerano, in occasione della tradizionale festa del primo maggio delle Acli marchigiane, giunta alla 44esima edizione. Commentando la prima lettura (Gen 1,26-2-3) e l’opera creatrice di Dio, ha sottolineato che «il lavoro umano è la vocazione dell’uomo ricevuta da Dio alla fine della creazione dell’universo. “E Dio creò” (Gen 1,27). Dio creò il mondo, l’uomo e gli diede una missione: gestire, lavorare, portar avanti il creato. E la parola “lavoro” è quella che usa la Bibbia per descrivere questa attività di Dio: “Portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro” (Gen 2,2). E consegna questa attività all’uomo, è come se dicesse così: “Tu devi fare questo, custodire, lavorare per creare con me questo mondo, perché vada avanti”. Il lavoro è quindi la continuazione del lavoro di Dio. Il lavoro è ciò che rende l’uomo simile a Dio, perché con il lavoro l’uomo è creatore, è capace di creare tante cose, anche di creare una famiglia per andare avanti. L’uomo è un creatore e crea con il lavoro. Questa è la vocazione. E dice la Bibbia che “Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona” (Gen 1,31). Cioè, il lavoro ha dentro di sé una bontà e crea l’armonia delle cose – bellezza, bontà – e coinvolge l’uomo in tutto: nel suo pensiero, nel suo agire, tutto. L’uomo è coinvolto nel lavorare. È la prima vocazione dell’uomo: lavorare. E questo dà dignità all’uomo. La dignità che lo fa assomigliare a Dio. La dignità del lavoro».

L’Arcivescovo ha anche parlato dell’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro e ha pregato per tutti i lavoratori affinché «a nessuna persona manchi il lavoro e che tutti siano giustamente pagati e possano godere della dignità del lavoro e della bellezza del riposo». Ha anche ricordato le visite in alcune aziende, durante le visite pastorali nelle parrocchie, «dove ho conosciuto tante persone che ogni giorno dimostrano serietà, costanza, impegno e visione del futuro. Ho visto tanti lavoratori collaborare insieme: il lavoro che fanno viene retribuito, ma è anche un servizio per gli altri, perché i prodotti che realizzano sono utili a tanti. Fondamentale è il rispetto della persona umana, di ogni dipendente, ed è bello quando si creano buone relazioni anche all’interno dell’ambiente di lavoro. La più grande carità oggi è produrre lavoro, perché dona dignità, stabilità e serenità alle famiglie».

Mons. Angelo Spina ha anche ringraziato il parroco di Camerano don Lorenzo, don Aldo e i soci delle Acli. Prima della celebrazione eucaristica, il presidente regionale delle Acli Luigi Biagetti e la vicepresidente nazionale delle Acli Raffaella Dispenza hanno infatti presentato una ricerca inedita dell’IREF, l’Istituto di ricerca delle Acli, realizzata grazie ai dati di circa 800 mila dichiarazioni anonime dei redditi fornite dal Caf Acli. Dalla ricerca è emerso che in dieci anni sono aumentati del 55% i lavoratori con reddito povero. Inoltre la povertà lavorativa è interconnessa con questioni generazionali, di genere e territoriali: le donne con lavoro a basso reddito sono il 54% in più rispetto agli uomini. Gli under30 con un lavoro povero sono il 70% in più rispetto agli under50. Il divario tra nord e sud permane anche a livello di salario: la probabilità di firmare un contratto a bassa retribuzione in Basilicata è tre volte più probabile che firmarlo in Lombardia. La ricerca IREF ha mostrato anche l’esistenza di un nesso tra residenza regionale, basso reddito da lavoro e accesso al sistema sanitario: gli occupati lombardi spendono in sanità il 28% in più rispetto agli occupati lucani.

«Il primo maggio deve ricordarci che ogni giorno dobbiamo combattere per un lavoro buono e giusto – ha detto Raffaella Dispenza – Noi faremo la nostra parte, con ancora maggior impegno ma oggi servono anche politiche pubbliche che affrontino questi problemi con un approccio mirato e differenziato, che tenga conto delle specificità territoriali e delle necessità dei gruppi più vulnerabili. Bisogna ritornare a discutere di salario minimo, che, insieme alla contrattazione collettiva, può davvero rappresentare un primo intervento a sostegno dei redditi più bassi. Come Acli stiamo studiando alcune proposte per definire una soglia di esistenza libera e dignitosa, così come la nostra Costituzione ci insegna. Parleremo anche di questo tema nel nostro incontro “Mondo del lavoro, luogo di speranza” che si terrà il 2 maggio all’interno degli eventi per il Giubileo dei lavoratori, in collaborazione con il Dicastero per lo Sviluppo integrale umano del Vaticano e con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei».

Durante la mattinata, come da tradizione, è stato consegnato anche il premio “Bruno Regini cultura per la solidarietà”, un riconoscimento giunto alla 26esima edizione che viene assegnato a personalità che si sono distinte, in ambito regionale, per la creazione e la diffusione della cultura della solidarietà. Quest’anno è stata premiata Maria Chiera che, nel 1992, ha fondato insieme a un gruppo di amici l’Associazione “Oasi dell’accoglienza” a Sant’Andrea in Villis a Fano, luogo di accoglienza gratuita per malati di talassemia, leucemia e altre patologie. Nel corso degli anni l’Oasi si è occupata di nuovi bisogni emergenti, promuovendo l’educazione alla mondialità, la difesa dei diritti umani, la dignità e la tutela della donna e l’accoglienza dei profughi ucraini. Come ha spiegato Maria Chiera, l’Associazione «vive di provvidenza e in 33 anni abbiamo accolto gratuitamente oltre 3mila famiglie, provenienti da ogni parte del mondo».

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