Corpus Domini ad Ancona: istituiti 24 nuovi lettori e 8 accoliti

Radunarsi intorno all’altare del Signore, camminare con Lui e adorarlo sono stati i tre gesti fondamentali vissuti dai fedeli nella Solennità del Corpus Domini. Riunitisi giovedì 19 giugno nella Cattedrale di San Ciriaco per partecipare alla Santa Messa, hanno poi camminato con il Signore seguendo il Santissimo Sacramento nelle strade del centro storico durante la processione eucaristica e, infine, si sono inginocchiati in adorazione di fronte a Gesù nella chiesa di San Domenico, dove hanno ricevuto la benedizione. «Radunarci, camminare, adorare ci riempie di gioia – ha detto Mons. Angelo Spina – al centro della nostra vita c’è il Signore Gesù che ci dona il suo Corpo e il suo Sangue per la vita del mondo. In una cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi, l’Eucaristia costituisce una sorta di “antidoto”, che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, cioè la logica del Vangelo».

Il Corpus Domini è la festa dell’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e Sangue del Signore, che Egli ha istituito nell’Ultima Cena e che costituisce il tesoro più prezioso della Chiesa. L’Eucaristia è come il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa e l’Arcivescovo, per spiegare il significato proprio di questa Solennità, si è soffermato su tre atteggiamenti. Il primo «è quello di radunarsi alla presenza del Signore. Essere cristiani vuol dire radunarsi da ogni parte per stare alla presenza dell’unico Signore e diventare in Lui una sola cosa».

Il secondo aspetto costitutivo è il camminare con il Signore: «È la realtà manifestata dalla processione, vissuta dopo la Santa Messa, quasi come un suo naturale prolungamento, muovendoci dietro Colui che è la Via, la Verità, la Vita. La processione del Corpus Domini ci insegna che l’Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perché possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci dà mediante Gesù Cristo». Il terzo aspetto è quello di inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. L’adorazione «è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma».

I nuovi lettori

Durante la celebrazione, Mons. Angelo Spina ha anche conferito il ministero a 24 nuovi lettori, di cui 15 donne, e a 8 nuovi accoliti, di cui 2 donne. Recependo gli interventi di Papa Francesco – il Motu Proprio “Spiritus Domini” e il Motu Proprio “Antiquum Ministerium” -, anche le donne per la prima volta nell’Arcidiocesi hanno ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato. Prima dell’omelia i candidati sono stati chiamati per nome e sono stati presentati alla Chiesa. Dopo l’omelia, l’Arcivescovo ha consegnato ai lettori la Bibbia, la Parola di Dio che sono chiamati ad annunciare. Agli accoliti è stata invece consegnata la patena con il pane, simbolo del servizio che l’accolito presterà all’altare e del duplice incarico di distribuire la Santa Comunione come ministro straordinario dell’Eucaristia e di guidare le adorazioni eucaristiche.

L’Arcivescovo ha spiegato l’identità e i compiti dei ministeri istituiti e ha sottolineato che «vanno svolti nella comunità parrocchiale di appartenenza e non in altri luoghi. È un ministero, cioè un servizio, non un gradino per salire, ma un gradino per scendere, per mettersi a servizio del Signore e della Chiesa, come ha fatto il Signore Gesù abbassandosi e lavando i piedi agli apostoli. Il mandato viene conferito per un primo periodo di cinque anni come ci invita a fare la nota della Conferenza Episcopale italiana, rinnovabile previa verifica del vescovo che, insieme ad un’équipe preposta a questo, valuterà il cambiamento delle condizioni di vita del ministro istituito e le esigenze ecclesiali in continuo mutamento».

I nuovi accoliti

Al termine della Santa Messa, è iniziata la processione eucaristica. Tra canti e preghiere, Mons. Angelo Spina ha portato il Santissimo Sacramento nelle vie della città, fino alla chiesa di San Domenico in piazza del Papa, dove c’è stata la benedizione finale. Come ha sottolineato l’Arcivescovo, «noi portiamo Cristo, presente nella santa Eucaristia, per le strade della nostra città. Noi affidiamo queste strade, queste case, la nostra vita quotidiana, alla sua bontà. Le nostre strade siano strade di GesùLe nostre case siano case per Lui e con Lui. La nostra vita di ogni giorno sia penetrata dalla sua presenza. Con questo gesto, mettiamo sotto i suoi occhi le sofferenze degli ammalati, la solitudine di giovani e anziani, le tentazioni, le paure, tutta la nostra vita. La processione vuole essere una grande e pubblica benedizione per questa nostra città: Cristo è, in persona, la benedizione divina per il mondo, il raggio della sua benedizione si estenda su tutti noi, anche su quanti vedono questi segni con grande indifferenza o derisione».

L’omelia di Mons. Angelo Spina: Omelia Corpus Domini 2025

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