Un viaggio di note e parole, tra musica d’autore e sonorità contemporanee, per raccontare il creato, l’amore e la fraternità universale con lo sguardo di San Francesco d’Assisi, è stato il concerto “Fratello canto, sorella musica“. A 800 anni dalla composizione del Cantico di Frate Sole (conosciuto anche come “Cantico delle Creature”), giovedì 4 settembre il Comitato per le celebrazioni francescane 2023-2026 ha organizzato l’evento nel parco del Cardeto per celebrare uno degli inni più poetici e universali di tutti i tempi. Sul palco tanti artisti, solisti e gruppi di varie sensibilità musicali e provenienze geografiche: Marco Mammoli, Fra Graziano Malgeri, Serena Lambertucci, Fra Rosario Vaccaro, Sara Jane Ceccarelli e Antonio Caschetto che hanno cantato brani ispirati alla figura e al messaggio del santo di Assisi. Numerosa la gente accorsa all’evento, più di 200 persone, tra cui molte autorità civili, militari e religiose.
Marco Mammoli, vincitore quest’anno del Catholic Music Awards come miglior cantante italiano del settore e autore del notissimo Emmanuel, inno della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, ha cantato questo brano, Non io ma Dio ispirato alla famosa frase di Carlo Acutis che il 7 settembre sarà canonizzato, e la canzone dedicata a Sorella morte. Fra Graziano Maugeri (autore dei testi) con Fra Rosario Vaccaro (autore delle musiche e organista ufficiale della Porziuncola di Assisi) hanno portato la testimonianza musicale della spiritualità francescana dalla loro diretta esperienza di vita religiosa e hanno presentato Et onne tempo e Tu, la mia unica letizia.
Serena Lambertucci, giovane cantautrice cristiana marchigiana, di Montelupone, che si autodefinisce «una voce e una chitarra al servizio dell’Altissimo», ha raccontato la sua conversione, ha cantato A tua immagine (brano che vede la collaborazione di Debora Vezzani) e, per la prima volta, ha presentato Ai piedi della croce che uscirà il 14 settembre. Sara Jane Ceccarelli di Gubbio, con due musicisti che hanno suonato dal vivo particolari strumenti musicali, come la lap steel, ha presentato un originale progetto intitolato “L’ombra del Santo” che ha raccontato un San Francesco “inaspettato” attraverso tre note canzoni d’autore: “Father and son”, “E cerca ‘e me capi’”, “Ritornerai”. Presente anche il Movimento “Laudato si’”, con Antonio Caschetto, rappresentante del progetto internazionale “Assisi Terra Laudato Si’”, voluto dal Vaticano e frutto di una collaborazione tra la diocesi di Assisi, le famiglie religiose dei frati, la città di Assisi, la Pro Civitate Christiana e il FAI. Antonio ha cantato il brano rap Tucte.
Ospite d’eccezione è stato Mons. Angelo Spina che si è esibito suonando la chitarra e cantando una versione del Cantico, il brano “Laudato sii, Signore mio”. Al microfono ha poi letto l’episodio – tratto dalle Fonti Francescane – riguardante la pace fatta tra il vescovo e il podestà di Assisi, ottenuta grazie all’intercessione di San Francesco e all’ascolto del Cantico di Frate Sole, in particolare della strofa: Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore e sostengo infirmitate e tribulatione. Beati quelli ke ‘l sosteranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano coronati”. «Le parole di Francesco sul perdono e sulla pace sono così attuali – ha detto l’Arcivescovo – e toccano la nostra vita in un mondo lacerato da discordie, odi, rancori e guerre. Alla parola “perdono” in italiano se si cambia l’accento diventa “perdono”. Da che parte stare: dare il perdono o perdersi? La benevolenza di Dio, presente in tutte le creature, è viva e operante nella coscienza dell’uomo, spingendolo alla misericordia e al perdono. Tocca a ciascuno di noi scegliere da che parte stare. Francesco ritornando dalla Terra Santa dopo l’incontro con il sultano Al Malik Al Kamil, scrisse nella regola non bollata: “I frati quando vanno a predicare per il mondo, due cose non devono fare: liti e contese”».
A tessere i fili della serata è stato il giornalista e teologo Diego Mecenero, che ha accompagnato il pubblico in un racconto vivo e appassionato, intrecciando canzoni, testimonianze e preziose pillole di francescanesimo. Sul palco ha ricordato che «le Marche sono la Terra dei Fioretti, il libro francescano più letto e venduto al mondo, scritto da fra Ugolino di Montegiorgio. Le Marche hanno accolto e diffuso il messaggio di Francesco come nessun’altra regione al mondo, ospitando santi e beati, conventi e movimenti riformatori che hanno segnato la storia dell’Ordine. Se il francescanesimo è nato in Umbria, è nelle Marche che ha trovato la sua più forte espansione, con 93 conventi già nel Duecento e ben 42 santi francescani canonizzati. Lo stesso San Francesco passò almeno sei volte nelle Marche. In particolare il terzo viaggio di Francesco nelle Marche fu nel 1212 a San Severino Marche. Qui incontrò Guglielmo Divini da Lisciano di Ascoli, detto “il re dei versi”, ovvero il giullare di corte dell’imperatore Enrico IV di Svevia, padre di Federico II. Costui, affascinato da Francesco, lasciò tutto e si fece frate, divenendo quel fra Pacifico da San Severino Marche che ha musicato il Cantico di Frate Sole».
Durante la serata, sono saliti sul palco anche Luca Saracini e Padre Alvaro Rosatelli, rispettivamente direttore generale e presidente delle Opere Caritative Francescane, che hanno sottolineato come tale opera sia in diretta continuità con il “bacio al lebbroso” di San Francesco. L’associazione gestisce la casa alloggio “Il Focolare” che accoglie persone non autosufficienti, in HIV/AIDS e patologie correlate, e presiede il Comitato delle Celebrazioni per San Francesco di Assisi (2023 – 2026), di cui fanno parte anche l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, il Comune di Ancona, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, l’Anci Marche, la Camera di Commercio delle Marche, l’Università Politecnica delle Marche e la Provincia Picena S. Giacomo della Marca dei Frati Minori.
Un Comitato costituitosi nel 2023 ad Ancona per dare risalto alle ricorrenze legate al Poverello di Assisi. Il concerto al parco del Cardeto è stato proprio un evento per ricordare quanto sono importanti la cura del creato, la forza e la mitezza dell’amore vissuti da Francesco e l’impegno a costruire un mondo di pace e di bene. Un invito a lodare sempre Dio, come hanno cantato tutti insieme gli artisti alla fine della serata, intonando il brano Laudato si’. Tutti in piedi, battendo le mani, pubblico e cantanti hanno lodato il Signore per tutte le sue creature e per il dono di San Francesco, un uomo che ha cantato con la sua vita l’amore per Dio e per il creato.
L’intervento dell’Arcivescovo durante il concerto “Fratello canto, sorella musica”: Intervento di Mons. Angelo Spina
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