La lampada del Giubileo della speranza, realizzata dagli ospiti della casa che accoglie persone affette da HIV, il “Focolare”, è stata portata dal cappellano P. Mauro Valentini e dall’arcivescovo Angelo ai detenuti del carcere di Montacuto e a quelli di Barcaglione in Ancona. Incontrando la Direttrice, il personale del carcere e i detenuti, l’Arcivescovo ha detto: <<La speranza guarda al futuro. Il carcere non deve mai essere soltanto punitivo, ma deve sempre guardare al futuro, perché solo questo ci dà la vera sicurezza…Tante sono le situazioni difficili all’interno del carcere, penso ai suicidi, che sono l’evidenza di un malessere che nasce anche dalle condizioni difficili in cui vivono i detenuti…Gesù è stato carcerato e a tutti noi continua a dire: “Ero carcerato e sei venuto a visitarmi”. Quanto bene viene seminato a favore dei detenuti, sia da chi lavora all’interno della struttura carceraria, ma anche dai tanti volontari che qui vengono a dare il loro contributo, ringrazio la Caritas diocesana che si fa carico di tante situazioni ed è sempre vicina. C’è bisogno di umanizzare i luoghi di reclusione, per un futuro migliore. Il lavoro, lo studio, la formazione, sono strumenti di recupero e di integrazione per tanti detenuti». Da qui il richiamo al Giubileo il cui tema è proprio la speranza. Papa Francesco ha voluto aprire la porta del Giubileo dentro il carcere di Rebibbia per indicare a tutti, non soltanto ai detenuti, qual è la porta della speranza. Ci ricorda nella Bolla di indizione del Giubileo:<<Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi>>. La celebrazione eucaristica e la consegna della lampada del Giubileo, accesa come segno di speranza, ha concluso l’incontro.
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