Castelfidardo: festa dei Santi Patroni Vittore e Corona

Mercoledì 14 maggio Castelfidardo ha festeggiato i due santi patroni Vittore e Corona, con il fioretto nella parrocchia Collegiata Santo Stefano, la tradizionale processione lungo le vie del centro, la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo e l’accensione della lampada per la pace. Vittore, soldano romano, ricevette il dono della fede e diede la vita per testimoniare Gesù Cristo, nel 178 a Damasco, in Siria. Corona, discepola di Gesù, prese le difese di Vittore e donò la vita per amore di Cristo. Le loro reliquie sono giunte dal mare attraverso il porto di Numana. Castelfidardo li ha eletti celesti patroni e nel Giubileo del 2000 ha dedicato loro l’altare nella cripta della Collegiata.

Raccolti in preghiera, i fedeli, il sindaco Roberto Ascani, il presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini e le altre Autorità civili e militari, hanno seguito il reliquiario e la statua di San Vittore, portata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento di Castelfidardo. Davanti alla statua Mons. Angelo Spina, il parroco della Collegiata don Giuseppe Ricotti che ha guidato la preghiera e gli altri sacerdoti della città. La processione dei santi patroni per le vie Marconi, Soprani, Matteotti, Don Minzoni, XVIII Settembre è stata animata dal complesso filarmonico Città di Castelfidardo. Pregando e cantando, i fedeli hanno raggiunto piazza della Repubblica, dove Mons. Angelo Spina ha recitato la preghiera ai santi patroni e ha benedetto la città con il reliquiario, contenente la reliquia di San Vittore.

È poi iniziata la celebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti di Castelfidardo, iniziata con la preghiera per la pace recitata da Mons. Angelo Spina e l’accensione della lampada per la pace da parte del Sindaco. È stato un momento toccante, di grande riflessione, considerato il tempo che stiamo vivendo in cui la pace nel mondo è ferita da tante guerre. «La festa di oggi ha tanti segni – ha sottolineato l’Arcivescovo – con la processione abbiamo camminato insieme come popolo di Dio, come battezzati. Abbiamo seguito la croce, segno della nostra salvezza. Dalla croce nasce la speranza, perché la croce è l’amore. Dietro la croce, c’erano la statua di San Vittore e il reliquiario, perché il volto più bello del popolo di Dio è la santità. Il Signore è il nostro Salvatore e i santi sono guida per noi. Con la fiamma del cero, che simboleggia Cristo Risorto che è la luce e ha vinto le tenebre, abbiamo poi acceso la lampada per la pace, e abbiamo chiesto alla Madonna il dono della pace per il mondo. Tutti questi segni parlano oggi alla nostra vita. Come cammina l’umanità oggi? L’uomo è di fronte a una scelta: rimanere con Gesù o andarsene. Pietro ha detto: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. È una bella professione di fede che dovremo fare anche noi stasera. I santi sono stati posti di fronte a una scelta: Corona e Vittore hanno scelto Gesù perché Lui è la via, la verità e la vita. Lui ha parole di vita eterna.

Anche noi oggi poniamoci una domanda: chi seguiamo? Il mondo oggi segue Gesù e il Vangelo oppure la mondanità? Il mondo ha scelto la potenza della ricchezza e delle armi. I cambiamenti climatici e i sistemi di sfruttamento stanno mettendo in pericolo la nostra madre terra e manca la giustizia sociale, l’umanità soffre perché i beni non sono equamente distribuiti. In un mondo che dovrebbe togliere le armi, purtroppo se ne costruiscono di più». L’Arcivescovo ha quindi invitato i fedeli a seguire l’esempio «dei santi martiri patroni che hanno scelto Gesù. Lui nel Vangelo ha detto: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Prendere la croce è abbracciare il giogo dell’amore. Dobbiamo sostituire la parola croce con amore. Ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, dice Gesù, prenda su di sé il giogo dell’amore, tutto l’amore di cui è capace, e mi segua. L’esito finale è “trovare vita”. Quella cosa che tutti gli uomini cercano, in tutti gli angoli della terra, in tutti i giorni che è dato loro di gustare: la fioritura della vita. Perdere per trovare. È la fisica dell’amore: se dai ti arricchisci, se trattieni ti impoverisci. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato».

Al termine della Messa, il parroco don Giuseppe si è congratulato con suor Ausilia Catarcione (Congregazione delle suore di Sant’Anna e della Provvidenza), che ha ricevuto la civica benemerenza dal Comune di Castelfidardo. L’Amministrazione l’ha premiata per i suoi valori educativi e formativi ispirati da una fede operosa. Sette generazioni di castellani che hanno frequentato l’Istituto Sant’Anna hanno avuto la fortuna di essere accompagnati da una maestra speciale che per 51 anni ha dispensato il suo sapere e il suo sorriso.

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