“Famiglia IN DIOcesi”: cammino di formazione per le coppie

È iniziato “Famiglia IN DIOcesi”, il cammino di formazione per le coppie e le famiglie sul tema dell’accoglienza, proposto dalla pastorale familiare. Il primo incontro si è svolto domenica 17 novembre ad Ancona, presso la parrocchia Sacro Cuore di Gesù in piazza Salvo d’Acquisto, e don Davide Duca, Alessio e Federica della pastorale familiare hanno spiegato che il percorso è proposto «a tutte le coppie dell’arcidiocesi che vogliono insieme riflettere, condividere e crescere».

Il tema di questo primo incontro è stato ”Io accolgo Te mio Dio” e il programma è iniziato la mattina con la santa messa ed è proseguito con il pranzo di condivisione, la riflessione tenuta da Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, “Vespritz” (vespri insieme) e saluti. Il prossimo incontro sarà il 19 gennaio 2020, nella parrocchia di Torrette, e il tema sarà “Io accolgo Te mio sposo, mia sposa”.

Partendo dal libro della Genesi e riflettendo sul brano del vangelo secondo Giovanni (Gv 20,24-29) sull’incredulità di Tommaso, l’arcivescovo Angelo Spina ha spiegato: «Tommaso è stato invitato da Gesù a mettere le dita nelle piaghe e la mano nel costato. Ferite di morte, che il Risorto non ha tolto, sono sempre con lui, ma sono piene di vita, perché quelle ferite diventano per Tommaso delle feritoie, cioè fanno andare oltre e da quelle feritoie si vede il cielo. Nella vita di ogni giorno noi siamo portati a mettere il dito sulla piaga, come si suol dire. La piaga dei difetti di lui, di lei, dei figli, non parliamo della suocera, insomma ci fermiamo sempre al di qua e di fronte alle piaghe noi scappiamo sempre, perché le piaghe non ci piacciono, e più che prenderci cura evitiamo, evadiamo, puntiamo il dito e giudichiamo. La fede nella risurrezione di Gesù ti porta a quelle piaghe non per rimanerci, ma per amare, è solo se le tocchi, se ci passi dentro, cresci, vedi l’alba della risurrezione. La risurrezione allora è un fatto che tocca la vita, perché dove ci sono i segni della morte tu, con la forza dell’amore, sai andare oltre.

Ma perché due si sposano in Cristo? Prima di sposarsi in Cristo è necessario un atto di fede e di amore, che è quello di permettere a Cristo che Lui ci sposi, che diventiamo la sua sposa e questo matrimonio richiede il nostro “sì” di fede. Se permettiamo a Cristo di sposarci e lo sposiamo, allora ci sposiamo in chiesa in Cristo perché alla base del nostro matrimonio non c’è il nostro amore, ma quello di Cristo, e lui ci ama da morire, il suo amore passa attraverso il Suo sacrificio per portare una vita nuova, una vita di sposi nella fedeltà e indissolubilità, nell’amore totale e fecondo. Cristo allora salva il matrimonio, la famiglia, l’amore perché li purifica e in forza del suo Spirito li rinnova ogni giorno facendo delle ferite delle feritoie che fanno cogliere la risurrezione qui ed ora, per un cammino senza fine».

Al termine dell’intervento, l’arcivescovo ha suggerito alcune domande, su cui i presenti si sono confrontati con se stessi e poi con il coniuge:
-Ho accolto Dio nella mia vita?
-C’è stato un momento particolare?
-Come accolgo Dio nella quotidianità?
-Accogliere Dio per me è solo un atto spirituale o si trasforma in concretezza di amore?
-Avere accolto Dio nella vita di coppia che cosa ha significato e significa?
-Dio è accolto nella tua famiglia? Quali sono i segni?

Di seguito la riflessione integrale dell’arcivescovo Angelo Spina, al primo incontro del cammino di formazione “Famiglia IN DIOcesi”

Incontro di formazione alle famiglie – domenica 17 novembre 2019

 

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