Suor Gemma ha fatto la professione solenne a Osimo

Grande festa nella chiesa di san Nicolò a Osimo per la professione solenne di Suor Maria Gemma Pia di Gesù Nazzareno, delle Clarisse Urbaniste, nella solennità dei santi Pietro e Paolo. La chiesa gremita ha visto la partecipazione anche delle monache clarisse di Filottrano, di quelle di Montone e una di Jesi, con i parenti e amici venuti dalla Sardegna. La celebrazione presieduta dall’arcivescovo Angelo, concelebranti P. Franco, P. Marzio e P. Lucio è stata vissuta con grande intensità di preghiera e con momenti toccanti come: la litanie con suor Gemma prostrata a terra, la promesse di impegno a vivere la vita in povertà, castità e obbedienza, il momento di promessa alla Madre Badessa Massimiliana Maria Ciola, la consegna dell’anello e della corona. Al termine della celebrazione è stata letta la benedizione inviata da Papa Leone e suor Gemma a tutti ha rivolto parole di gratitudine e di sostegno con la preghiera. L’Arcivescovo ha ringraziato tutti per la partecipazione e fatto gli auguri a suor Gemma. E’ seguito un breve rinfresco nella gioia di tutti i presenti.

Di seguito l’omelia dell’Arcivescovo:

Cari fratelli e sorelle,

in questa domenica, giorno del Signore, celebriamo la festa dei santi Pietro e Paolo, testimoni di Gesù fino al martirio. E’ motivo di grande gioia vivere questo momento di grazia e di benedizione, nel giorno in cui fa la professione perpetua di Suor Gemma delle Monache Clarisse Urbaniste di Osimo, alla presenza della Comunità monastica. Ringrazio l’Abbadessa Massimiliana Maria Ciola, le monache della Comunità, i familiari di Suor Gemma i parenti e  tutti voi intervenuti.

La prima lettura che abbiamo ascoltato ci parla della persecuzione dei primi cristiani da parte di Erode. Pietro viene imprigionato. <<Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui>>. Le porte del carcere si aprirono e Pietro tornò libero. Quanta forza ha la preghiera fatta dalla comunità, apre le porte delle prigioni. E Paolo nella seconda lettura dice:<<Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede>>. La vita del cristiano è un continuo combattimento e Dio dà la forza perché la fede resti ferma e viva. A Cesarea di Filippo, Gesù pone una domanda agli apostoli:<<Voi chi dite che io sia?>>. <<Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”>>. «E Gesù a lui: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Dopo il rinnegamento di Pietro, Gesù non lo rimprovera ma gli pone una domanda:<<Pietro mi ami tu più di costoro?>> Pietro non può dire ti amo, ma dice:  “Ti voglio bene” perché in precedenza ha tradito il suo Signore, e Gesù gli affida il compito di pascere le pecorelle.

Nonostante il tradimento di Pietro, Gesù lo rende primo fra gli apostoli. Anche chi è fragile ma riconosce l’errore e ne rifiuta la logica può, in Dio, sperare e avere fiducia. I santi non sono coloro che non sbagliano mai, che non cadono mai, non peccano mai, sono piuttosto coloro che, quando sbagliano si ravvedono, quando cadono si rialzano, quando peccano si pentono. Così è stato per l’apostolo Pietro. Ha sbagliato, ma ha anche pianto il suo errore. Così anche Paolo, dapprima persecutore, poi apostolo delle genti, instancabile, irriducibile, che ha testimoniato il Signore con il martirio. La grandezza di Dio è sempre superiore alle nostre debolezze. L’amore di Dio sa sempre risolvere tutte le nostre sconfitte. La fiducia di Dio in ciascuno di noi trasforma continuamente la nostra vita. Così è stato anche per Pietro e Paolo che hanno saputo testimoniare con le parole e con i loro gesti apostolici, con tutta la vita, con il martirio, la loro fedeltà a Dio. C’ una parabola nel Vangelo, molto bella, quella delle vergini sagge e delle vergini stolte, vi leggiamo: <<Ecco lo Sposo!>>. Il grido di gioia che a mezzanotte annuncia alle dieci vergini l’arrivo dello Sposo, l’ho abbiamo sentito forte anche noi tante volte, come un risveglio o un richiamo nella nostra vita e nella nostra vocazione. Oggi questa gioia è immensa. Possiamo veramente rallegrarci ed esultare, perché, grazie al “Sì” di Suor Gemma, tutti noi riviviamo e ravviviamo l’incontro con lo Sposo, il Crocifisso risorto. Oggi questo grido risuona in particolare per te, Suor Gemma, nel tuo giorno di nozze. Sei stata chiamata a queste nozze anche tu, donando tutta te stessa: povera, casta, obbediente. Un amore indissolubile, fedele, totale, spiritualmente fecondo. Nella Bibbia, nel libro del profeta Osea c’è un’altra immagine folgorante “Ecco, io la attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. ( Os 2,14). Nell’immagine del profeta Osea gustiamo per te la confidenza di un Dio che vuole alcune persone per sé, portandole nel deserto per parlare al cuore. Anche tu un giorno hai imparato a riconoscere la voce dello Sposo e di chi lo annuncia. Ti sei messa in ascolto della parola, attraverso la via di santa Chiara di san Francesco, e oggi ti ritrovi alle nozze non più da semplice invitata, ma da promessa sposa. Hai atteso forse anche tu il ritardo dello Sposo, ma ora Lui è qui, è vicino, è per te. Sei stata trovata pronta, con la lampada accesa. Ora puoi entrare con lui nella casa. Vergine saggia, ora diventi sposa. Il grido dello Sposo lo riconoscerai nel grido dell’affamato, dell’assetato, del nudo e del malato, dello straniero e del carcerato. Sii allo stesso tempo consapevole che il povero di amore ha anche il volto di una sorella di comunità, di un ospite che bussa alla porta del monastero e chiede aiuto e preghiera. Sarà nei piccoli particolari dell’amore che la gente potrà riconoscere in te la presenza dello Sposo. Tra poco chiederò al Padre che ti unisca a Cristo con un amore che non conosca altre donazioni; che ti consacri come tempio dello Spirito santo, perché fondata sulla roccia della fede, tu possa dare una testimonianza luminosa dell’amore di Dio. Da oggi sei chiamata, come ogni consacrata, “a mandare in pensione” il tuo io per dare spazio solo a Dio. Non è un caso che la prima invocazione nella preghiera di consacrazione recita: “Sia saggia e umile”. Saggia, come le cinque vergini; umile, come lo Sposo che umiliò sé stesso fino alla morte e alla morte di croce. L’anello che ti viene consegnato è segno di un amore fedele fino alla fine. Nel tenerlo al dito portalo desiderando la Bellezza vera, quella di chi è illuminato da Cristo sempre. Lui ci ama così come siamo, anche con le nostre debolezze e fragilità. A Lui sia il ringraziamento continuo e la lode perenne, senza mai cadere nella lamentela o nel giudizio. Sii sposa felice, capace di rallegrare gli altri, amandoli come ti ama Dio, gratuitamente. L’anello al tuo dito porti sempre alla tua mente le parole del Cantico: <<Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore>>. (Ct. 8,6) Carissima Suor Gemma, ti auguro infine di incarnare il significato del tuo nome. Gemma significa il germoglio di una pianta e, poi, anche una pietra preziosa. Annuncio di primavera e testimonianza preziosa per il nostro tempo. Sii germoglio di pace, strumento della pace che viene da questo altare, la pace che è Cristo stesso. E tutti noi, che gioiamo con questa nostra sorella, viviamo la bellezza di questa celebrazione rimettendo il Signore al centro della vita. Usciamo da questa chiesa oggi con la gioia di averLo di nuovo incontrato, e di volerLo ritrovare in ogni momento, in ogni spazio e tempo delle nostre giornate, spesso piene di cose da fare e vuote d’amore. Questo Incontro può trasformare la vita e ci fa desiderare l’Incontro definitivo nella gioia e nello stupore delle Nozze eterne. A Santa Chiara, a San Francesco chiediamo di non anteporre mai nulla all’amore di Cristo. Gli apostoli Pietro e Paolo, di cui celebriamo oggi la festa, ti custodiscano per essere testimone fedele del Signore sino alla fine, annunciando già qui la dimensione escatologica della vita del Regno che verrà.

A Maria, Vergine delle vergini, ci affidiamo con amore di figli, chiedendo di essere sempre pronti a fare quello che Gesù ci dirà, perché non manchi mai il vino della Gioia del Vangelo, per la festa dell’umanità e tutta la vita sia un Magnificat alla Santissima Trinità. Amen.

 

Gallery: